Scheda n. 4678

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1700

Titolo

Serenata le cui parole sono dell’ec.mo Duca d’Atri, e la musica del Farina

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Farina, Antonio (sec. 17.)
autore del testo per musica: Acquaviva, Giovanni Girolamo d’Aragona (1663-1709; duca d'Atri)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 1-12

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

2 soprani, 2 violini e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (introduzione strumentale, do maggiore, c)
2.1: (arioso, do maggiore, c)
Riposa o bella
3.1: (aria, do maggiore, 3/4)
Voi aure intanto
4.1: Adagio(aria, do maggiore, 3/2-c-3/2)
Io sol vagante
4.2: (aria, do maggiore, 3/2-c-3/2)
Tu sola intanto
5.1: (recitativo, c)
Io so che spargo
6.1: (recitativo, c)
Riposa e'l bel tesoro
7.1: (aria, sol maggiore, c3/2)
Ch'io qui d'intorno

Trascrizione del testo poetico

Riposa, o bella, hor ch’il ceruleo manto
L’occhiuta notte del silenzio in seno
Già spiega al ciel sereno.

Voi aure intanto
Frenate il volo
E scherzi solo
Placida auretta
Che lusinghi il sonno
In più soavi forme al sol che dorme
Benigni influssi ogni amorosa stella
Vibri dal cielo e tu riposa o bella.

Io sol vagante
Io solo errante
Posa non ho
Frena il mar le sue tempeste
Scaccia il ciel procelle infeste
Io col duol tregua non fo’
Sospiri e gemiti
Han sempre stabile
La sede in me
Né perciò labile
Benché tra fremiti
È la mia fé.
Così satia è nel duol la mia costanza
Che mentre cresce l’un l’altra s’avanza.
2a
Tu sola intanto
Far dolce il pianto
Puoi del mio cor
Che ti cost’un lieve sguardo
Et a me ch’avvam’et ardo
Mi puoi togliere il dolor
Un cor ch’è nobile
Dell’altrui stratio
Goder non sa
Un seno ignobile
Non è mai satio
Del mal che fa.
Ma se le gioie mie pen ti danno
Io le rifiuto e bramo sol l’affanno.

Recit.vo
Io so che spargo le querele al vento
Che se non m’ode Clori
Quand’è desta e mi mira
Come fia ch’ora ascolti il mio tormento
S’in grembo de’ sopori
Aure placide respira
Ma tolga pur il cielo
Ch’io rompa il sonno a quella
Per cui veglia il mio cor, riposa o bella.

Riposa e’l bel tesoro
Ascondi pur nel più remoto albergo
Come s’asconde in chiusi monti l’oro.

Ch’io qui d’intorno
Se non godrò
Con gl’occhi il giorno
Che mi rechi
A questo core
Lieto sarò.
Che non godino altr’occhi il tuo spendore
Che racchiuso e celato
Mi farà nelle tenebre beato.
Dal rigor di gelosia
Purché libero il mio seno
Col pensier godendo appieno
Sarà lieta l’alma mia
Senza tema di procella
Ed io qui taccio e tu riposa o bella.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.4.1

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
Ultima modifica: