Scheda n. 5375

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1779

Titolo

Cantata | a 3. voci di Soprano, Tenore, e Basso | Per la Solennità del Glorioso | Patriarca S. Giuseppe | Poesia del D.D. Carlo Pecchia | Musica | del D.D. Giuseppe Sigismondo dilettante | Parte Prima | 1779 19 Marzo

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Sigismondo, Giuseppe (1739-1826)
autore del testo per musica: Pecchia, Carlo
possessore: Sigismondo, Giuseppe (1739-1826)

Pubblicazione

[Napoli : autografo], 1779]

Descrizione fisica

1 partitura (c. 76-173)

Filigrana

Non rilevata

Note

A c. 130r: "Cantata per S. Giuseppe | Parte Seconda | Poesia e Musica | di | D. Giuseppe Sigismondo"; a c. 173r: "Fine dell’Oratorio | anno 1779"; il manoscritto apparteneva alla collezione di Giuseppe Sigismondo, acquisita dalla biblioteca alla sua morte.

Titolo uniforme

Organico

Soprano, tenore e basso,2ob,2cor,2vl1,vla,b

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: Allegro(sinfonia, fa maggiore, c)
1.2: Andantino(sinfonia, fa maggiore, 3/8)
2.1: (recitativo, c)
Tirsi, Filen voi qui più mattutini
3.1: Allegro(aria, si♭ maggiore, c)
Bella virtù chi mai
4.1: (recitativo, c)
Ma qual del nostro eroe
5.1: Allegro spiritoso(aria, re maggiore, c)
Opra d'uom forte ognora
6.1: (recitativo, c)
Voi cantate per nulla a quel ch'io veggio
7.1: Larghetto affettuoso(aria, mi♭ maggiore, 2/2)
I tuoi sguardi o figlio amato
8.1: (recitativo, c)
Fortunato Giuseppe
9.1: Allegro(aria, si♭ maggiore, c)
E' d'un Dio la Genitrice
10.1: (recitativo, c)
Ecco il Tempio, ecco l'Ara. Ecco quel Divo
11.1: Allegro moderato(aria, mi♭ maggiore, 6/8)
Tutte veggo schierarmisi in faccia
12.1: (recitativo, c)
Fibra non ho Fileno
13.1: (aria, sol maggiore, 3/8)
Tutti gli affetti
14.1: (recitativo, c)
Tirsi ottenesti assai quando il dolore
15.1: Allegro maestoso(aria, do maggiore, c)
Ah noi siamo in mar barbaro
16.1: (recitativo, c)
Tanto speriam. Tanto sperar ci devo
17.1: Allegro giusto(aria, fa maggiore, 3/8)
Divo eccelso ascolta i voti

Trascrizione del testo poetico

[Prima parte]

[Dorinda]
Tirsi, Filen voi qui più mattutini
Oggi del sol? Perché l’amato gregge
Alla custodia altrui
Abbandonar così? L’ardue montagne
Non rosseggiano ancor. Ben questa è l’ora
Di più temer: l’agnello
Uopo è menar ne’ rugiadosi paschi
Per ombroso sentir di fratta in fratta,
Ed ivi il lupo insidiator si appiatta.
[Tirsi]
Che di lupi io perenti
Oggi Dorinda mia? [Fileno] Come non sai
Qual giorno è questo, e quanto
Festeggiarlo, onorarlo a noi conviene?
[Dorinda]
Hai ragione, hai ragione or mi sovviene
[Tirsi]
Oggi colui si cole,
Che fu sposo a Maria. Coppia, che uguale
Non vide ancor, né più vedrà la terra.
Maria, beati, e santi
Ebbe i suoi primi istanti;
Ed il consorte amato
Fu nel primo vaggir santo e beato.
L’una non dubitò del suo candore
Fidare all’altro il fiore:
L’altro a serbarlo intatto,
Cesse al dritto di sposo. Ambi ripieni
Di grazie, ambo ferventi
Di carità dell’innocenza in grembo
Riposando del pari, esempi nuovi
D’ogni rara virtù darsi a vicenda
S’ingegnò l’una all’altra anima casta.
[Fileno]
Tirsi dicesti assai, ma ciò non basta.
Tu pudico, fu santo
Giuseppe è ver, ma come
Stato non lo saria
Per un momento sol presso Maria?

[Fileno]
Bella virtù chi mai
Resistere ti può.
Chi non s’innamorò
Di tua bellezza.
Un cor vicino a rai
Sempre di tua beltà
Fuori di te non sa
Che sia dolcezza.

[Tirsi]
Ma qual del nostro eroe,
Qual è Fileno quello
Che ogni altro eccede
Pregio sublime? [Fileno] Il vuoi saper? La fede.
Chi mai di quel pensier
Chi di quell’alma specchio
D’onor, di purità
Per poco immaginar potrebbe i moti
Lo stupore, i palpiti, l’orrore,
Quando vide di lei l’intatto seno
Senza il come saper fecondo, e pieno?
E chi ridir saprebbe
L’alto rispetto del suo cor sincero
Quando poi seppe il vero
Del grande ignoto arcano; e come ascoso
In fondo al core il custodì geloso?
Far che di fede a un raggio
Cedan senza ritegno
Il senso e la cagion non è poi questa
Una nobil virtù che non ha pari?
De’ suoi merti più rari
Non è questo quell’uno, in cui soltanto
Altrui parte non ebbe? Ecco di lui
Dunque il più grande elogio a senso mio.
[Tirsi]
E’ ver, l’ammiro, e ne stupisco anch’io.

[Tirsi]
Opra d’uom forte ognora
E’ lo svenar nel petto
Alla ragion l’affetto
Che ribellarsi ardì.
Ma fra mortali è un Nume
Chi della fede al lume
Sa la ragione ancora
Gratificar così.

[Dorinda]
Voi cantate per nulla a quel ch’io veggio
Il titolo di Padre
Dell’incarnato verbo ond’ei sostenne
Del Genitore eterno
Quaggiù le veci e colla vera madre
Ne divise le cure. Egli il primiero
Tra le sue braccia accolse
Il nato infante e l’adorò. Salvarlo
Dall’insana d’Erode
Barbara gelosia fu suo pensiero.
Né penoso sentiero,
Né grave età, né rischio
Lo sgomentò di regione ignota
E suo pensier fu poi
Già cessato il periglio
Colla sposa e col figlio
Tornando ricalcar le impresse arene
Chi può dir le sue pene
Nel cercarlo perduto
Nell’offrirgli in tributo
Insiem cogli alimenti
Il suo sudor, gli stenti. Io il veggio e parmi
Vederlo ansante e lasso
Dopo lungo travaglio
Che porgendo a Gesù la destra amica
Tra la [...] così gli dica.

[Dorinda]
I tuoi sguardi o figlio amato
Son la gioia del mio seno,
I disaggi del tuo stato
Son l’affanno del mio cor.
A me volgi o figlio amato
Il sereno di quel ciglio
E rinovami il vigor.

[Tirsi]
Fortunato Giuseppe
Una consorte tale ed un tal figlio
Compensano abbastanza
Tua purità... [Fileno] Tua fede [Dorinda] E tua costanza.

[Dorinda]
E’ d’un Dio la Genitrice
Che ti dice mio diletto
Asciugandoti il sudor.
[Fileno]
E il figliuol del sommo Iddio
Che ti dice Padre mio
E s’affanna al tuo dolor.
[Tirsi]
Qual ossequio, qual rispetto
Nel vedere a te soggetto
Il tuo stesso Redentor.
[a 3]
Dolce sposo e caro Padre
Di tal giglio e di tal Madre
Rappresenti per tuo vanto
Tu l’eterno spirto santo,
Tu l’immenso Genitor.
E’ di Dio la Genitrice / E’ figliuol del Sommo Dio / Qual ossequio, qual rispetto
Che ti dice mio diletto / Che ti dice Padre mio / Nel vedere a te soggetto
Asciugandoti il sudor. / E s’affanna al tuo dolor. / Il tuo stesso Redentor.
Caro Padre di tal figlio / Dolce sposo di tal madre / Caro sposo di tal madre
Rappresenti per tuo vanto / Rappresenti per tuo vanto / Rappresenti per tuo vanto
Tu l’Eterno Spirto Santo / Tu l’Eterno Spirto Santo / Tu l’immenso Genitor.

[Seconda parte]

[Tirsi]
Ecco il Tempio, ecco l’Ara. [Fileno] Ecco quel Divo
Che da secoli antichi
Fu previsto e adombrato in cento forme.
Del saggio Elpin le norme
Smemore io serbo. Udite, egli dicea:
Giuseppe appunto è quel Noè, ch’eletto
Fu l’arca a custodir, donde lo scampo
Dal naufragio attendeva il mondo afflitto:
Il Gedeone invitto
Egli è, che vide il portentoso vello
Un dì gravido e pieno
Di celeste ruggiada: Egli è quel forte
Che ubbidiente il sole ebbe a’ suoi cenni:
Egli è quel sacerdote,
Che per serbarlo al trono
Dallo scempio fatal serbò Giosia:
Del Giovine Tobia
Ei l’Angel condottiero, ei finalmente
Nell’acerba minaccia
Dell’Editto crudele
Il Mardocheo del popolo fedele.
[Dorinda]
Fortunato Giuseppe. Oh Dio! Mi sento
Mille nascere in sen soavi moti
Di rispetto e d’amor. [Tirsi] Mille in un punto
S’affollava nell’alma
Tenerissimi affetti. [Dorinda] A sì gran piena
Non più reggendo il core
Forz’è ch’omai trabocchi,
E che parte di sé, versi per gli occhi.
[Tirsi]
E tanto può l’effigiato aspetto
Di quel volto divino?
[Fileno]
Più: mi diceva Elpino,
Né s’ingannò. Può quella sacra Immago
Disgombrar dal pensiero
Ogni men casta idea, scacciar dal petto
Ogni men puro affetto. Altro io qui vengo
Infatti, altro ritorno a un raggio solo
Che mi scende di là, de’ falli miei
L’error conosco, e gli detesto. Il bello
Tutto della virtù ravviso ed amo,
E del gran divo imitator mi bramo.
E’ vero, è ver, delle mie colpe il pondo
Quanto mi pasce omai
Veggomi a fronte il precipizio, a fianchi
L’invidiator nemico ed alle spalle
Minacciosa la morte, un Dio che offesi
al perdono alla pace
Già tutto amor, tutto bontà m’invita
E Giuseppe di là m’offre l’aita.

[Tirsi]
Tutte veggo schierarmisi in faccia
De’ miei falli l’orribili forme
Tremo, fumo, le vene m’agghiaccia
Lo spavento, la tema, l’orror.
Già dell’alma lo stato deforme
Abborrisco, condanno, detesto
E un lavacro di pianto l’appresto
Che mi spreme dagli occhi il dolor.

[Dorinda]
Fibra non ho Fileno,
Che all’urto non si scota
D’un placido calore
Che il cor già quasi in lagrime distilla.
[Fileno]
Vena non ho, Dorinda,
Cui non inondi un grato
Soavissimo ardore,
Che per le luci tremolo sfavilla.
[Tirsi]
Quanto piacer dopo l’affanno io provo!
Che amabile dolcezza!
[Dorinda]
Che dolce lagrimar! [Fileno] Che tenerezza!
[Tirsi]
Or quai saranno al Patriarca eccelso
I nostri ossequii, i voti? [Fileno] I miei pensieri
Io li consagro. [Tirsi] Io li consagro il core.
[Dorinda]
Ed io da questo istante
Col core, e col pensiero
L’offro con lieto ciglio
In olocausto il verginal mio giglio.
Lungi da me vergine eroe, deh lungi
Pensier non casti impure voglie. Il petto
Altro amor non riscaldi,
Non accenda altra brama,
Che quel sol, quella sola,
Del tuo, del mio Gesù. Deh tu ricevi
Gran Padre e Protettor questo incruento
Sacrificio d’amor ch’io ti presento.

[Dorinda]
Tutti gli affetti
Casti e sinceri,
Tutti i pensieri
Io t’offro in voto
Con cor devoto
T’offro del seno
La purità.
Altri diletti
L’alma non ama
Che quei che brama,
Né trova loco
Un cor ch’è pieno
Del dolce foco
Di carità.

[Fileno]
Tirsi ottenesti assai quando il dolore
Di tue colpe ottenesti e sei pur saggia
Dorinda nell’offerta
Del tuo candore. Io che dirò, noi siamo
Esuli in vita, infermi,
Esposti a mille rischi
Il mondo ci seduce
La [...] ci tende
Mille insidie il nemico è ver la fede
C’è di scudo la speme
D’usbergo e ’l santo amore
Coll’ali sue c’incoragisce intanto
L’opra nostra si chiede e ’l nostro braccio
Miseri or ci abbandona ed or vacilla
La divota pupilla.
Deh volgiamo a Giuseppe ed a lui solo
Quella imploriamo che ad ottener ci resta
Final perseveranza. Eccolo il veggio
Languido ma ridente
Presso a morir ma senz’affanno. Il corso
Di sua vita beata
Chiuder tra i cari amplessi
Di Maria, di Gesù. Che bella sorte
Che avventuroso amore
Dolcemente esalar gl’ultimi fiati
Dell’estrema agonia
Di Gesù nelle braccia e di Maria.
Da lui dunque [...]
Assistenza e valor ma più nell’ora
Ch’ultima a noi sarà, per noi col cielo
Egli interceda e tutto ei ci otterrà
Che nel celeste Regno
Nulla si niega a intercessor sì degno.

[Fileno]
Ah noi siamo in mar barbaro
Ah noi siamo in duro esiglio
Ne circonda in ogni lato
Il periglio ed il timor.
Deh tu duce e tu nocchiero
Tu ci addita il buon sentiero,
Tu lo spirto infermo e lasso
Assicura nel gran passo
Generoso protettor.
Ah noi siamo in mar barbaro...

[Dorinda]
Tanto speriam. [Fileno] Tanto sperar ci devo
[Tirsi]
Né questo sol. De’ nostri armenti a lui
Affidiam la custodia, in lui speriamo
De’ campi l’ubertà. Tutti i disastri
Non temiamo per lui. [Fileno] Sì lui vogliamo
Dopo la vergin made.
[Dorinda]
Eleggiam lui in qualunque bisogno
Con fervido desio
[a 3]
Nostro grande avvocato appresso a Dio.

[a 3]
Divo eccelso ascolta i voti
Del tuo popolo fedel
[Fileno]
Noi proteggi, noi difendi
Sopra noi quel braccio stendi
Che può tanto in terra e in ciel.
[a 3]
Divo eccelso ascolta i voti
Del tuo popolo fedel.
[Tirsi]
Con la destra tua percoti
In quel punto a noi fatale
Il nemico che n’assale
Allor più che mai crudel.
[a 3]
Divo eccelso ascolta i voti
Del tuo popolo fedel.
[Dorinda]
Sciolti noi dal mortal velo
Dico eccelso accogli in cielo.
[a 3]
Divo eccelso ascolta i voti
Del tuo popolo fedel.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione Cantate 290 (olim 20.5.26).2

Scheda a cura di Giulia Giovani
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