Scheda n. 1847

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1690

Titolo

Del S.r Aless.o Scarlatti

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)
possessore: Pamphilj, Benedetto (1653-1730; cardinale)

Fa parte di

[Cantate da camera] (n. 1755/6)

Pubblicazione

Roma : copia, (1690)

Descrizione fisica

C. 55-68v

Filigrana

Non rilevata

Note

La cantata è stata copiata per Pamphilj nel 1690.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Hanley 1963: pp. 312-313, n. 416

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, mi minore, c)
Mentre Eurillo fedele
2.1: (aria, mi minore, c)
E pur mi convien piangere
2.2: (aria, mi minore, c)
Amor, chi può sussitere
3.1: (aria, do maggiore, c 3/4)
Perfidi mostri del Regno di Dite
4.1: (recitativo, c)
Ma, dove folle passion empia m'aggiri
4.2: (aria, la minore, c 3/2)
Si mora, si peni, si crucci ad ogn'or
4.3: (aria, la minore, c 3/2)
Si peni, si mora, per sguardo seren
5.1: (aria, re maggiore, c)
Sì, sì, cara beltà
6.1: (aria, si minore, c 3/8)
Spero si, che in vedermi costante
7.1: (aria, mi minore, c)
Ah no, che son fallaci
8.1: (arioso, mi minore, c)
Dunque, Eurillo infelice

Trascrizione del testo poetico

Mentre Eurillo fedele
Su le rive del Tebro
Dolente e lacrimoso
Non trovava al suo mal pace o riposo,
Le meste luci sue nel cielo affisse
E con voci dolenti
Proruppe e disse:

E pur mi convien piangere
Per troppo rio dolor,
Già che non posso frangere
Un impetrito cor.

Amor, chi può sussitere
Con tanta crudeltà!
Il cor non può resistere
In seno all’empietà.

Perfidi mostri del regno di Dite,
Volate, venite,
Correte da me!
Sempre implacabili,
Inesorabili,
Deh laceratemi
E disvellatemi
L’alma dal sen!

Ma, dove folle passion empia m’aggiri?
Viver dunque potrei stolto senz’alma?
Potrei senza il mio bene
Far dolci le mie pene
E nel mare d’amor trovar la calma?

Si mora, si peni, si crucci ad ogn’or,
S’uccida, si sveni il misero cor.

Si peni, si mora, per sguardo seren
S’affligga ad ogn’hora il languido sen.

Sì, sì, cara beltà,
Io vuò morir per te.
Ma fa, che la mia fé
Ti desti almen pietà.

Spero sì, che in vedermi costante,
Ceda vinto il tuo fiero rigor.
Che non suol sempre rigido amor
Dar tormenti ad un’anima amante.

Ah, no, no, che son fallaci
Le speranze lusinghiere
E d’Amor l’accese faci
Sono al cor sempre più fiere.

Dunque, Eurillo infelice,
Soffri le pene tue
Languendo, tacendo,
Ch’altro alla fede tua sperar non lice.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
collocazione Sant.Hs.855.6

Scheda a cura di Berthold Over
Ultima modifica: