Record num. 12668

Bibliographic level

Monograph (upper)

Type of record

Printed text

Date

Single known date, 1677

Title

Li divertimenti poetici. [Parte prima] (n. 1-14)

Music format

Not applicable

Includes

1. La canora tua fama (record n. 12193)
2. La mia musa aricina (record n. 12194)
5. Nel gran cielo di Pindo (record n. 12197)
11. All'hor, che in Elicona (record n. 12203)
12. Ecco di perle un inesausto mare (record n. 12204)
13. Maria, la cetra tua ceppi canori (record n. 12205)

Publication

Roma: Vitale Mascardi, 1677

Watermark

Not recorded

Notes

Frontespizio [a p. VI]: "LI / DIVERTIMENTI / POETICI / DI / MARIA ANTONIA / SCALERA STELLINI / D'Aquaviva / DEDICATI / All. Em.ᵐᵒ e Rev.ᵐᵒ Sig. il Sig. Card. / SIGISMONDO / CHIGI / Per la Sacra Religione di Malta Gran Priore di Roma. // In ROMA per il Mascardi. 1677. / Con licenza de' Superiori."; Imprimatur di Jacopo De Angelis (1611-1695) e Raimondo Capizucchi (1615-1691) [a p. VII]; indice alle p. 283-303; Errata corrige s.i.p. [= p. 304]. Il testimone a stampa utilizzato proviene dalla collezione del cardinal Rospigliosi (cfr. l'immagine). La seconda parte de Li divertimenti poetici fu pubblicata postuma nel 1706 da suo marito Silvestro Stellini ("LI / DIVERTIMENTI / POETICI / DI / MARIA ANTONIA / SCALERA STELLINI / D'ACQUAVIVA / PARTE SECONDA / Postuma /  DEDICATA / All'Eminentiss. e Reverendiss. Signore, / IL SIGNOR CARDINALE / GASPARO / CARPEGNA / Vicario di Roma &c. // IN ROMA, MDCCVI. / Nella Stamperia di Antonio de' Rossi / alla Piazza di Ceri / Con licenza de' Superiori.").

Prima scheda della raccolta comprendente 14 componimenti poetici (anagrammi, madrigali e sonetti) dedicati a Maria Antonia Scalera Stellini (1634-1704), poetessa di Acquaviva delle Fonti ascritta all'Accademia dell'Arcadia di Roma il 20 giugno 1694 con il nome di Aricia Gnateatide (alcune informazioni biografiche, anche inedite, sulla sua famiglia sono presenti nelle schede n. 12621n. 12622 e n. 12664).

La lista degli autori (con il n. dei componimenti) è la seguente: Francesco Antonio Antonelli (1); Michele Brugueres (1); Francesco Maria De Luco Sereni (1); Bartolomeo Galoppi (2); Giovanni Battista Leo (1); Tommaso Maiullari Pepe (1); Carlo Perrone (1); Nicolò Francesco Saulini (3); Tommaso Maria Spada (1); Francesco Antonio Vitale (1) e un accademico degli Irrisoluti [di Galatina?] (1).

Per il canzoniere vero e proprio della Scalera Stellini (n. 15-161) cfr. la scheda n. 12192.

N.B.: La dicitura "autore del testo per musica", a esclusione delle schede n. 12567 e n. 12585, è da intendersi come "autore del testo poetico". 

Uniform title

Bibliographic repertories

Poetical text transcription

[P. VIII-XI]: "Eminentissimo e reverendissimo signore padron colendissimo. Se dalla sommità dei suoi splendori, dal colmo delle sue grandezze, e da gli heroici fatti di sua prodigiosa virtù (quali ergendo le colonne all'eternità della gloria prescrivano i termini ad'ogni humano intelletto) non trasparisse qual da lucido cristallo, la generosa nobiltà dell'animo di vostra eminenza, haverei dubitato, che nel concorso di tanti applausi, e che nel cumulo di sì impareggiabili honori, non avesse sortito luogo il tenue tributo della mia devota osservanza; questa confidenza, eminentissimo signore m'assicura, che 'l vastissimo cielo del suo merito non isdegnarà mirare nella notte del mio ingegno, il fiacco lume di picciolissima lucciola, e che quella stella, da cui viene ornato, compartirà, qual lucidissimo sole, i suoi raggi anche nelle più infime paludi del mio nulla. Con tal scorta dunque humilmente vengo a presentarle queste poche gocciole d'Aganippe, supplicando l'eminenza vostra ricerverle, non con freddi humori di povero stile, e d'ignuda eloquenza, ma come stille accese nel vivo centro d'una ossequiosa servitù, degnandosi honorarle del suo riverito patrocinio, acciò possa gloriarmi, se non hebbi la musa amica nel comporle, haver avuto la sorte fautrice nel dedicarle; meditando nell'arringo de critici sotto la tutelar difesa di si poderoso campione non dubito, che benigno non accetti l'offerta; me n'assicura quella bontà, che la rese l'epilogo delle meraviglie, & il dispensiere delle grazie, delle quali quanto meno se ne scorge incapace il mio merito, tanto più ravvisarà il mondo l'indole generosa del suo cuore, e l'inimitabile magnanimità dè suoi costumi, quali sò, che scusaranno il mio ardire, & ingrandiranno la picciolezza del dono; con che chinandomi riverente à suoi piedi, mi dichiaro per sempre. Di vostra eminenza. Humilis. devotis. obligatis. serva. Maria Antonia Scalera, Stellini."

[P. XII-XV]: "A chi legge. Lo stesso titolo del libro darà à penetrare à tuoi lumi (saggio lettore) ch'io non vivo trà gli agi della fortuna, ma trà disagi del destino, le cui mordaci non permettono in Parnasso tener lunga conversazione cò metri dell’armoniche muse. Non può tutta vivere alli studi, chi hà da far studio per vivere. Voglio, che solo resti edificato di mè, che una fatiga hò fatto sollievo dell’altra, che dopò il lungo tedio di pungere tutto dì le tele con l'ago, hò per divertimento la sera atteso à pingere con la penna le carte, a punto come i fanciulli, che dopò scola si solazzano ad imbrattare i fogli cò sbozzati fantocci. Mi dirai, che abozzi di sera dovevano essere sepelliti nella notte del silenzio, non farli di balzo comparire sù l'aurora à lumi del mondo critico con le stampe; rispondo non stimare ambizione di genio, ciò, ch'è stato tributo d’osservanza. L'ossequio devo à commandi di chì può, e l'ubidienza ch'è cieca, mi fa dar l'ombre alla luce. Se le mie composizioni non giungono sù l'erto di quelle cime, ove l'arguzia, e l'acutezza dè moderni han posto le colonne del non plus ultra allo stile, devi compatire, che non può seguire i passi di gigante il piè debole d’una donna, che se trà l'armonie più acute, e più sonore d'Euterpe, e Clio fan dissonanza di metro, ti ricordo, anco sù la cetra di quel musico locrese lo stridulo garrir d'una cicala suppli d’una corda rotta le veci. Se bene le virtù tutte son vestite da donne, e con nomi feminini chiamate, sò che per lo più trà maschi hoggi si trovano, la cui generosità sò, che conoscerà, che sempre è oggetto di compassione chi è donna. Mi protesto però, che le voci fato, destino, idolo, adorare &c. sono espressivi poetici, non sensi d'una penna, che si vanta d'essere più cattolica, che poetica. Ne intendo (tolga Dio) pregiudicare alcun particolare quando, ò d'abusi dè vizij moderni, ò della virtù conculcata favello, solo intendendo di astratte idealità, non di persone reali, che avezza solo a far sù le tele punture innocenti, protesto, che, la penna, e l’ago mio non è quello di Silvia con Marco Tullio. Vivi sano."

Country

Italy

Language

Italian

Shelfmark

I-Rn - Roma - Biblioteca Nazionale Centrale
shelfmark 71.11.A.4

Other items

CND-Ttfl - Toronto - University of Toronto, Thomas Fisher Rare Book Library

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Record by Giovanni Tribuzio
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