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Record number 2744

Bibliographic levelConstituent unit
Document typeHandwritten music
DateUncertain date, 1726-1731
ComposerVivaldi, Antonio (1678-1741)
LyricistMetastasio, Pietro (1698-1782)
TitleCantata / Del Vivaldi
Musical presentationParts
Publication[s.l.] : autografo in parte, [1726-1731]
Physical description3 libri parte ; Violino primo (cc. 254-255), Violino Secondo (cc. 256-257), Alto e Basso continuo (cc. 258-262). Watermark: not registered.
NotesI versi "Gelido in ogni vena / Scorrer mi sento il sangue" del primo recitativo sono tratti dall’aria di Cosroe in Siroe, re di Persia (III,5) di Pietro Metastasio. Le parti di Violino primo, secondo e contralto sono autografe; quella del basso continuo è opera di un copista.
Uniform titleAmor hai vinto, hai vinto: ecco il mio seno. Cantata
Medium of performance1V,3str: A,bc,v1,vl2
Bibliographic repertoriesFragalà-Colturato 1987: p. 155
Ryom 1973: p. 68
Ryom 1974a: RV 683
BibliographyDegrada 1987a
Dunham 1969
Folena 1982
Talbot 2006c: pp. 154-160
Timms 1982
Analytical description1.1: (Recitativo, c; A,bc)
Amor hai vinto hai vinto. Ecco il mio seno
2.1: (Aria, mi minore, c; A,bc,vl1,vl2)
Passo di pena in pena
3.1: (Recitativo, c; A,bc,vl1,vl2)
In che strano e confuso
4.1: (Aria, do maggiore, c; A,bc,vl1,vl2)
Se a me rivolge il ciglio
Is part ofCantate Tomo I (record n. 2687)
Poetical text transcriptionAmor hai vinto hai vinto. Ecco il mio seno
Da tuoi strali trafitto. Or chi sostiene
L’alma mia dal dolore abbandonata?
Gelido in ogni vena
Scorrer mi sento il sangue,
E sol mi serba in vita affanno e pena.
Mi palpita nel petto
con nuove scosse il core.
Crodi crudel, e quanto
Ha da durar ques’aspro tuo rigore.

Passo di pena in pena
Come la navicella
Che in questa e in quell’altr’onda urando va.
Il ciel tuona e balena
Il mar tutt’è in tempesta
Porto non vede o sponda,
Dove approdar non sa.
Passo di pena in pena...

In che strano e confuso
Vortice di pensieri
La mia mente s’aggira?
Ora è in calma, or s’adira
E dove ancor si fermi non risolve.
Or in sasso, or in polve
Vorria cangiarsi. Oh Dio! Ma di che mai
Ma di che ti quereli
Cor incredulo, infido,
Di che ti lagni ahimè? Forse non sai
Che nel seno di Clori hai porto, hai lido.

Se a me rivolge il ciglio
L’amato mio tesoro,
Non sento più martoro,
Ma torno a respirar.
Non teme più periglio,
Non teme affanno e pena
L’alma e si rasserena
Come la calma in mar.
Se a me rivolge il ciglio...
Web resources Internet culturale: digitalizzazione integrale
CountryItaly
LanguageItalian
ShelfmarkI-Tn - Torino - Biblioteca Nazionale Universitaria, sezione musicale
Collection Foà - Foà 27(14)

   Record by Giulia Giovani