Scheda n. 7406

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1650-1700

Titolo

Sovra carro stellato del Sig.r Antonio Farina Serenata a voce sola con VV.

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Farina, Antonio (sec. 17.)

Fa parte di

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1650-1700]

Descrizione fisica

C. 27-41 [olim 30-38]

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano, 2 violini e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Friggi 2013: I, 115-120; II, 73-91 (edizione)

Descrizione analitica

1.1: Sinfonia(introduzione strumentale, la minore, c)
2.1: (recitativo-arioso, la minore, c)
Sovra carro stellato
3.1: Ritornello(interludio strumentale, la minore, c)
4.1: (aria, sol maggiore, 3/2)
Care mura felici io pur v'adoro
5.1: (recitativo, c)
Filli mio ben oh Dio che fai? che pensi?
6.1: (aria, la minore, c)
Se l'affetto nel tuo core
6.2: (aria, la minore, c)
S'il tuo bel che m'innamora
7.1: (recitativo, c)
Ma già nel mar d'Atlante
8.1: (aria cavata, c3/2)
Che resti il cor se di qui parte il piede

Trascrizione del testo poetico

Sovra carro stellato
Corre placida notte
E in dolce oblio profondo
Stanco del lungo oprar riposa il mondo.

Io sol veglio ai tormenti
E se tal’hora il sonno
Spiega l’humide piume
piango sognando e con acerbe pene
Su l’ali de sospir volo al mio bene.

Care mura felici io pur v’adoro
Crudi sassi ch’in voi celate
Il mio Nume idolatrato
D’un amante disperato
I sospiri al mio ben portate.
M’oda la cruda e poi contento io moro
Care mura felici o pur v’adoro.

Filli mio ben oh Dio che fai? che pensi?
Io piango e tu non m’odi
De miei fieri tormenti
S’impietosisce il cielo
E tu forse spietata
Ragion del mio dolor pietà non senti?
Ma con chi parlo? Ahi lasso
S’i miei caldi sospiri io spargo a un sasso?
Sonno tenace e forte
Forse del mio bel nume ingombra i sensi
Filli mio ben oh Dio che fai che pensi?

Se l’affetto nel tuo core
Filli mia loco non ha
Un amante che si more
Odi almeno per pietà.
S’il tuo bel che m’innamora
Nega pace a miei martir
Vieni homai dimmi ch’io mora
Che contento io vo morir.

Ma già nel mar d’Atlante
Sorge fastoso il giorno e più non posso
Qui raggirar il pie’ furtivo Amante
Parto ma vuol Amore
Per trofeo di mia fede.
Che resti il cor se di qui parte il piede.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.5.32 [olim Cantate 37].3

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
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