Scheda n. 7161

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1831

Titolo

Da che Tirsi mirai

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)
possessore: Pisani, Pietro (1761-1837; Barone)

Fa parte di

Pubblicazione

[S.l. : copia], 1831]

Descrizione fisica

P. 173-187

Filigrana

Note

A p. 173 in alto il nome "Scarlatti"; a p. 179 presenti tracce di scrittura posteriore lungo il margine inferiore del foglio, consistenti in delle cifre notate d’altra mano e d’altro inchiostro (vedi immagini). Maccavino (p. 37) rileva alcune differenze fra questa cantata e l’omonima riportata in Pis. 3(3).

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Hanley 1963: pp. 169-170
Rostirolla 1972: p. 411

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
S, Da che Tirsi mirai
%C-1$xFC@c 8-'8F4A''4C!8C!f/!'4A!f4-''8C8D/4D!8D!f!'x4B!f/
2.1: (aria, fa♯ minore, 3/4)
S, Non so cosa sia
3.1: (recitativo, c)
S, Non vuole altro che Tirsi
4.1: Adaggio [!](aria, la minore, 3/8)
S, No, non è Amore quel che m'accende
5.1: (recitativo, c)
S, No, non è Amor ma certo
6.1: (recitativo, c)
S, Quello stesso desio
7.1: (aria, fa♯ minore, c)
S, Per farsi intendere

Trascrizione del testo poetico

Da che Tirsi mirai
Un occulto piacere,
Un insolito affanno,
Un nuovo ardor dentro il petto mi sento:
Parea che fosse gioia ed è tormento.

Non so cosa sia,
Un foco ho nel cor
Che dà all’alma mia
Diletto, sospetto,
Speranza e timor.

Non vuole altro che Tirsi
Per caro oggetto de’ pensier la mente,
O vegli o dorma, sempre
Benché lontano ei sia m’appar presente.
Sol di Tirsi m’appago
E qual che non è Tirsi a me dà noia.
Non conosciuta gioia
Mi dà il nome di Tirsi
E se ad altri che a Tirsi
Volgo il pensiero, un non so che mi sgrida
Dicendomi tacendo: infida, infida.
Se di Tirsi favello
Trema la lingua e il cor palpita in seno
Vorrei che Tirsi almeno
Compatisse il mio duolo.
In questa guisa vivo
Né so già come moro, né so perché.
Sdegno non è, ché saria pien d’orgoglio,
Amore esser non può, ché amar non voglio.

No, non è Amore quel che m’accende
E’ lento foco che a poco a poco
Io credo poi di farsi Amor pretende.

No, non è Amor ma certo
Movimento dell’alme,
Che rappresenta agl’occhi
Tirsi vago, magnanimo, costante
Che vuol benché no[n] può rendermi amante.

Quello stesso desio
Che fa pensar mia [!] Tirsi
Vuol ch’io gli scopra ancora il genio mio.
Ma no chiuse [!] non è cieco né stolto
Chiaro la [!] leggerà scritto al mio volto.

Per farsi intendere
Bastano gl’occhi:
Se il labro tace,
Occhio vivace
Ti fa comprendere
Se Amor lo tocchi.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-PLcon - Palermo - Biblioteca del Conservatorio di Musica "Vincenzo Bellini"
fondo Pisani
collocazione Arm. I Pis. 2.15

Scheda a cura di Irene Scalia
Ultima modifica: