Scheda n. 6175

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1750-1831

Titolo

Cantata del Sig:r Gion: Luier

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Lulier, Giovanni Lorenzo (c1662-1700)

Fa parte di

Pubblicazione

[S.l. : copia, 18° sec.]

Descrizione fisica

PP. 122-138

Filigrana

Filigrana costituita dalle lettere FP (Rilevata alle pagine 125, 133, 137 )

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Una beltà divina
%C-1$xFC@c 4-'8A6A6A8A8B8B8B/8-8B8B6B''6C8D8D
2.1: (aria, re maggiore, 6/8)
Cento e più cori
3.1: (recitativo, c)
Si, si bambino alato
4.1: (aria, re maggiore, 6/8)
Con la speme di grato ristoro
5.1: (recitativo, c)
Ite pur, né temete
6.1: (aria, re maggiore, 3/4)
Esser cruda non può donna ch'è bella

Trascrizione del testo poetico

Una beltà divina
Ch’ha un cielo in fronte e ne begl’occhi amore
Con soave rapina m’abbaglia i sensi
E m’incatena il core.
E sì dolce il contento
Ch’in contemplarla, in vagheggiarla io sento
ch’in estasi d’amore il cor in volto
Esser Argo desìa per sì bel volto.

Cento e più cori
Aver vorrei
Che li darei
Tutt’al mio ben.
Io l’amo tanto
Che questo core
Per tanto amore
Mi langue in sen.

Sì, sì bambino alato,
Vibra pur quanto sai
Il tuo dardo infocato,
Stringi il cor, lega l’alma e m’incatena
Che per cagion si bella
In dolcezza si cangia ogni gran pena
E sol per te desìa
In servitù gradita
Ogni pena soffrir l’anima mia.

Con la speme di grato ristoro
Al nume ch’adoro
Miei sospiri correte, volate.
E su l’ali d’ardente desio
All’idolo mio
Il mio core dolente portate.

Ite pur, né temete
Di trovar in quel sen alma più bella.

Esser cruda non può donna ch’è bella.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-PLcon - Palermo - Biblioteca del Conservatorio di Musica "Vincenzo Bellini"
fondo Pisani
collocazione Arm. I Pis. 3.8

Scheda a cura di Giuseppe Migliore
Ultima modifica: