Scheda n. 7276

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1740-1760

Titolo

Cantata:29: del Sigr: Barone Astorgas. Se in remote contrade

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Astorga, Emanuele d’ (1680-1757)

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1740-1760]

Descrizione fisica

9 p. (82-90) ; 225x305 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Una copia di questa cantata è conservata in I-Nc 34.5.9(20) con il titolo "Se in romite contrade". Si veda la scheda n. 2547 a cura di Giacomo Sciommeri.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Ladd 1982: B 169, p. 302

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Se in remote contrade
2.1: (aria, do minore, c/)
Sì ritorna a me fedel
3.1: (recitativo, c)
Troppo ahi troppo soffersi
4.1: Affettuoso(aria, fa maggiore, 3/8)
Vo narrando le mie pene

Trascrizione del testo poetico

Se in remote contrade
Tra duri giacci orridi boschi e monti
Lontan da la tua Clori
Tirsi, tu peni in tormentoso affanno,
Con duolo più tiranno
Benché nel patrio suolo,
Senza te la tua Clori ogn’or sospira,
Ovunque i lumi gira
Il cielo, il sol, le stelle
Sembrano oscure larve agl’occhi suoi.
Tu consolar sol puoi le pene sue
Col desiato giorno
Del tuo permesso già fedel ritorno.

Sì, ritorna a me fedel
Se non brami il mio morir.
Cedo al fato mio crudel
Se più resti in lontananza
Né più so con la speranza
Raddolcire il mio martir.

Troppo, ahi, troppo soffersi
Di lontananza ria gl’aspri tormenti,
De’ miei queruli accenti
A questi campi intorno
Già per lunga stagione il suon s’udio;
E pur invano, oh Dio,
E lagrime e sospiri io sparsi sempre
Che il mio fiero destin non cangia tempre.

Vò narrando le mie pene
Al ruscello al zeffiretto
Per destin d’amor tiranno.
Vò dicendo ov’è il mio bene
Qual’ardor nudrisce in petto
Ma rispondermi non sanno.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

B-Bc - Bruxelles - Conservatoire Royal, Bibliothèque
collocazione 15155.7

Scheda a cura di Nadia Amendola
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