Scheda n. 6525

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1674

Titolo

I brindesi nell’occasione del lautissimo banchetto fatto in Roma dall’Eminentssimo Sig. Card. Antonio Barberino a i Ministri del Re Cattolico, per la pace stabilitasi tra le due corone, di Francia e di Spagna

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Monesio, Pietro Giovanni (?-1684)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte prima, p. 10-12

Filigrana

Non rilevata

Note

Il testo poetico fa riferimento alla Guerra anglo-spagnola (1655-1660) che vide la Francia alleata al Commenwealth of England. Gli scontri, come ricordato nei versi, si svolsero anche nelle Fiandre. La pace fu ristabilita con la firma del trattato dei Pirenei il 7 novembre 1659 e divenne ufficiale con la risalita al trono di Carlo II nel settembre 1660. Il cardinale Antonio Barberini, in Francia dal 1645, fu nominato arcivescovo di Reims da Luigi XIV il 27 giugno 1657.

Titolo uniforme

Olà turbe guerriere. Forma non specificata

Trascrizione del testo poetico

Olà turbe guerriere
Il furor sospendete,
E voi trombe di Marte atre foriere
Tacete, omai tacete;
Non sia chi tenti più pugna severa;
La discordia sparì, la pace impera;
E voi bronzi tonanti
Con strepito funesto
Non vomitate più globi fumanti
Da l’infocate gole;
Più marziali eccidi il ciel non vuole.

La stridula voce
Di timpani e trombe
Con eco feroce
Non sia che rimbombe
Per l’Etra mai più;
Ma al suono concorde
D’armonici plettri,
Di musiche corde,
Dolcissimi elettri
Si bevan su,su.

Le tazze più cupe
Rosseggian del vino,
Che manda à Quirino
L’Etrusca dirupe,

Il nappo sia colmo
De l’oro, che brilla,
E in Creta distilla
La sposa de l’olmo.

Con dolci tributi
Di Bromio spumante
Il Gallo festante
L’Ibero saluti.

Coll’ambra, che inonda
In gelida neve
Al Gallo, che beve
L’Ibero risponda.

E mentre in simil forma
Alternate tra voi brindesi amici
De ber sien legge e norma
O lieti Galli, o giubilanti Iberi
Di Filippo e Luigi i nomi alteri
E presagisca ogniuno a i Regi illustri
Con cor divoto eternità di lustri.

Cinto il crine di pallida uliva
Lieti eventi la pace n’accenna;
Quindi annuncia con voce festiva
Gioie eterne al Tago e a la Senna.

Più non rugge il belgo leone
Agitato da febre guerriera;
Più non teme sanguigna tenzone
Ne’ suoi campi l’Insubria altera.

La reina del popol volante
Più non ama del sol gli splendori,
Ma del giglio già fattasi amante
Sol’adora il monarca de’ fiori.

Or che al suolo la pace è discesa
Goda pure l’invitto Parigi,
Che fecondo il sen di Teresa
Vedrà tosto un novello Luigi.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
collocazione ARCA VII 24.4

Scheda a cura di Nadia Amendola
Ultima modifica: