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Record number 1790

Bibliographic levelConstituent unit
Document typeHandwritten music
DateUncertain date, 1705-1706
ComposerCesarini, Carlo Francesco (c1665- dopo il 2.9.1741)
CopyistLanciani, Tarquinio
OwnerPamphilj, Benedetto (1653-1730; cardinale)
TitleLa Rosa. Cantata. / Del Sig.r Carlo Cesarini
Musical presentationFull score
PublicationRoma : copia, (1705-1706)
Physical descriptionC. 126-137. Watermark: not registered.
Uniform titleLa vezzosetta Eurinda. Cantata, La Rosa
Medium of performance1V,1str.: S,bc
Bibliographic repertoriesRISM A II: 451002600 external link
Sciommeri 2009-2010: n. 32
BibliographyMarx-Watanabe 1987
Mercantini 2011
Analytical description1.1: (Recitativo, la maggiore, c)
La vezzosetta Eurinda
2.1: (Aria, la maggiore, 3/4)
Scopre al sole il sen vermiglio
3.1: (Recitativo, c)
Quella Rosa gentile
4.1: Tempo giusto (Aria, re maggiore, c)
L'aure, che volano
5.1: (Recitativo, c)
Oh quanto à quella rosa è somigliante
6.1: (Aria, la maggiore, 12/8)
Ò Donzellette
Is part ofCantate e Duetti (record n. 1744)
Poetical text transcriptionLa vezzosetta Eurinda,
Che col maturo senno
Preveniva dagl’anni il corso audace,
Eurinda, à cui sol piace
Prendere à scherzo e gioco
D’Amor lo strale e il foco,
Entro un vago giardin soletta un dì
Vidde la Rosa e favellò così:

Scopre al sole il sen vermiglio
Quella Rosa si vezzosa
Ed il sol cò i rai l’offende.
Gira incauta il guardo, il ciglio
Donzeletta superbetta
Ed Amore il cor l’accende.

Quella Rosa gentile,
Che siede sì vezzosa
Sovra la siepe ombrosa,
Oh quanto è bella e vaga,
Ogni sguardo curioso in lei s’appaga.
Ed essa insuperbita,
Che vede custodita
Dalle pungenti spine
La sua cara bellezza,
Ogn’altro fior disprezza
E par, che dica in sua muta favella:
Io son pur vezzosetta, io son pur bella.

L’aure, che volano,
Tutte le scherzano
Nel vago sen.
Ninfe e pastori
I grati odori
Lieti accarezzano,
Ma poi la sprezzano,
Quando vien men.

Oh quanto à quella rosa è somigliante
D’una vaga Donzella il bel sembiante!
La Rosa all’hor che sente
Del sole il raggio ardente
Perde il suo bello e scolorita cade.
Così perde beltade
Tenera Donzeletta,
All’or che la saetta
Del cieco Dio d’Amore
Le impiaga il seno e le trafigge il core.

Ò Donzelette,
Ch’insuperbite
Della beltade,
Non vi fidate
Del Dio d’Amor.
Languir vedrete
Il bel sembiante,
Se le saette
Del nume infante
Un dì sentite
Giungervi al cor.
 Document image 
CountryItaly
LanguageItalian
ShelfmarkD-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
Sant.Hs.865(15)

   Record by Berthold Over