Scheda n. 7080

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1710-1740

Titolo

Cantata a voce sola

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Sarro, Domenico Natale (1679-1744)

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1710-1740]

Descrizione fisica

7 c. (36-42)

Filigrana

Filigrana non presente (non rilevata )

Note

titolo dall’incipit testuale

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Gialdroni 1988: p.190 n. 29

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, do maggiore, c)
Dimmi bel neo che fai
2.1: Vivace assai(aria, la minore, c)
Cosi amor mi desse in sorte
3.1: (recitativo, la minore, c)
No m'inganna il pensiero
4.1: Largo assai(aria, re minore, c)
Che vaneggia quest'alma
5.1: (recitativo, do maggiore, c)
Si neo chiamar
6.1: Allegro(aria, do maggiore, c 12/8)
Si tu parli o cara

Trascrizione del testo poetico

Dimmi bel neo che fai
Sul vezzosetto labro
Del bell’idolo mio
Forse natura
Di quel vago cinabro
Impose a te la cura
O pur vi stai
Per comando d’amore
Qual presagio di morte a chi s’impegna
Da quei rubin vivaci
Le dolcezze rapir rapire i baci
Ah no mi dice il core
Che vi stai per insegna
A divotar che quanto
Di dolcezza e di vanto
Tra natura e d’Amor splende e s’aggira
Nei labri del mio ben tutto s’ammira.

Così amor mi dasse in sorte
Di gustar quella dolcezza
Che in quei labri ascosa sta
Che sa il neo nunzio è di morte
Pur di morte la fierezza
Lieta l’alma soffrirà.

No m’inganna il pensiero
E come mai sia vero
Che stia la morte unita
Dunque bel neo
Sei tu custode o segno
D’un tesoro vitale
Benché per me fatale
Se custode tu sei deh fammi segno
Di sugger quell’umore
Che può dar vita al moribondo core
E segno se tu sei
Ditemi o Cieli o Dei come poss’io
Immergere in quel fonte il labro mio.

Che vaneggia quest’alma smarrita
Con un neo che senso non ha
Se il mio bene che darmi può vita
Di mie pene non sente pietà

Sì neo chiamar ti deggio
Calamita fatal de cori amanti
Ma lasso e che vaneggio
Hai tu forze bastanti
A tirar il desio ma che se puoi
I contenti d’Amor donar non puoi.

Sì tu puoi darli o cara
E ancora più che mai
Mi dai sempre dolore
Deh placati mia vita
Aita un cor che langue
Ch’esangue spira e muore.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
fondo 34.6.27
collocazione cantate 251.10

Scheda a cura di Marica Campisano
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