Scheda n. 4719

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1640 e il 1660

Titolo

Piangete aure piangete / [Giacomo Carissimi]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Carissimi, Giacomo (1605-1674)
autore del testo per musica: Benigni, Domenico (1596-1653)

Fa parte di

[Cantate da camera] (n. 4713/6)

Pubblicazione

[Roma : copia, 1641-1660]

Descrizione fisica

1 partitura (c. 21r-26v)

Filigrana

Non rilevata

Note

Recitativo arioso inframmezzato dal refrain corrispondente al verso ’Piangete aure piangete’. Attribuzione da repertori e bibliografia.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, sol minore, c)
Piangete aure piangete

Trascrizione del testo poetico

Piangete aure piangete
Ho perduto il mio bene
Ho perduto il mio core
Cinto del suo splendore,
De la sua luce adorno
Da queste spiagge amene
È sparito quel sole
Ch’a le tenebre mie portava il giorno.
Oh dura sorte, oh Dio,
È partito il cor mio
È partita colei
Ch’era sol del mio sen dolce quiete
Piangete aure piangete.
Lacrimose d’intorno
Sciogliete il vostro volo
E pietose su l’ali
De miei caldi sospiri
Voi portate il mio duolo,
Il mio affanno, i martiri,
E dove dorme amore
Desti almeno pietade il mio dolore.
Misero ma che chieggio
Chi che troppo vaneggio,
Lungi da la mia vita
Aura dolce di speme
Non mi lusinghi più
ne le miserie estreme.
Più non spero al mio male
Ore tranquille e liete;
Piangete aure piangete.

Verdi boschi frondosi
De le mie gioie un tempo
Amoroso teatro
Qual nero manto ed atro
Vostre glorie nasconde e di mia pena
Fatti misera scena
Qual di stella crudel luce tiranna
A penar mi condanna.
Già di vostr’erbe in seno
Viddi la cara e belle
Sospirata mia vita
Che de begl’occhi ai lampi
Con sembiante sereno
Quasi lucido sole fece intorno
Spuntar rose e viole.
Or tetro e fosco
È fatto il bosco
E dov’io giro
Delle sventure mie sempre sospiro.

Fermate ohimè fermate
Non m’affliggete più
Crude stelle spietate.
Più di là su non piovano
Strali che movano
Fiera guerra a chi si more
D’un infelice è gran tormento amore.
No no non tocca a voi
Di trafigger un seno
Che ferito vien meno
In braccio ai dolor suoi,
No no non tocca a voi.
Lasciate pur lasciate
Ch’al mio dolor in preda
Privo d’ogni pietate
Altri morir mi veda
Tanto chieggio, e non più stelle spietate
Fermate ohimé fermate.

Nel mio martire
Uccidetemi pure
Pene, affanni, sciagure.
Chi vede partire la sua vita e non si more,
Ama poco o non ha core.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

US-CAh - Cambridge, MA - Harvard University, Houghton Library
collocazione MUS Ms 106.6

Scheda a cura di Giulia Giovani
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