Scheda n. 8456

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1711-1740

Titolo

Cantata Per camera a voce sola / del Sig.r Barone d’Astorga

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Astorga, Emanuele d’ (1680-1757)

Fa parte di

CAN. / DI / AST. (n. 8436/8)

Pubblicazione

[S.l. : copia, 18° sec.]

Descrizione fisica

CC. 43r-48r

Filigrana

Non rilevata

Note

Il tit. si ricava dall’intitolazione a c. 43r, nel margine superiore lato sinistro della stessa c. è presente il numero della cantata. Timbro appartenenza piccolo con le cifre 00675 alla c. 48r. Timbro R.COLLEGIO DI MUSICA ad inchiostro nero su tutti i recto delle carte.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Ladd 1982: p. 264, n.87

Descrizione analitica

1.1: Affettuoso(aria, sol maggiore, 3/4)
S, Gran piacer saria l’amore
%C-1$xF@3/4 =1/{'8.G6A}4G{8.Ft3EF}/{6GAB''C}8D'G''4E/{8.D6E}4D{8Ct'6B''C}/4'B--/
2.1: (recitativo, sol maggiore, c)
S, Barbara legge oh dio
3.1: Andante(aria, sol maggiore, 6/8)
O più non ingannarmi

Trascrizione del testo poetico

Gran piacer saria l’amore
Se un geloso rio timore
Non turbasse il suo seren.
Ma si tosto ch’egli scocca
Stral che dolce il cor ci tocca
Dentro al petto un van sospetto
Lo converte in rio velen.

Barbara legge, oh dio,
Che il più dolce il più grato piacer che sia
Converti in gran tormento.
Poiché appena ad amar comincia un’alma
Che perdendo la calma
Più che nave tra l’onde abbandonata
In tempesta crudel sempre è agitata,
Ben questo cor lo prova
Che per te sol sospira.
Filli spietata che già lusinghiera
Con dolci vezzi fra le tue ritorte
Avvincesti il cor mio per dargli morte.

O più non ingannarmi
O cessa al fin d’amarmio bella ingrata.
Che l’empia gelosia
Che affligge l’alma mia tropp’è spietata.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-PLcon - Palermo - Biblioteca del Conservatorio di Musica "Vincenzo Bellini"
collocazione Arm. I Pis. 1.8

Scheda a cura di Sebastiano D’Ippolito Tamburo
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