Scheda n. 2510

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1641-1660

Titolo

Del s.r Abbate Cesti

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Cesti, Antonio [Pietro] (1623-1669)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 155r-166v ; 105x230 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Manca il letterone "Q". La cartulazione originale è 151r-162v.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (refrain, do minore, 3/2)
Quanto sete per me pigri o momenti
2.1: (recitativo, mi♭ maggiore, c)
Tempo tu che ti vanti
3.1: (intercalare, do minore, 3/2)
Quanto sete per me pigri o momenti
4.1: (recitativo, sol maggiore, c)
Vetri che numerate
5.1: (refrain, do minore, 3/2)
Quanto sete per me pigri o momenti
6.1: (arioso, do minore, 3/2;c;3/2)
Rapido e labile
7.1: (recitativo, fa maggiore, c;3/2)
Misero ma che parlo

Trascrizione del testo poetico

Quanto sete per me pigri o momenti
Un secolo di pene
Ogn’hora mi rassembra
Ch’io sto lungi al mio bene e voi tardate
Perch’io compri aspettando
A conto di minuti i miei contenti
Quanto sete per me pigri pigri o momenti.

Tempo tu che ti vanti
Fuggir senza ritorno
E de’ propri tuoi parti esser tiranno
Perché non togli un anno
Di pene a me con far più breve un giorno
Perché non copri i rai
Col tuo bel manto di notte che fai
Vuol forse il Re dell’hore
Per dar piena vittoria al mio dolore
Fermar il plaustro e ritrovar portenti
Quanto sete per me pigri o momenti.

Vetri che numerate
Con atomi cadenti i giri al sole
Ruote che numerate
Con sonoro compasso il corso all’hore
Globbi che distinguete
Or con acque or con ombre
L’etadi al giorno e le vicende al Cielo
Quale otioso velo
Così vi tien sospesi
Che non vediate resi
Immortali ed eterni
Della nostra tardanza i miei tormenti
Quanto sete per me pigri o momenti.

Rapido e labile
Il sol dileguasi
Inreparabile
Fugge l’età.
Solo a mio danno
Le sfere posano
L’hore si fermano
Non c’è pietà.
O sciagure o portento o strane forme
Per destarmi agli affanni il tempo dorme.

Misero ma che parlo
La notte ancor non veggio
E tra l’ombre del dì lasso vaneggio
Deh quietati mio core
Non t’adirar con l’hore
Che il piacer degl’amanti
A un tratto si disperde
E chi scongiura il tempo il tempo perde.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.13(b).19

Scheda a cura di Giacomo Sances
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