Scheda n. 4016

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1700-1730

Titolo

Quando Lidia amorosa

Presentazione

Partitura

Legami a persone

autore incerto: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 100-107v

Filigrana

Non rilevata

Note

La fonte è adespota. Hanely ipotizza un’attribuzione a Scarlatti in quanto è inserita in un gruppo di cantate sicuramente scarlattiane. Non esistono concordanze. Sulla fonte l’indicazione di tempo in 3.1 è segnata c8/12.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Quando Lidia amorosa
2.1: Amoroso largo(arioso, 3/2)
Deh mia dea ristor'un sol dì questo core
3.1: (aria, do minore, c12/8)
Astri barbari non più rigidi
4.1: (recitativo, c)
Ma chi creduto avrebbe
5.1: (aria, fa maggiore, c)
Ingannarmi tradirmi sprezzarmi
6.1: (recitativo, c)
Ah bella io pur t'adoro
7.1: (arioso, c)
Empi lumi v'ingannate
8.1: (recitativo-arioso, c)
Ma con chi parlo ahi lasso
9.1: (arioso, c)
Sì non voglio un cor di scoglio
10.1: (arioso, 3/4)
Ridono i tuoi bei lumi

Trascrizione del testo poetico

Quando Lidia amorosa
Premio di fede al mio dolor darai?
Or che d’Amor trafitto
Semivivo ai tormenti
Moro quasi farfalla ai tuoi bei rai
Né con quei sì tiranni
Vuoi tu placar del mio penar gl’affanni.

Deh mia dea
Ristoro un sol di questo core
Che more per te
A che dirmi infida
Dì sì s’a momenti
Mi nieghi mercè.

Astri barbari
Non pù rigidi
Troppo infausti
Al mio penar.
Occhi belli
Stelle care
Deh cessate
Di saettar.

Costanza cor mio
S’io peno per te
A tuoi sì idol mio
Coraggio di fé.

Astri barbari...
Occhi belli....

Ma chi creduto avrebbe
Che dentr’un Paradiso
D’Angelica bellezza
Albergasse nel sen tanta fierezza.

Ingannarmi tradirmi sprezzarmi
Empia tigre dimmi perché
E’ delitto l’affetto
D’un petto d’amante costante
Che more per te.

Ah bella io pur v’adoro
Io pure idolatra fedel
Del son del tuo nome
E tu m’abborri e tu mi sdegni
Ah cruda dove dove
E il sì che mi dicesti
La fé che mi giurasti.

Empi lumi v’ingannate
Se pensate
D’esser faci al mio morir.
I miei torti a vendicar
Bramo sì con novo ardir.

Ma con chi parlo ahi lasso
Chi le mie doglie ascolta
A chi chiedo pietà chi mi soccorre

Sì non voglio
Un cor di scoglio
Seguir mai più
Né amar quel sì che rio mi fu.

Ridono i tuoi bei lumi et io mi moro.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 34.5.7.45

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
Ultima modifica: