Scheda n. 7089

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1691-1750

Titolo

Oh che lacci io sento al core | Cantata da Camera | A Due Voci | Soprano, e Basso | Del Sig.r Giovanni Bononcini | VII.

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Bononcini, Giovanni (1670-1747)
autore del testo per musica: Paglia Francesco Maria
possessore: De Glimes, Jules (1814-1881)
dedicatario: Leopoldo I d'Asburgo (1640-1705)

Fa parte di

Pubblicazione

[S.l. : copia, 18° sec.]

Descrizione fisica

1 partitura (8 c. con paginazione da 33 a 48) ; obl. 220x315 mm

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Oh che lacci io sento al core. Duetto, Duetto da camera op. 8

Organico

Soprano, basso e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: Vivace(duetto, sol minore, 3/2)
S, Oh che lacci io sento al core
2.1: (recitativo e aria, c)
S, Quando formò cupido
2.2: Andante(aria, sol minore, c)
S, Un ciglio ch'è arciero
3.1: (recitativo, c)
B, Almen qualche ristoro
4.1: (aria, fa maggiore, 6/8)
B, Se t'impiaga un dolce sguardo
5.1: (recitativo, c)
S, Ogn'amante ha nel sen

Trascrizione del testo poetico

Oh che lacci, io sento al core
Un guardo saettarmi,
Ma cresce la mia pena
E sempre più m’affligge
Se un guardo m’incatena
E si cambia l’ufficio al mio dolore.

Oh che strali, io sento al core
Un crin dovria legarmi,
E sempre più m’affligge
Ma cresce la mia pena.
Un crine mi trafigge
E si cambia l’ufficio al mio dolore.

Quando formò Cupido
L’idea del mio periglio,
Per honorar la strage
Del mio core infelice,
Volle del suo trionfo arco un bel ciglio.

Un ciglio ch’è arciero
Al par di quel Nume
Che l’alma piagò.
Un ciglio ch’è nero
E pur del suo lume
Nel Cielo una stella
Più bella trovar non si può.

Almen qualche ristoro
Ritrovi alla tua pena
E senza speme io moro
Se il tuo martire ha la sembianza amena.

Almen qualche ristoro
Ritrovi alla tua pena
Di speme io vivo
Se il mio martire ha la sembianza amena.

Se t’impiaga un dolce sguardo
Il rimedio sta col dardo
Sempre esposto a’ tuo favore.

Se m’annoda un biondo crine
Belle son le mie ruine
Ma in quell’oro è midia il core.

Ogn’amante ha nel sen
Tempesta e calma e delirio dell’alma,
Contrastar le ruine
Solo in ciò non è uguale,
Il tuo laccio al mio dardo
Che il tuo nacque dal crine il mio dal guardo.

È diletto dell’alma,
Contrastar le ruine
Solo in ciò non è uguale,
Il mio laccio al tuo dardo
Che il mio nacque dal crine il tuo dal guardo.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

B-Bc - Bruxelles - Conservatoire Royal, Bibliothèque
collocazione 581.3

Scheda a cura di Giuseppe Migliore
Ultima modifica: