Scheda n. 443

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1640-1660

Titolo

Un infelice core

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Carissimi, Giacomo (1605-1674)
autore del testo per musica: Baldini, Sebastiano (1615-1685)

Fa parte di

[Arie e cantate] (n. 207/31)

Pubblicazione

[Roma : copia, 1640-1660]

Descrizione fisica

C. 199-208v

Filigrana

Non rilevata

Note

Tit. dall’incipit testuale; cartulazione coeva 206-215v; la partitura presenta i seguenti cambi di tempo: 3/2, C, 12/16, 3/2, C; l’attribuzione della musica a Giacomo Carissimi è nelle fonti seguenti: I Rvat Chigi Q.IV.2, cc.68-89; GB-Och, Ms. 51, cc. 51-58

Titolo uniforme

Un infelice core. Cantata, Il pentimento

Organico

Soprano e continuo

Bibliografia

Morelli 2000: p. 110 n. 488

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, mi minore, c)
S, Un infelice core
%C-1@c 8-'BBB4.B8B/4GE-8-E/4G8-G4B8-B/''4xD2xF8.xD6E/4. E{6xFG}2E/

Trascrizione del testo poetico

Un infelice core
Amò, servì, penò
Molt’e molt’anni ora
A Filli vicino ed or lontano
E per crudel tenore
D’inaspettati affanni
Amò servì penò ma sempre invano
Corse alfine in sua difesa
Sofferenza mal gradita
Servitù ma vilipesa
E la speme sbigottita
Ond’egli alla beltà fatto ribelle
Volle esclamar così contro le stelle
Amai ma tanto amai
Che se n’offese il cielo
A cui dell’alma mia
Gli ossequi io tolsi
Tutto il pensier rivolsi
Ad adorar un cor ch’era di gelo
E sempre indarno piansi invan pregai.
Datemi o Cieli omai
Che l’idolatro cor cangiato nume
Arda d’amor nel proprio sen le piume
E’ cieco Cupido
Credetel amanti
Se v’è chi si vanti
Mostrarli i suoi martiri
Io me ne rido
E’ cieco Cupido
Ai nostri tormenti
Con tanti lamenti
Nulla impetrò l’abbandonato Dio
E’ sordo Cupido
E’ muto Cupido
Languite esclamate
Chiedete pietade
Mai vi risponderà
L’arciero infido
E’ muto Cupido
Un cieco un sordo un muto
M’albergherà nel seno
A sì deforme nume offro gl’incensi
Tu sei folle se pensi
Alato lusinghier ch’io venga meno
Lungi dalle tue piume io le rifiuto
E barbaro l’aiuto dell’ali tue
Ne la pietà riesce
Sembra temprar le fiamme e poi l’accresce
Così le pene mie spesso confonde
Chi non vede non ode e non risponde
Io lo so che’l duol sopporto
La bellezza è tutta pena
Mai non tace una sirena
Se’l nocchier non vede morto
Chi coi prieghi e coi martiri
Spera amando esser contento
Spera invan ogni momento
Le speranze son deliri
Ma da fuori i tuoi sospiri
Dalle selve eco dogliosa
E dì tu se mai riposa
Chi giunger vuol nell’amoroso porto.
Io lo so ch’il duol sopporto
La bellezza è tutta pena
Mai non tace una sirena
Se’l nocchier non vede morto.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rn - Roma - Biblioteca Nazionale Centrale
collocazione MS Musicali 141 [71.9.A.33].31

Scheda a cura di Tiziana Affortunato
Ultima modifica: