Record number 4124
Bibliographic level | Monograph |
Document type | Handwritten music |
Date | Single known date, 1726 |
Composer | Vivaldi, Antonio (1678-1741) |
Composer | Albinoni, Tomaso Giovanni (1671-1750/51) |
Composer | Porta, Giovanni (1677ca.-1755) |
Composer | Lotti, Antonio (1666-1740) |
Composer | Porpora, Nicola (1686-1768) |
Lyricist | Cassani, Vincenzo |
Title | Andromeda liberata Serenata in musica 1726 18 7bre | Musical presentation | Full score |
Publication | [Venezia] : copia, [1726] |
Physical description | 1 partitura (cc. [I], 1-112) ; 228x315mm. Watermark: Tre mezzelune. |
Notes | Il manoscritto è opera di quattro copisti identificati come Scriba 8, Scriba 9, Scriba x, Scriba y; la cartulazione non è coeva. Le arie di Cassiope "Quando chiudere pensai", "Si rinforzi in te la spene", "Con dolce mormorio" e l’aria di Perseo "Non ha tranquillo il cor" sono state attribuite a Tomaso Albinoni. L’aria di Andromeda "Un occhio amabile" è stata attribuita a Giovanni Porta mentre l’aria di Perseo "Sovente il sole" è stata attribuita ad Antonio Vivaldi. Attribuzioni incerte a Nicolò Porpora consistono nella Sinfonia introduttiva, nelle arie "In queste sponde", "Ruscelletti limpidetti", "Dall’alto seggio", "Dalle superne sfere", "Riconosco in voi più bello"; ad Antonio Lotti le arie "Se una sorta di strali Amor avesse", "Peni chi vuol penar"; a Giovanni Porta "Madre, lascia ch’io senta in prima", "Mi piace e mi diletta", "Lo so, barbari fati", "Chi è Fenice ad ogni foco"; a Tomaso Albinoni "Sposo amato/Cara sposa". La serenata fu eseguita in occasione della visita di Pietro Ottoboni a Venezia, il 18 settembre 1726, forse presso il Casino dell’Accademia dei Nobili. |
Uniform title | Popoli, amici, in questo fausto giorno. Serenata, Andromeda liberata |
Medium of performance | 5V,10str: S,S,A,A,T,bc,2tr,2cor,2vl,2vla,vlc |
Bibliographic repertories | SBN: MSM0121141 ![]() |
Bibliography | Everett 1990 Over 1992 Talbot 2006a Talbot 2006b Talbot 1981 |
Analytical description | 1.1: Staccato con spirito (Symphony, fa maggiore, 3/4; 2tr,2cor,2vl,vla,bc) 2.1: (Recitativo, c; A,bc) Perseo, Meliso, Popoli, amici, in questo fausto giorno 3.1: (Aria, re maggiore, 3/8) Meliso, Coro, In queste sponde 4.1: (Recitativo, c; S,bc) Cassiope, O di Giove e di Danae inclita prole 5.1: (Aria, la maggiore, c; S,bc,vl,vla) Cassiope, Quando chiudere pensai 6.1: (Recitativo, c; S,bc; A,bc) Andromeda, Perseo, Sciolta dai ceppi e già sottratta a morte 7.1: (Aria, do minore, 3/8; S,bc,vlc) Andromeda, Un occhio amabile 8.1: (Recitativo, c; A,bc) Perseo, O ingrata, se potesti 9.1: Largo e spiccato (Aria, mi bem. maggiore, 12/8; A,bc,vl,vla) Perseo, Non ha tranquillo il cor 10.1: (Recitativo, c; S,bc; A,bc) Cassiope, Perseo, Signor, quale improvviso 11.1: (Aria, c; S,bc,vl,vla) Cassiope, Si rinforzi in te la spene 12.1: (Recitativo, c; T,bc) Daliso, Dacché il destin mi trasse 13.1: Allegro (Aria, sol maggiore, 3/4; T,bc,2vl,2vla) Daliso, Se una sorta di strali Amor avesse 14.1: (Recitativo, c; A,bc) Meliso, O vicende funeste de' mortali 15.1: (Aria, fa maggiore, 3/4; A,bc,2vl,vla) Ruscelletti limpidetti 16.1: (Recitativo, c; S,bc) Cassiope, Figlia, non più dimore 17.1: (Aria, re minore, 3/8; S,bc) Andromeda, Madre, lascia ch'io senta in prima 18.1: (Recitativo, c; S,bc) Cassiope, Troppo ingrata mi sembri 19.1: Allegro (Aria, fa maggiore, 2/4; S,bc,vl,vla) Andromeda, Mi piace e mi diletta 20.1: (Recitativo, c; S,bc) Cassiope, Al talamo di Perseo 21.1: (Aria, re minore, 3/8; S,bc) Andromeda, Madre, lascia ch'io senta in prima 22.1: (Aria, si bem. maggiore, 3/8; S,A,T,B,bc,2vl,vla) Coro, Dall'alto seggio 23.1: (Recitativo, c) Andromeda, Che sarà, cuore afflitto? 24.1: (Aria, fa maggiore, c; S,bc,2cor,2ob,2vl,vla) Andromeda, Lo so, barbari fati 25.1: (Recitativo, c; T,bc; S,bc) Daliso, Andromeda, La tua nemica sorte 26.1: (Aria, la minore, c; T,bc,2vl,vla) Daliso, Peni chi vuol penar 27.1: (Recitativo, c; A,bc) Meliso, Pria che la dea triforme 28.1: (Aria, do maggiore, c; A,bc,2vl,vla) Meliso, Dalle superne sfere 29.1: (Recitativo, c; S,bc; A,bc) Andromeda, Perseo, Hai già vinto due volte, o Perseo amato 30.1: (Aria, fa maggiore, c; S,bc,vl) Andromeda, Chi è Fenice ad ogni foco 31.1: (Recitativo, c; A,bc; S,bc) Perseo, Andromeda, Pria che del sole i rai 32.1: Largo (Aria, mi minore, c; A,bc,3vl) Perseo, Sovente il sole 33.1: (Recitativo, c; A,bc; S,bc) Meliso, Cassiope, Perseo, Andromeda, amici: è tempo ormai 34.1: (Aria, si bem. maggiore, 12/8; S,bc,2vl,vla) Cassiope, Con dolce mormorio 35.1: (Recitativo, c; T,bc; S,bc; A,bc) Daliso, Andromeda, Perseo, Perseo, che tardi più? Vedi gli allegri 36.1: (Aria, sol maggiore, 2/4; S,A,bc,2vl,vla) Andromeda, Perseo, Sposo amato, cara sposa 37.1: (Aria, re maggiore, 3/8; S,S,A,A,T,bc,2vl,vla) Daliso, Coro, Riconosco in voi più bello |
Poetical text transcription | [Parte prima] [Perseo] Popoli, amici, in questo fausto giorno, In cui veggo abbattuto Delle Nereidi suore il fiero orgoglio, Io non cerco gli applausi e non li curo; Basta che le superbe Di Andromeda che vive La difesa e il mio amor piangan deluse: Disdegnose e confuse Mirino in seno a Teti, Cangiato in duro scoglio Il ministro crudel della vendetta. Che più dunque s’aspetta? Sciolgansi questi lacci Della bella innocente. E ravvisi ogni ninfa, ogni pastore, Di Perseo fortunato Nel braccio invitto l’amoroso core. [Meliso] Signor, l’ira del fato Fiaccasti col valor della tua destra; Opportuno soccorso Al comune dolor silenzio impose; Io non credea già più su questi campi Lieto condur la greggia, Né rallegrar col canto il regio armento; Or tua mercé mi sembra Men grave il peso di canuta etade, E parmi che risorga in me vivace La già perduta e sospirata pace. In queste sponde, In lieti cori, Ninfe e pastori Cantino il guadio Che in noi s’avviva. [Coro] Viva Perseo, viva! [Meliso] Tosto risponda Dal bosco amico, Dal colle aprico Eco giuliva. [Coro] Viva Perseo, viva! [Cassiope] O di Giove e di Danae inclita prole, In me vedi una madre Per man del tuo valor serbata in vita; Al tuo trionfo applausi deggio anch’io, Or che dal tuo valor rimiro e sento Cangiato in sicurezza il mio spavento. Quando chiudere pensai La mia vita con gl’affanni, Men severo il ciel provai, Parve un’ombra il mio timor. Madre afflitta sospirai, E ne’ miei più fieri danni Quel sollievo ritrovai Che mi tolse al mio dolor. [Andromeda] Sciolta dai ceppi e già sottratta a morte, Io dovrei al tuo amor la sua mercede; Ma sappi, Perseo, sappi Che di mia libertà questi che il cielo Mi lascia tua mercé miseri avanzi Rendono la mia vita Dello stesso morir meno gradita. [Perseo] Nulla adunque tu apprezzi Del mio provido amor le prove e il merto? [Andromeda] Gratitudine il vieta [Perseo] e chi fia mai Che tenda nuove insidie alla mia pace? [Andromeda] Una fiamma vivace Che Daliso gentil nel cor m’accese Più misera mi fa di quel che fui. [Perseo] Spietata, vanne a lui, Che immerso in mille oggetti Nulla cura il tuo amore. [Andromeda] O non lo sa o non lo crede il core. Un occhio amabile Che mi piagò, Labbro adorabile Che mi allettò, Tutta mi tolgono La libertà. Né fia possibile Che il suo rigor Renda insoffribile Il mio dolor Perché non perdono La sua beltà. [Perseo] O ingrata, se potesti Obliare sì presto Il mio amor, la mia fede, il tuo dovere! Ah non più, non più mai Sarà ch’io ti rivegga; il ciel ch’è giusto Punirà l’error tuo. Io misero e tradito, Abbandonato amante, Fuggirò questo cielo, lascierò queste arene. Lasso, che fia di me, che fia s’io parto? Vo’ vedermela a fronte; Vo’ ch’ella sappia almeno Il mio fiero tormento, Che l’amo ancora; e poi m’andrò contento. Non ha tranquillo il cor Chi vive amante, Né sa che sia dolor Chi amor non prova. Se poi l’amato ben Si fa incostante, È un male che il peggior Non si ritrova. [Cassiope] Signor, quale improvviso Dolor t’ingombra l’alma? [Perseo] Giusta cagion mi sforza a pianger sempre. Andromeda infedel uscita appena Dalle mani di Cloto Con gl’occhi e con la lingua Parlò sì che potea Disperar ogni amante. [Cassiope] Andromeda infedel? Perseo, t’inganni. [Perseo] Testé mi disse che Daliso accende Un foco in lei maggior d’ogn’altro foco. [Cassiope] Mal credi se ciò credi. Tu suo sposo esser dei, E questi furo i giuramenti miei. Si rinforzi in te la spene Di quel bene Che felice ti può far. Col piacere che mi fingo Mi lusingo Di dar fine al tuo penar. [Daliso] Dacché il destin mi trasse, Sventurato Daliso, a queste spiagge, In traccia di fortuna più felice, Cercai tra questi colli e queste selve All’afflitto mio cor pace e conforto. O quante ninfe io vidi Languir d’amore e sospirar tradite; Altre in lieta sembianza Soffrir tacendo le cocenti fiamme; Ebbi pietà di loro, e anch’io talvolta Penai al loro penar, piansi al lor pianto. Poi colto anch’io nella più verde etade Allora ben conobbi Che amore è un misto di piaceri e pene, Ma sempre il male è assai maggior del bene. Se una sorta di strali Amor avesse, E questa ognor gradita, O che felice vita Sarebbe quella di chi vive amante! Ma se pietosi or fieri egli li vibra, Come essere può mai Che sempre molti guai Si possa nell’amar esser costante? [Meliso] O vicende funeste de’ mortali! La gioia che pareami così bella Cangia sembiante, e d’improvviso male L’alma riempie, che non ben l’intende. Miseri, a quale stato Siamo condotti? E quale orrendo fine Ci minaccia il cielo, onde Sdegni e furore ogni valle risuona? Invan si spera, e invano E si priega e si piange. O tempi, o sorte! Perseo giura vendette, e niega ingrata Andromeda la fede alle promesse. Questa nuova sciagura, Che mi sembra un fantasma, un sogno, un’ombra, D’eccessivo dolor l’anima ingombra. Ruscelletti limpidetti, Che d’intorno a questi fiori Mormorate i vostri amori, L’aspro mio duol ad ogni fior narrate. Vezzosetti, ritrosetti, Non fermate i vostri umori; Tra gl’acerbi miei dolori Perché col pianto mio li avvelenate? [Cassiope] Figlia, non più dimore. O torna a’ lacci e alla primiera sorte O in Perseo riconosci il tuo consorte. [Andromeda] Madre, lascia ch’io senta in prima Il core in libertà, E poi risolverò. [Cassiope] Troppo ingrata mi sembri E spergiura mi fai, se lo rifiuti. [Andromeda] Mi piace e mi diletta L’eroe che mi salvò, Ma più quella saetta D’Amor che mi paigò. [Cassiope] Al talamo di Perseo La ragione ti chiama, e ormai io veggio In periglio l’onor, se non risolvi. [Andromeda] Madre, lascia ch’io senta in prima Il core in libertà E poi risolverò. [Coro Dall’alto seggio A noi discenda Pronubo e placido Dei numi il re. Dal vostro amore Sui nostri altari A lui si giuri Onor e fé. [Parte seconda] [Andromeda] Che sarà, cuore afflitto? Speri giammai per te propizia stella? Ah! Che ben io m’avveggio Che tra spene e timor ten stai sospeso, perché forse non sai, povero core, Che chi è nato al penar vive al dolore. Lo so, barbari fati, Che perfidi al mio ben voi v’opponete Sì crudeli e fieri. Se meco congiurati E privi di pietà che siete, Il cor lo sa solo, severi. [Daliso] La tua nemica sorte Tanto m’afflige e tanto, Che se ben tu non vedi Quest’occhi a lagrimar, ne scopri il pianto. [Andromeda] Ah Daliso, Daliso! Se tu avessi Questa del mio dolor pietà che dici, Tanto ver me crudele non saresti. [Daliso] Già nemico d’Amor amar non voglio; andromeda, lo sai: ama, ch’è giusto, Il tuo Perseo fedel, che ben lo merta. Io parto [Andromeda] almeno non partir sì presto. Odi pria che tu parta Quanto caro mi sei, quanto mi piaci. [Daliso] Se da me speri amore, la speranza è un deliro. [Andromeda] Tiranno! In questa guisa L’amor mio tu disprezzi? [Daliso] Bella, con tal rigore Della mia libertà serbo il piacere. [Andromeda] Piacer che troppo è fiero A quest’alma, o Daliso, che in te vive. [Daliso] Ma piacer, che mi giova? [Andromeda] Arder mi sento Di sdegno e di furore. [Daliso] Già te lo dissi, ancor non voglio amore. Peni chi vuol penar, Ch’io lungi dall’amor vo’ viver sciolto. Non vo’ sentir nel petto Le smanie dell’affetto Né il core a sospirar nel duolo absorto. [Meliso] Pria che la dea triforme Giunga a tentar del mezzo ciel la meta Verem compiute le comuni brame. Giorno più fortunato Sperar non lice; a noi Se ne venga Imeneo, e in seno ai sposi Sparga fecondo e lieto gigli e rose, Né mai destino audace Avveleni il piacer, turbi la pace. Dalle superne sfere, Lieto Imeneo discendi, E tu, notte, distendi Il val ch’asconde il dì. Su, dillo, alato Amore, Che unisti core a core, Se colpo più felice Dalla tua destra uscì. [Andromeda] Hai già vinto due volte, o Perseo amato: Pria mi togliesti le catene al piede, Poscia costante amore Per man di bella fé le diede al core. [Perseo] Dunque più non t’accende Quella fiamma onde pria n’ardea il core? [Andromeda] Questa è la mia vendetta: il dissi, è vero; Ma sol prova della tua costanza. [Perseo] Il timor, la speranza, La gelosia, l’amore Mi fecero soffrir pene di morte. [Andromeda] Godi or della tua sorte, E a chi t’ama e ti sprezza Costante adorator serba la fede. Chi è Fenice ad ogni foco, Fasfalletta ad ogni lume Mal intende quel piacere Che sa dar la fedeltà. D’ogni bella farsi gioco, Ingannare per costume È lo stesso che volere Mendicar la crudeltà. [Perseo] Pria che del sole i rai Tornino ad indorar sul sangue il mondo, Vedrai le nostre faci in nobil gara Ad infiammarsi il petto. [Andromeda] Tu pure del mio affetto Scoprirai le finezze Per compiere l’onor di questo giorno. [Perseo] E Arcadia scorgerà che il ciel destina Che tu sia la mia sposa e mia regina. Sovente il sole Risplende in cielo Più bello e vago, Se oscura nube Già l’offuscò. E il mar tranquillo Quasi senz’onda Talor si scorge, Se ria procella Già lo turbò. [Meliso] Perseo, Andromeda, amici: è tempo ormai Ch’andiamo al tempo, dove Sull’are preparate Il grande sacrifizio, si consumi, E rendasi l’onor ai sommi dei, Cui del nostro gioir devesi il merto. [Cassiope] Andiam, Meliso; da sì lieti auspicii Sperar mi giova per favor de’ numi Il ciel ognor sereno, La greggia lieta e il praticel più ameno. Con dolce mormorio Chiaro sen corra il rio, E l’usignol volando Di verde fronda in fronda Tutti i senti d’amor spieghi col canto. Si accenda ogni desio Del faretrato dio, E l’aura sussurrando Più placida e gioconda, Accresca il mio piacer, compensi il pianto. [Daliso] Perseo, che tardi più? Vedi gli alelgri Cori di ninfe e di pastori accolti Per accrescer la pompa a’ tuoi trionfi. Andromeda, tra noi Non v’è chi più di me goda in mirarti Fatta sposa di Perseo e fuor d’affanni. [Andromeda] Se dei gravi miei danni Tanta pietate avesti, e me’l ricordo, Credere non ti posso Bugiardo adorator di mia fortuna. Andianne, perseo, al tempio ivi si chiuda In presenza dei numi e’l voto e’l giorno. [Perseo] Chiudasi, e quindi nasca L’augurio fortunato D’un amore tra noi sempre beato. [Andromeda] Sposo amato, [Perseo] cara sposa [Andromeda, Perseo] In questo amplesso Stringo al petto il mio tesoro. Dal piacere che sento in esso Puoi saper quanto t’adoro. [Daliso] Riconosco in voi più bello Il godimento, Né rio tormento Vi tolga dal goder. [Coro] A trionfar Si vegga il vero affetto, E sia l’oggetto Del nostro bel piacer. [Daliso] Del lungo amar Sia questa la mercede. Già della fede Non lice più temer. [Coro] Dunque fia ver Che un fido e vero amante, S’egli è costante, Al fin giunge a goder. | Country | Italy | Language | Italian |
Shelfmark | I-Vc - Venezia - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "B. Marcello" Ms. Correr B.9.6. |
Record by Giulia Giovani