Scheda n. 5275

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1700

Titolo

Scherzava in seno a Teti

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Pasquini, Bernardo (1637-1710)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 128v-103 (olim 98v-133)

Filigrana

Non rilevata

Note

Attribuzione a Pasquini aggiunta a matita da Anna Mondolfi Bossarelli, direttrice della Biblioteca del Conservatorio di Napoli, sulla base di una concordanza in I-Bc. E’ disponibile l’edizione critica di questa cantata, indicata in Bibliografia

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Amato 1998: p. 156
Nigito 2012b: p. XX, n. 43

Bibliografia

Nigito 2012a: pp. 269-275

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Scherzava in seno a Teti
2.1: (aria, fa minore, 3/2)
Dio bendato faretrato
2.2: (aria, 3/2)
Quante pene con la speme
3.1: (recitativo, c)
Idolatra se vissi
4.1: (aria, 3/4)
Se fato spietato
4.2: (aria, 3/4)
Con rabbia sue labbia
5.1: (recitativo, c)
Perda l’aura il riposo

Trascrizione del testo poetico

Scherzava in seno a Teti
L’aura dolce e soave
All’hor ch’Eurillo con i più cari abeti
Di speranza e d’amor nel mar tranquillo
De i promessi piacer l’onde fendea
Né più temer potea
Delle tempeste il già denso orgoglio
Quando in un cieco scoglio
Di gelosia crudel rotta la nave
Restò su picciol trave
Naufrago l’infelice e nel morire
Narrò su questi accenti il suo martire

P.a
Dio bendato faretrato
Dio di Gnido sempre infido
Dal mio cor che vuoi di più?
Del tuo foco ben fu poco
Farmi servo se protervo
Hor la morte mi dai tu?
2.a
Quante pene con la speme
Del gioire il mio desire
Per tua mano all’alma die’.
Hor più l’aura non ristaura
Co’ suoi fiati troppo amati
I tormenti di mia fe’.

Idolatra se vissi
Di tua sua beltà fugace
Hor ne i gelosi abissi
Dell’Ocean d’Amor
Smorzo la face
Mentre tu della mia fede
D’un eterno penar
Empia mercede.

P.a
Se fato spietato
Sinistro ministro
Del perfido amor
Voi cieli crudeli
Voi stelle ribelle
Bestemmia il mio cor.
2.a
Con rabbia sue labbia
Megera severa
Accosti al mio sen
M’infonda nasconda
Aletto nel petto
Di Lethe il velen.

Perda l’aura il riposo
E del mio cor geloso
Ch’al suo destino cede
Agitata sospiri ogn’hor la fede.
Sì disse Eurillo e dalle furie accolto
Cadde nel mar sepolto
E perché fido amante
L’aura sempre adorò donna incostante
Di gelosia fu scempio
Fatto ai servi d’amor misero esempio.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione Cantate 40 [olim 33.5.29].23

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
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