Scheda n. 4476

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1680-1690

Titolo

Del Sig:r Bernardo Pasquini:

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Pasquini, Bernardo (1637-1710)
possessore: Pamphilj, Benedetto (1653-1730; cardinale)

Fa parte di

[18 cantate e 4 arie] (n. 4463/12)

Pubblicazione

Roma : copia, (1680-1690)

Descrizione fisica

C. 52v-57 (olim c. 148v-153)

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (arioso, mi maggiore, c)
Tu parti alle delitie, io resto a piangere
1.2: (recitativo-arioso, mi maggiore, c)
E pur, Filli gradita
2.1: (recitativo-arioso, c)
Leggo ne lumi tuoi
3.1: (aria, mi minore, c)
Il pensar solo a quel giorno
3.2: (aria, mi minore, c)
Soffri, o core, anzi raffrena
4.1: (recitativo-arioso, c)
Ma se penare è d'uopo
5.1: (recitativo, c)
Misero me, che giova
6.1: (aria, si minore, c)
Stelle rie, s’egli è possibile
7.1: (aria, mi minore, c)
Vanne, o Filli, e con tuo pianto

Trascrizione del testo poetico

Tu parti alle delitie, io resto a piangere.
E pur, Filli gradita,
Questo fiero dolore,
Che mi toglie la vita,
Le ritorte d’un core;
Che desia di morir, non basta a frangere.
Tu parti alle delitie, io resto a piangere.

Leggo ne lumi tuoi,
Che ti duol di lascarmi.
Con lacrimosi carmi
Ti risponde il mio cor gl’affanni suoi.
Ma quanto son men dure
Le tue della mia pena acerba e ria.
Parti e porti con te l’anima mia,
Resto e restan con me le mie sventure.

Il pensar solo a quel giorno
Fa quest’anima languire,
Ne ritrovo altre elisire
Che la speme del ritorno.

Soffri, o core, anzi raffrena
De tuoi lumi il caldo umore,
Che lo sfogo del dolore
Toglie il merito alla pena.

Ma se penare è d’uopo,
Non fia, chi mi consoli,
Co’ miei pensieri soli
D’un perfetto martir giungo allo scopo.
Se da me parte Filli,
Parta dal sol la luce,
Dagl’abbissi l’orrore.
Col foco si confonda
L’aria, l’arena e l’onda.
Guerre implacabili,
Aure pestifere,
Nere caligini,
Tempeste indomite,
Nembi terribili,
Cupe voragini,
Diluvij e turbini,
Comete e fulmini,
Abbrugino,
Sconvolgano,
Distruggano
Questa mole terrena,
In cui nasce ogni pena,
E mirando dal cielo al cupo fondo
Mostri a dito il Destin: La giù fù il mondo.

Misero me, che giova
Spettacolo sì fiero
Al mio dolore interno,
S’indistinto è per me cielo ed inferno?

Stelle rie, s’egli è possibile,
Deh, lasciate in poter mio,
Ch’in quel punto sì terribile
Possa dir: Mia vita, a Dio.

Vanne, o Filli, e con tuo pianto
Non accrescer la mia pena,
Che, s’il perdirmi [!] ti duole,
Filli, tu perdi un ombra, io perdo il sole.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
collocazione Sant.Hs.854.12

Scheda a cura di Berthold Over
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