Scheda n. 4157

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1702

Titolo

14 Ag.o 1702 / Scarlatti

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)

Fa parte di

[20 cantate] (n. 4152/5)

Pubblicazione

Roma? : autografo, 1702

Descrizione fisica

C. 17-22 [olim c. 48-53]

Filigrana

Non rilevata

Note

La data 1702 sembra essere stata cambiata in 1701, probabilmente da mano diversa.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Hanley 1963: n. 292, p. 245

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, la maggiore, c)
Fra mille semplicetti augei canori
2.1: Andante(aria, mi minore, c)
Poscia disse sospirando
3.1: (recitativo, c)
Indi con atto in un pietoso, e forte
4.1: a tempo giusto(aria, fa♯ minore, 3/4)
Crudo ciel sempre sarà
5.1: (recitativo, c)
Deh, tu benigno pargoletto arciero
6.1: Adagio(aria, la maggiore, 3/2)
Con dolce modo sciogli quel nodo
7.1: (recitativo, c)
Comparve allor, chi il crederia?
8.1: Allegro(aria, la maggiore, c)
S’è volere del cielo costante
9.1: (recitativo, c)
E in avvenir m’havrai, ò Filomena

Trascrizione del testo poetico

Fra mille semplicetti augei canori,
Che in frondosa prigion chiusi tenea
Dorisbe vezzosetta,
Con melodia più eletta
Filomena piangea;
Onde a la bella Ninfa
Si dolce e si gradito il canto giunse,
Che di tenero amor tutta la punse.

Poscia disse sospirando
Ancor’io gemo ad’ogn’ora.
Son prigione e non sò
Quando il mio cor ne sarà fuora.

Indi con atto in un pietoso, e forte
Disserrando le porte
Di quel Carcere insieme
Aspro, e gentile
Perche con piena libertà potesse
Spiegar ardito il volo
Il varco aperse a quel pennuto stuolo;
E rivolgendo i mesti lumi all’etra,
Mentre stavan sospesi
In aria i venti,
Sovra musica cetra
Articolò cosi li suoi tormenti.

Crudo ciel sempre sarà
L’Alma mia fra le catene?
Frà gl’affanni, e frà le pene?
Senza haver mai libertà?

Deh, tu benigno pargoletto arciero
Renditi men severo.
Con dolce modo sciogli quel nodo
Onde il mio core avvinto more.

Comparve allor, chi il crederia?
Cupido, e con la mano
A saettare avvezza
A Cupido mostrò, che doppo havere
Il suo caro Usignolo
Fatto un piccolo volo
Dall’olmo al Frasso,
E dal Ulivo al Pino
Tornato era sul tetto
Di quell’antico suo cor diletto:
Intese allor Dorisbe il suo destino
E tenendo nel suol le luci affisse
Apri la vaga bocca,
E cosi disse.

S’è volere del cielo costante,
Che sempre sia amante
D’Eurillo, che adoro
D’verranno i tormenti ristoro
Non sarà più il mio laccio pesante.

E in avvenir m’havrai, ò Filomena
Compagna nel piacer, e nel la pena.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
collocazione Sant.Hs.3987.5

Scheda a cura di Berthold Over
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