Scheda n. 5290

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1660 e il 1690

Titolo

Vanne foglio amoroso / [Alessandro Stradella]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Stradella, Alessandro (1639-1682)
possessore: Malipiero, Gian Francesco (1882-1973)

Fa parte di

D. Ales.o Stradella (n. 4241/23)

Pubblicazione

[Venezia] : copia, [1661-1690]

Descrizione fisica

1 partitura (c. 77r-82r) ; 24x34cm

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Vanne foglio amoroso
2.1: (aria, sol minore, 6/8)
De' tuoi lumi il caro foco
3.1: (recitativo, c)
Ahi bella, ahi cruda, ahi cara
3.2: (arioso, fa maggiore, c)
Se mi cangi in inferno il paradiso
4.1: (aria, si♭ maggiore, c)
Vada lungi dal tuo bel sen
5.1: (recitativo, c)
Ah non ponno in un corpo aver ricetto
6.1: (aria, re minore, c)
Ch'io non t'ami, oh questo no
7.1: (recitativo, c)
Deh mi dicessi almen per mio conforto
8.1: (aria, fa maggiore, c)
Ma no, se ben disprezzami
8.2: (aria, re minore, 6/8)
Sovra base di costanza
9.1: (recitativo, c)
Non teme del rigor l'onte più fiere
9.2: (arioso, sol minore, c)
Una fè ch'è costante, unqua non pere
9.3: (recitativo, c)
T'amò Filen vivendo

Trascrizione del testo poetico

Vanne foglio amoroso,
Vanne davanti a quei begl’occhi ov’ardo
Ed in teneri sensi
Spiega dell’amor mio gl’ardori immensi.
Forse se stringa il cor dolce pietade
Si racconti fedele il mio languire
Che fin la crudeltà cede al morire,
Senta pria quel dolor che già m’accora
Il bel Idol mio poscia si mora.

De’ tuoi lumi al caro foco
Il mio cor di molle cera
Si distrugge a poco a poco
E morendo ancora spera.

Ahi bella, ahi cruda, ahi cara
Che val ch’Amor donasse
A me cor così tenero,
A te sì bello il viso
Se mi cangi in Inferno il Paradiso.

Vada lungi dal tuo bel sen
Del rigore la crudeltà,
Alle pene del tuo Filen
Doni vita la tua beltà.

Ah non ponno in un corpo aver ricetto
D’angelo il volto e d’una fera il petto.

Ch’io non t’ami oh questo no,
Vagheggiarti, adorarti
Vaga ninfa far lo so,
Rimirarti e non amarti
Questo sol Filen non può.

Deh mi dicessi almen per mio conforto:
«Pastor amami pur che tel comporto».

Ma no, se ben disprezzami
Tua fiera crudeltà,
Se ben il duol uccidemi
Ti giuro fedeltà.
Sovra base di costanza,
La mia fede innalza il soglio
E trionfa dell’orgoglio
Di schernita tolleranza.

Non teme del rigor l’onte più fiere
Una fè ch’è costante unqua non pere.
T’amò Filen vivendo,
Sì t’amerà morendo
Ninfa d’amor rubella,
Che se ben cruda sei, sei però bella.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Vgc - Venezia - Biblioteca della Fondazione "Giorgio Cini"
fondo Malipiero
collocazione MAL T 272.23

Scheda a cura di Giulia Giovani
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