Scheda n. 4140

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1689-1694

Titolo

[Io, che lasciato fui]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Stradella, Alessandro (1639-1682)
autore del testo per musica: Apolloni, Giovanni Filippo (ca. 1635-1688)

Fa parte di

[12 cantate] (n. 4128/12)

Pubblicazione

Roma : copia, (1689-1694)

Filigrana

Non rilevata

Note

La lettera iniziale è stata tagliata e sostituita poco dopo la stesura del manoscritto come dimostra la grafia coeva della musica nuovamente copiata sul dorso dell’iniziale. Il manoscritto non porta i nomi del poeta e del compositore.

Titolo uniforme

Organico

Contralto e continuo

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, re maggiore, c)
Io che lasciato fui
2.1: (aria, re maggiore, 3/4)
Il rimedio d’Amor
2.2: (aria, re maggiore, 3/4)
Il non pensare à te
3.1: (recitativo, c)
Mà dimmi empia e rubella
4.1: (aria, re maggiore, 3/8)
Se giovasse il fuggir
4.2: (aria, re maggiore, 3/8)
Lo scordarsi del mal il pianto non asciuga

Trascrizione del testo poetico

Io che lasciato fui
Più che dà gli occhi altrui,
Dal mio Fato crudele in abbandono,
Vengo à provar se giova in strana forma,
E nova cangiar me stesso
E pur l’istesso io sono
Filli, tu mi lasciasti,
Et io dovrei partir,
Mà non ho per fuggir Petto, che basti.

Il rimedio d’Amor
È scordarsi d’amar,
Mà l’istesso dolor
Che mi guida ad’amar
F ache l’anima mia
Sol pensa à Filli
Al suo rimedio oblia.

Il non pensare à te
Curar mi può solo
Mà la tradita fe in sasso mi cangiò
E mentre lete invoco
Corre lete à mio danno
Onde di foco.

Mà dimmi empia e rubella
Per esser infedele
Pensi d’esser più bella
Il vanto di crudele
Morto mi vuoi cresce
Forse ornament à I lumi tuoi?
Così di gloria cede
Nel bel seno di Filli
Lo sdegno all’ira
Alla bugia la fede?
Ò mille volte, e mille
Maledetto quel di ch’al tuo sembiante
Fissai lo sguardo à tante
Prove, e tante per falsa ti ravvigo,
Ogni voce, ogni moto,
Il guardo, il riso, sembra pace et è Guerra
È Nembo, e par sereno, e quanto in te
Si serra è tutta inquita
Tutto è veleno resta perfida
Quella pace à goder,
Con cui mi lasci.
Lasso mà che m’arresta,
Chi mi lega le piante
Della ragione à scorno.
Ah’, ch’in un solo istante
Parto, e resto, amo, oblio,
M’involo, e torno.

Se giovasse il fuggir
Come pronto, e spedito
Mi partirei da te per non morir,
Mà se per ogni lito
Porto meco il mio mal resta cor mio
Tanto abbrugia l’ardor quanto l’oblio.

Lo scordarsi del mal il pianto non asciuga
Ne si vince il dolor quando è fatal
Che val dunque la fuga
Che mi giova il partir
Per vendicarmi tento peno ad’amar
Tanto à scordarmi.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

GB-Lbl - London - British Library
collocazione Add.24311.12

Scheda a cura di Berthold Over
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