Scheda n. 810

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1700-1750

Titolo

N° 35

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Astorga, Emanuele d’ (1680-1757)

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1700-1750]

Descrizione fisica

C. 103-105 ; 210x280 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Il compositore è segnato solo nell’indice, non nel titolo. In altre fonti manoscritte la cantata è datata 1713.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bini 1995: p. 417
Ladd 1982: 119

Descrizione analitica

1.1: Andante(aria, la maggiore, c)
s, Nuovo dardo il sen m'impiaga
2.1: (recitativo, c)
s, Povero cor che fai?
3.1: A tempo giusto(aria, la maggiore, 3/8)
s, Già che più mio non sei

Trascrizione del testo poetico

Nuovo dardo il sen m’impiaga
Nuovo ardor quest’alma accende
E il mio cor più non difende
La sua cara libertà.
Tanto è dolce e tanto è vaga
La cagion de le sue pene
Che fuggir le sue catene
O non vuole o pur non sa.

Povero cor che fai?
Perché incontro ten vai
A quei lacci ch’Amor per te prepara?
Se di perder la cara tua libertà
Nulla ti cale, almeno
Rifletti a quegli affanni
Che già soffristi un tempo
Sotto il rigido imper del nume alato
E se il tranquillo stato
Nulla ti ritien
Cauto il timor ti renda
E dal nuovo periglio ei ti difenda.
Ma tu più non m’ascolta
Infelice mio cor
Già dal mio con un dolce sorriso
Con un tenero sguardo a sé ti trasse
Quella beltà gradita
Che sola può sanar la tua ferita.

Già che più mio non sei
Ama fedel colei che t’ha piagato
Se col tuo amor costante
Di te la rendi amante
Ella può farti sol un dì beato.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rama - Roma - Bibliomediateca Accademia Nazionale Santa Cecilia
fondo Mario
collocazione A.Ms.3710.30

Scheda a cura di Silvia Castellan
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