Scheda n. 232

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1640-1660

Titolo

Del sig. Tenaglia

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Tenaglia, Antonio Francesco (1612c-1672)

Fa parte di

[Arie e cantate] (n. 207/1)

Pubblicazione

[Roma : copia, 1640-1660]

Descrizione fisica

C. 1r-12v

Filigrana

Non rilevata

Note

Il tit. si ricava dall’intitolazione a c. 1r

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

2.1: 2(aria, 3/2)
Se bellezza avvien che m'arda

Trascrizione del testo poetico

Misero chi si fida
D’un bel volto incostante,
Non è mai senza duol chi vive amante
S’io t’adorassi o bella
Sallo il Ciel, sallo amore
S’io ti chiamassi ogn’or mio ben, mia stella
Lo confessi il tuo core
Qual deità più grande
Sovra di te credessi
Lo sapete voi stessi
Lumi da quali un si bel sol si spande
ch’entro quel mortal velo
Giurai più d’una volta accolto il Cielo
Fur gl’incensi i sospiri
Vittima fu il mio petto
Che feci a te crudele
Tra fiamme di desiri
Sacrifizio d’affetto.
Lusingasti il mio core
Tradisti la mia fede
E nel donar mercede
Empia così ti rese il tuo rigore
Che porgendomi aita
Mi togliesti la vita
Dove nascesti o fera
Qual ti nutrì megera
Come dentro le selve in mezzo all’onde
Dale Sirti profonde
O tra l’arcane belve
Imparasti crudel farti homicida
Misero chi si fida
D’un bel volto incostante
Non è mai senza duol chi vive amante
Negletto vilipeso
Tradito abbandonato
Non sospiro il mio fato
Piango disciolto il cor che già fu preso
Ingrata e tu il sopporti
Di vedermi discior laccio sì indegno?
Perfida è a tanti torti
Vuoi ch’io tempri il mio sdegno?
Godi delle mie pene
Vuoi che gioie serene
Io qui non tragga più?
Facciasi pure torbido il mio sembiante
Non è mai senza duol chi vive amante
Pur dirò che se cieco arsi a’ i tuoi rai
Adorato adorai
Pur sarà vero ingrata
Benché a negar usata
Che cento volte e cento
Gradisti il mio tormento
E’ per tuo duolo e mio conforto insieme
Dirò che l’ore estreme
Del partir che feci io son vanti miei
E se tanto potei
Potrò ancor quanto vuoi
Torcer da lumi tuoi gli occhi e le piante
Non è mai senza duol chi vive amante

Se bellezza amian che n’arda
Tu non tarda
Ma veloce affretta il piè
Cosi è
Cerca invan soccorso altrove
Chi per tempo non si move
A fuggir noto periglio
Se il lampo d’un ciglio
Promette un baleno
Tu fuggi il sereno
Ne voler per tuo mal esser costante
Non è mai senza duol chi vive amante.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rn - Roma - Biblioteca Nazionale Centrale
collocazione MS Musicali 141 [71.9.A.33].1

Scheda a cura di Tiziana Affortunato
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