Scheda n. 4716

Piange Filli, e co’ sospiri
Rotto il freno a le querele
A un crudele
Narra l’empio destin de’ suoi martiri.
Dice che a’ suoi desiri
Il suo Tirsi, il suo bene,
Cinto d’almo splendore
Vivo sol di beltà chiaro splendea,
E ch’or fra mille pene,
Fra tempesta d’affanni e di dolore
Nei confini d’un core
Ov’ il seren d’amor sì bel ridea
Non mira, ahi dura sorte,
Altro ch’ombra di duolo, orror di morte.
Misera al ciel rivolta
Contro chi la tormenta
Con moribondo aspetto
Dall’agitato petto
Strali d’ira e furore all’aure avventa.
Ma che può se a tanto sdegno
Fattosi amor ritegno
Con suoi fervidi ardori
Lascia sol che palesi i suoi dolori.
All’or stuolo pietoso
D’alme in amore ardenti
Con suono armonioso
Questi fece volar canori accenti:

Là d’amor nel mar sonante
Spieghi ogn’or mia fè sue vele
Ch’io sarò scoglio costante
Se fra Tirsi onda crudele.

Agitata da procelle
Il pensiero offrirò in voto
E sarà scorta di stelle
Al mio core un nume ignoto.

A sì dolce armonia
L’addolorata amante
Serenato il sembiante
Con iterate note
Apre del core al suo dolo la via:

Vivi o Tirsi e lieto adora
L’altro volto, i puri rai,
Sia pur tua chi t’innamora
Al mio cor son dolci i guai.
Arma pur la tua fierezza
Ch’io dal ciel della bellezza
Caddi è ver ma non peccai,
T’adorai e non mi pento
È pompa del mio core il mio tormento.