Scheda n. 4649

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1640 e il 1660

Titolo

Suonerà l’ultima tromba

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Carissimi, Giacomo (1605-1674)
autore del testo per musica: Baldini, Sebastiano (1615-1685)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 156-165

Filigrana

Non rilevata

Note

A c. 164v nel secondo sistema tre battute notate nella sola parte del canto e cancellate. Parte ripresa con varianti nella carta successiva.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (refrain, c)
Suonerà l'ultima tromba
2.1: (recitativo, c)
Oh da qual cieca nube
3.1: (aria, c)
Son domestici spaventi
4.1: (refrain, c)
Suonerà l'ultima tromba
5.1: (recitativo-arioso, c)
Che noi siam cenere e polve
6.1: (refrain, c)
Si sa ch'è verità scesa dai cieli
7.1: (aria, 3/4)
Che quanto è di vago
8.1: (refrain, c)
Si sa ch'è verità scesa dai cieli
9.1: (recitativo-arioso, c)
Parlate voi parlate
10.1: (aria, 3/4)
In fresch'età
10.2: (aria, 3/4)
D'un solo dì
10.3: (aria, 3/4)
Ieri già fu
11.1: (recitativo-arioso, c)
Io dall'ossa incenerite

Trascrizione del testo poetico

Suonerà l’ultima tromba,
Né vi pensano i mortali.
Ha la morte al tergo l’ali
E dappertutto il nome suo rimbomba.

Oh, da qual cieca nube egri viventi
S’offusca il vostro core!
Sa ciascun che si more,
Né si trova fra noi chi ne paventi.

Son domestici spaventi
I terrori della morte:
Crede ogn’uom d’avere in sorte
Viver più degl’elementi;
Pur non passano momenti
Che i sepolcri aperti sono,
E mentr’io così ragiono,
Quanti andran morti alla tomba?

Suonerà l’ultima tromba.
Né vi pensano i mortali;
Ha la morte al tergo l’ali,
E dappertutto il nome suo rimbomba.

Che noi siam cenere e polve,
Che breve è questa vita,
Ch’al girar di poch’ore il Ciel dissolve
La vanità sì follemente ambita:

Si sa ch’è verità scesa dai Cieli,
E pur sogni parrà ch’io vi riveli.

Che quanto è di vago
A credula gente
E’ semplice imago
D’un bene apparente.
Che quanto risplende
Negl’ostri d’un volto
Da brevi vicende
Nell’ombre è sepolto.
Che a regia fortuna
D’invitto monarca
Crudele, importuna,
Non cede la Parca.

Si sa ch’è verità, scesa dai Cieli,
E pur sogni parrà ch’io vi riveli.

Parlate voi, parlate,
Cadaveri sepolti,
E contro noi rivolti
Spettacoli d’orror l’ossa mostrate.
Parlate voi, parlate
E dite fra’ piaceri
Quanti giacciono qui trasser la vita
Di gioventù fiorita,
Sperando al volto lor secoli interi.
Morte al fin tra quest’ombre, ecco l’involve,
E non resta di loro altro che polve.

In fresca età
Quei che si fidano
Mal si confidano;
Gioir si credono,
Ma poi s’avvedono
Ch’è vanità.

D’un solo dì
Quei che ci pensano
Non si dispensano;
L’ore che suonano
Sempre v’intuonano
Viver così.

Ieri già fu:
Come vi lassano
Gl’anni che passano;
Le tombe insegnano
Che mal s’impiegano
L’alme quaggiù.

Io dall’ossa sepolte e incenerite
Cerco ritrar consigli
Per l’alme non pentite, e pure invano
Chiedo aiuto lontano
Se frequenti quaggiù sono i perigli.
Amico, a cui poch’anzi
Sulle guance fiorian ligustri e rose,
Tra gl’infelici avanzi
D’una morte crudel le membra ascose.
Ahi, che veduto esempio
Non vale a muover l’empio,
Che ne’ falli sepolto in varie forme,
Benché il Cielo lo desti
Con avvisi funesti
Dal letargo dei vizi oppresso dorme.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-GR - Grottaferrata - Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Grottaferrata
collocazione Crypt. it. 2.36

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
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