Scheda n. 5384

Tipo record

Scheda singola

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1710-1740

Titolo

Nice son io pur quello

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Vinci, Leonardo (1690c-1730)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

P. [1, frontespizio], 1-11 ; 220X285 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Il frontespizio riporta precisamente le seguenti diciture: Sittimio [?] n. 39 | Mss. M. 324/3 | Cantata à voce sola | N° 1 | Del Sig.r Leonardo Vinci.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

URFM: Leonardo Vinci, Nice son io pur quello
Sartori 1962: P. 357

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, si♭ maggiore, c)
Nice son io pur quello
%C-1@c %C-1@c'8'bBF4-8''D'bBbB''6CD4bEbE8-'B''E'B
2.1: Larghetto ed Affettuoso(aria, fa minore, 3/4)
Qual Peregrino (A) / Tal Nice ingrata (B); Aria bipartita con Da Capo (Fa minore/La bem. maggiore)
%C-1$bBEA@3/4 %C-1$bBEA@3/48{''CbD}4CCbDC-
3.1: Rec:vo(recitativo, la♭ maggiore, c)
Dal pigro e grave sonno
%C-1$bBE@c %C-1$bBE@c4.-8''EE'bAAAAA-AAFFEDDABGG-6BB
4.1: All:o(aria, si♭ maggiore, c)
Qual cervo assetato (A) / Il povero Core (B); Aria bipartita con Da Capo Si bem. maggiore / Re minore
%C-1$bB@c %C-1$bB@c2-4.-8''F6{FbEDC}'8BB6''{GbE}8F-'B

Trascrizione del testo poetico

Nice son io pur quello
Che un dì sì caro agli occhi tuoi sembrai
Si quello io sono a cui
Giurasti eterno amor perpetua fede
Il mio volto è pur quello
Che un dì ti piacque, e tu chiamasti bello
Ma tu quella non sei né in te vegg’io
Dell’estinto tuo fuoco un picciol segno
Altra fiamma or t’incende
Ed altro laccio or ti distingue il core
Crudel dov’è la fe’, dove l’amore?

Qual Peregrino
Che in folta selva
Feroce belva
Da lunge vede
Chi le fu guida
L’abbandonò
Tal Nice ingrata
Mostrò d’amarmi
Per ingannarmi
Se poi l’infida
Fra pene, e pianti
Già mi lasciò.

Da Capo

Dal pigro e grave sonno
In cui sepolto sei
Da gran tempo omai sorgi, e rimira
Sventurata alma mia
Quel crudo, ingrato volto
Ch’il cor t’ha tolto,
E del tuo mal non cura
Si fugga la spergiura
S’abbandoni l’ingrata
Si disprezzi colei
Ch’è la sola cagion de’ pianti miei,
Quella che d’altro amante
Sol gode ai vezzi, e sdegnosetta altera
Ride al mio duol né cura il pianto mio
S’abbandoni si sprezzi, e come oh Dio?

Qual cervo assetato
Che anela che langue
Cui manca già il fiato
Pur beve quell’onda
Che torbida sta
Il povero Core
Che langue d’amore
A’ un’anima ingrata
Pur cerca ristoro
Pur chiede pietà.

Da Capo

Fine

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Af - Assisi - Biblioteca e Centro di documentazione francescana del Sacro Convento di S. Francesco
collocazione Mss. N. 324/3

Scheda a cura di Giacomo Sances
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