Scheda n. 39

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1710-1740

Titolo

Per un vago desire / [Alessandro Scarlatti]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)

Pubblicazione

[Napoli : copia, 1710-1740]

Descrizione fisica

C. 16r-22v

Note

Tit. dall’incipit testuale a c. 16r; precede l’inizio di mano prob. successiva: Cantata; nome dell’A. dal front. dell’intero ms.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
S, Per un vago desire
%C-1@c '8bB''D'bB6AG''4CC/8C'A''C6DbE'4A''8C6CD/
2.1: And.e(aria, fa♯ minore, c)
Tirsi ti pentirai
3.1: (recitativo, c)
S'avvidde Tirsi allor
4.1: (aria, mi minore, 12/8)
Mi fa morir quel guardo
5.1: (recitativo, c)
Disse e così poi egli seguì
6.1: And.e mod.to(aria, sol minore, c)
Un sospiro oh Dio

Trascrizione del testo poetico

Per un vago desire
Tirsi a Clori insegnò musica un dì
E s’udiva tra lor parlar così
Questo è un do questo è un re
Questo un mi questo è un fa
Questo è un sol questo è un la
Allora questo la si muta in re
Quando al basso si va
Allora questo re si muta in la
Sulla prima lectione
Tirsi a Clori insegnò la mutazione
Allor dissi io ridendo
Insegni o folle Tirsi in tali accenti
A Clori tua ch’è donna i cangiamenti.

Tirsi ti pentirai
Ma forse non potrai
Poi rimediarci più
Se un giorno Clori a te
Già mancherà di fè
Dirà che Amor la sforza
E l’insegnasti tu.

S’avvidde Tirsi allor del proprio errore
Mutò favella e disse in tal tenore
Senti mia Clori senti
I pregi della voce questi sono
Che sia soda e non esca mai di tono
Com’è pregio d’un core
L’esser costante e non cangiare Amore
Indi per iscoprir l’alte sue pene
Così cantava all’adorato bene.

Mi fa morir quel guardo tuo gentil
Dov’io m’accendo ognor di qua di là
Tento fuggir l’ardor per non morire
Ma se quel occhio o Dio
Si volge al guardo mio la sol mi rendo.

Disse e così poi egli seguì
Questa nota che è qui
Si tiene una battuta e l’altre poi
Tutte si corron presto ed il lor nome
Clori se vuoi saper si chiaman crome
Questi segni che miri
Sono tutti sospiri.

Un sospiro o Dio perché
Clori mia sperar non può
Il mio amor e la mia fè.
Qui Tirsi innamorato
Fissò le luci al sen di Clori bella
E perdè la favella
Oppresso dal dolor mesto si giacque
Pria sospirò poi tacque.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Mc - Milano - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "Giuseppe Verdi"
fondo Noseda
collocazione G.78.4

Scheda a cura di Raffaele Deluca e Gabriele Gamba
Ultima modifica: