Scheda n. 5261

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1660 e il 1690

Titolo

Come in ciel dell’aureo crine / [Alessandro Stradella]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Stradella, Alessandro (1639-1682)
autore del testo per musica: Baldovini, Francesco (1634-1716)
possessore: Malipiero, Gian Francesco (1882-1973)

Fa parte di

D. Ales.o Stradella (n. 4241/15)

Pubblicazione

[Venezia] : copia, [1661-1690]

Descrizione fisica

1 partitura (c. 49v-52r) ; 24x34cm

Filigrana

Non rilevata

Note

Testo poetico in I-Fr, 2474, c. 58.

Titolo uniforme

Come in ciel dell'aureo crine. Cantata, Serenità instabile

Organico

Soprano e continuo

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (aria, mi minore, c)
Come in ciel dell'aureo crine
2.1: (recitativo, c)
Ovunque il guardo io giro
3.1: (aria, mi minore, 3/4)
Sol placido fiato
4.1: (recitativo, c)
E porge all’altrui ciglio aria sì pura
4.2: (arioso, la minore, 3/2)
Di costante seren speme sicura
4.3: (recitativo, c)
Ma qual mentre vagheggio
5.1: Presto(aria, sol maggiore, c)
Già di Noto i crudi sibili
6.1: (recitativo, c)
E dove, oh Dio, spariro
6.2: (arioso, mi minore, 3/2)
Cangia in pena ogni gioia un sol momento

Trascrizione del testo poetico

Come in ciel dell’aureo crine
Spiega il sol tranquilli i rai
Qual dall’indiche marine
Più bel dì nacque già mai.

Ovunque il guardo io giro
Smalta di Giuno i campi
Un ridente zaffiro
E perché l’ali in festa
Non rivolgan curiosi a svegliar nembi,
A seminar tempeste
Entro all’eolio claustro,
Preme acerba catena Africo et Austro.

Sol placido fiato
D’auretta gioconda
Or nuota su l’onda,
Or scherza nel prato.

E porge all’altrui ciglio aria sì pura
Di costante seren speme sicura.
Ma qual mentre vagheggio
Pompe sì belle in un momento alzarsi
Dall’occidente oscura nube io veggio?
Come spedito il volo
Move per aure e seco
Ha di nembi seguaci immenso stuolo?
Ohimè già reso cieco
Da fosco ardore il sol già d’ogni intorno
Toglie notte improvvisa
Con ombra micidial la vita al giorno.

Già di Noto i crudi sibili
Turban l’aria, il suol combattono,
Piogge irate e lampi orribili
Frangon rupi e selve abbattono.

E dove, oh Dio, spariro
Quelle che qui per d’anzi ebbero impero
Calme tante tranquille,
Ahi, che qua giù non splende
Serenità che non soggiaccia a mille
Repentine vicende
Serba per pochi instanti
Variabil fortuna, ugual tenore,
Quindi impara oh mio core
A non sperar già mai stabil contento:
Cangia in pena ogni gioia un sol momento.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Vgc - Venezia - Biblioteca della Fondazione "Giorgio Cini"
fondo Malipiero
collocazione MAL T 272.15

Scheda a cura di Giulia Giovani
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