Scheda n. 4385

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1700 e il 1710

Titolo

Cantata Per camera à voce sola / Del sig.r Nicolò Porpora

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Porpora, Nicola (1686-1768)

Fa parte di

Pubblicazione

Napoli : copia

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Sutton 1974: n. 56, p. 201

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, fa maggiore, c)
Lidio, chi d’amor sente il foco, il dardo
2.1: Tempo giusto(aria, sol minore, 3/8)
Non annida nel tuo core
3.1: (recitativo, c)
Dunque Lidio gentile
4.1: Allegro(aria, fa maggiore, c)
All’or dirò, che m’ami

Trascrizione del testo poetico

Lidio, chi d’Amor sente il foco, il dardo
E ‘l tormentoso laccio,
A ragion teme il giaccio
Crudel di gelosia e nutre il seno
Di quel freddo veleno,
Onde il sangue si gela a tutte l’ore
E par, che manchi ogni momento il core.
Ma se a te mai non punse
D’Amor lo stral, né t’infiammò la face,
A che turbar la pace
Del mio povero cor, che vive in pene,
Condennato a bacciar le sue catene?

Non annida nel tuo core,
Non alberga nel tuo petto
Quel sospetto, quel timore
Di tiranna gelosia.
Io sol provo in questo seno
Nel rigor d’un fiero inganno
Quel affanno e quel martire,
Che tormenta l’alma mia.

Dunque, Lidio gentile,
Se vuoi, che di Cupido
Siegua l’orme incostanti,
Ogni speme del cor posta in oblio
Il farò sì, ma di te stesso a scorno
Forse avveduta un giorno
Lasciando il finto amor dirai col core:
Sempre fu gelosia figlia d’Amore.

All’or dirò, che m’ami,
Quando vedrò costante
Sul pallido sembiante
L’Imago del tuo cor.
E all’or dirò, che senti
Nel gel di gelosia
D’Amor la tirannia
E l’empio suo rigor.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Gl - Genova - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "N. Paganini"
collocazione A.7.14 (A.1.6).9

Scheda a cura di Berthold Over
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