Record number 11080
Bibliographic level | Constituent unit |
Document type | Handwritten music |
Date | Uncertain date, |
Composer | Melani, Alessandro (1639-1703) |
Title | Tutto pene, tutt’affanni | Musical presentation | Full score |
Publication | [s.l. : copia, XVIII sec.] |
Physical description | C. 79r-81v; 88r-110r ; 202x270 mm. Watermark: Quadrupede in campo cerchiato. |
Notes | Titolo dall’incipit testuale. La cantata occupa le carte 79r-81v e 88r-110 per l’errata collocazione del fascicolo contenente la cantata n. 5 in fase di rilegatura del volume. La sequenza corretta è segnalata da Rondinella in fondo a c. 81v dove è annotato «Siegue dopo questa Cantata» e a c. 88r dall’appunto «vedi a pag. 76». Tale numero di pagina si riferisce a una seconda cartulazione di mano del bibliotecario posta nell’angolo superiore del recto delle carte della presente cantata che non coincide con quella seriore poiché non tiene conto delle carte senza musica nel manoscritto. |
Uniform title | Tutto pene, tutt’affanni. Cantata |
Medium of performance | 1V,3str: S,2vl,bc |
Bibliographic repertories | SBN: MSM0081967 ![]() |
Bibliography | |
Analytical description | 1.1: (Aria, re minore, c; S,bc) Tutto pene, tutt’affanni 2.1: (Recitativo, c; S,bc) Bella s’hora che brilla 3.1: (Aria, la minore, c; S,2vl,bc) Perdonate, ombre mie care 4.1: (Arioso, la minore, 3/4; S,bc) Un amante, larva errante 5.1: (Recitativo-arioso, c; S,bc) Cintia, oh ciel, tu dormi 6.1: Largo (Aria, sol minore, c; S,bc) O tradita mia quiete 7.1: (Aria, re minore, c; S,bc) Cara mia, perché non senti 8.1: (Recitativo-arioso, c; S,2vl,bc) Destin, cavam’il core 9.1: (Aria, la minore, c; S,bc) Nelle guancie del mio core |
Is part of | Composizioni vocali da camera (record n. 7559) |
Poetical text transcription | Tutto pene, tutt’affanni Quivi piango, o Cintia mia E in pensier troppo tiranni Gelo al gel di gelosia. Ma vorrei haver più core Per sentir più strali in petto, M’uccidesse il mio dolore Se son ombra del diletto. Bella s’hora che brilla Con [?]le lucenti Un ciel tutt’oro così Dolente e disperato senti Un ch’a turbar ne viene i tuoi riposi Incolpano i suoi sguardi Incolpano il mio core Se delirando esangue Appresso quei ov’il mio cor consumi Vien farfalla a morir ne’ tuoi bei lumi. Perdonate, ombre mie care, Un che vive disperato A chi porta un cor piagato Non si nieghi il sospirare. Un amante, larva errante, Per pietà vuol lagrimar Son fenice d’una face, Son chimera della pace, Son un mort’allo sperar. Cintia, oh ciel, tu dormi Ed io mastin d’amor Latr’alla luna E con hoimè spietati Così placar pretendo Un ciel di beltà più astri irati Infelice che son io non intendo Ch’al fiato de’ sospir più foco accendo. O tradita mia quiete, Come pianger ti potrò Per destin di due comete Già morir o mai dovrò. E mi convien per mia spietata sorte Sia cambio di mia fe’ paga di morte. Cara mia, perché non senti A battute d’empietà Su la cetra de’ tormenti Quant’a un cor fe’ tua beltà. Destin, cavam’il core E se bear mi dei Tronca lo stame a’ giorni miei E fa’ che muoia Che le vittime sol placano i dei O fierezza, o sciagura Se su la scena d’un piagato core Vuol le tragedie sue il feritore. Nelle guancie del mio core Una rosa si svenò E da quest’il cieco amore Le sue fiamme imporporò. | ![]() | ![]() | Country | Italy | Language | Italian |
Shelfmark | I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella" Cantate 42 [olim 34.6.2] (4) |
Record by Ivano Bettin