Scheda n. 4453

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1680-1690

Titolo

La bella ch’adoro

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Pasquini, Bernardo (1637-1710)

Fa parte di

Pubblicazione

Roma : copia, [1680-1690]

Descrizione fisica

C. 62v-65v ; 225x160 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Nota alla fina della cantata: «B.P.», probabilmente da identificare con Bernardo Pasquini. Capolettera ornato. Titolo da incipit testuale.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (aria, do maggiore, c 3/4)
La bella ch’adoro
2.1: (recitativo, c)
Mentre si vede accolto
3.1: (recitativo-arioso, 3/2)
Che con tanta beltà va sempre annessa
4.1: (aria, la minore, 3/2)
Ditel voi, luci, che mai
5.1: (recitativo, c)
E influendo a tutt’hor gratie adorate
6.1: (aria, sol maggiore, 3/4)
Sue bellezze pellegrine
7.1: (aria, la minore, c 3/8)
Il tempo che strugge
8.1: (recitativo, c)
Quella fiamma innocente
9.1: (arioso, do maggiore, 3/4)
S’honori, s’adori
10.1: (recitativo, c)
Beltà che le più rare

Trascrizione del testo poetico

La bella ch’adoro
È bella cotanto
Ch’i numi ancor loro
Le cedono il vanto.

Mentre si vede accolto
Il fior d’ogni beltà ne’l suo bel volto
Beltà sempre maggiore
Ch’ha in un cortese e più pudico il core,
Questa l’alme incatena,
Questa fa ligi i cori
Ma avvien che la catena
Da l’amante non s’odi, anzi s’adori.
Forza gentil de la virtude istessa
Che con tanta beltà va sempre annessa.

Ditel voi, luci, che mai
Non mi foste al cor comete
Se porgete
Di pietà benigni i rai.

E influendo a tutt’hor gratie adorate
Di gioie immense un amator colmate.

Sue bellezze pellegrine
Infiammar sanno le stelle
Onde scendono sì belle
A infiorarle il vago crine.

Il tempo che strugge
Ogn’altra beltà
Da questa sen fugge
E vinto si dà.

Quella fiamma innocente
Ch’esce da’ suoi bei lumi
Non fia mai che consumi
Se con propitia sorte
Avviva l’alme e le ritrae da morte.

S’honori, s’adori
Da l’animo amante
Con fede costante
Beltà che le più rare
Doti del cielo entro se stessa accoglie
Ch’ogn’altro merto in se medesma aduna,
Beltà che l’è permesso
Esser d’ogn’alma e d’ogni cor fortuna.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
collocazione Sant.Hs.4086.21

Scheda a cura di Ivano Bettin
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