Scheda n. 5628

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1786

Titolo

Cantata

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Sigismondo, Giuseppe (1739-1826)
copista: Sigismondo, Giuseppe (1739-1826)
possessore: Sigismondo, Giuseppe (1739-1826)

Fa parte di

Pubblicazione

[Napoli : copia, 1786]

Descrizione fisica

1 partitura (c. 85-149) ; 220x275 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Sull’ultima carta "Giuseppe Sigismondo per suo divertimento compose in 8bre 1786"; il manoscritto apparteneva alla collezione di Giuseppe Sigismondo, acquisita dalla biblioteca alla sua morte.

Titolo uniforme

Ove son, chi mi desta. Cantata, L'arrivo dei pastori alla capanna

Organico

4 soprani, coro (S,S,T), 2 corni, 2 violini, viola e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (introduzione strumentale, re maggiore, c)
2.1: Larghetto(recitativo, 12/8)
Ove son? Chi mi desta e chi dal dolce
3.1: Allegro(aria, sol maggiore, c)
Quel ruscello che tra le sponde
4.1: (recitativo, c)
Tirsi? Amati compagni ancora scorsa
5.1: (aria, si♭ maggiore, 3/8)
Prescrisse i limiti
6.1: (recitativo, c)
Udite udite io nel decorso giorno
7.1: Andantino(recitativo, c)
Fortunati pastori
8.1: Allegretto(aria, fa maggiore, c)
Dal suo celeste trono
9.1: (recitativo, c)
Melibeo. Filen. Tirsi
10.1: Maestoso(aria, do maggiore, 3/4)
Per noi d'amore acceso
11.1: (recitativo, c)
Si tronchi ogni dimora, uniti andiamo
12.1: Allegro(aria, re maggiore, c)
Lascia sugli astri il tuono
13.1: (recitativo, c)
Già l'astro luminoso
14.1: (aria, mi maggiore, c)
Gloria a Dio, Gioia alla terra
14.2: (aria, mi maggiore, c)
Giù dal Ciel quaggiù discese
14.3: (aria, mi maggiore, c)
Gloria a Dio, Gioia alla terra
14.4: (aria, do minore, 3/8)
Questo Dio che in umil antro
14.5: (aria, mi maggiore, c)
Gloria a Dio, Gioia alla terra
15.1: (recitativo, c)
Appressatevi pure, o voi che foste
16.1: (aria, la maggiore, c)
A lui dovuti sono
17.1: (recitativo, c)
Aspettato Messia ecco al tuo piede
18.1: (aria, re maggiore, 3/8)
Tra gli error di questa vita
19.1: (recitativo, c)
Ecco dinanzi a te Verbo incarnato
20.1: Andante sostenuto(aria, mi♭ maggiore, 3/4)
Vero Nume che l'anime erranti
21.1: (recitativo, c)
Oh nostro Redentor Divino infante
22.1: (rondò, si♭ maggiore, c)
Adorato pargoletto
23.1: (recitativo, c)
Fidi pastori i vostri offerti doni
24.1: (aria, sol maggiore, 12/8)
Dormi di nostra vita

Trascrizione del testo poetico

[Parte prima]

[Tirsi]
Ove son? Chi mi desta e chi dal dolce
Sonno richiama i sensi?
Chi mi scosse? Che avvenne?
Qual insolita luce
Veggo splender sull’etra, e quali voci
Canore ascolto che per l’aere ameno
Non più rigido e tetro
Con dolce melodia
Danno insolita gioia all’alma mia?
Fileno, Melibeo venite a parte
Di strana meraviglia,
Destatevi, sorgete
Ad ammirar corati ciò ch’io vedo
E comprender non sò. Ma che? Vaneggio.
Un tal portento a noi
Esser non può funesto;
Onde di gran mister segno è pur questo.

Quel ruscello che tra le sponde
Duro gel tenea ristretto
Or disciolto e limpidetto
Mormorando corre al mar.
Volgo il guardo e veggo il colle
Di bei fiori e d’erbe ornato
E nel piano ancora il prato
Si rinverde e lieto appar.

[Fileno, Melibeo]
Tirsi? ... [Tirsi] Amati compagni ancora scorsa
Oltre la sua metà non è la notte
E sembra già che il sole
Con duplicati raggi
Illumini la terra. Or che provate
A portenti sì strani? [Melibeo] Io già rimango
Fuor di me stesso. [Fileno] Già di Primavera
Tutto il bello raccolta ora si scopre;
Oh come mai la Terra
Veste un novello ammanto
On come il dolce canto
Degli augelli canori alletta e piace?
[Tirsi]
Deh mirate come
Le [...] stelle
Più lucide e più belle
Danno sì chiara luce all’etra intorno,
Che tal splendore or rassomiglia al giorno.
[Fileno]
Senza l’augusto cenno
Del Supremo Fattor nulla si move
Nella terra, e nel Ciel. Se dunque il mondo
Or si cangia così di grande arcano
Questa è certa cagion, né si comprende
Da nostra mente oscura
Perché gli ordini suoi cangi natura.

[Fileno]
Prescrisse i limiti
Di nostra mente
Quel divin arbitro
Onnipotente
Allor che l’anima
Dell’uomo creò,
E perché volle
Degli altri arcani
Che il reo mortale
Non fosse istrutto
Pria fece il tutto
Poi l’uom formò.

[Tirsi]
Udite udite io nel decorso giorno
Pria di cadere all’occidente il sole,
Mentre verso l’ovile
Riconduceva il gregge
Sull’altro d’una quercia
Vidi scherzare uniti in bella pace
Bianca colomba col falcon rapace.
[Melibeo]
Io pur nell’ora usata
D’abbeverar le care pecorelle
Con gran stupor mirai
Insiem trescar (deposta ogni fierezza,
Contro il costume usato)
Vorace lupo e un agnellino allato.
[Tirsi[
Ma qual sacro terrore
Spiran l’aure d’intorno?
[Melibeo]
Qual vince il ciel sì chiaro
Purissimo splendor? [Fileno] D’incerti affetti
Qual tumulto in me provo?
[Melibeo]
Qual sembiante? [Fileno] Che veggo? [Tirsi] Ove mi trovo?

[Angelo]
Fortunati pastori,
Lungi, lungi il timore
Dall’alte meraviglie ormai cessate
Al Ciel diletti e cari
I prodigi, i portenti
Che fan le vostre menti
Tanto pensar.
Mistici segni sono
Che sotto spoglia frale
Nato è il verbo divin, fatto mortale.
Dunque gloria cantate,
Gloria all’eccelso Dio
Che per divina sua alta virtute
Dona pace alla terra, all’uom salute.
Ei già non venne d’ostro e d’oro ornato
Né fra l’armate squadre
Ma vittima al voler del sommo Padre.
Tra rosse paglie in pochi cenci avvolto,
In orrida spelonca il troverete
In Bettelem di Giudia
E’ quel felice speco
Che il tutto in sé raccoglie.
Or dunque voi fissate al Cielo il guardo
E rimirate quella
Più chiara e luminosa e vaga stella,
Ella al sacro ricetto
Fida scorta sarà, tremi l’Inferno.
Non più guerra, oh mortali,
Si deposero l’armi, i scudi, e i strali.
Ecco di pace il segno
Per cancellar della primiera colpa
Del primo germe il danno,
Già l’eterno datore
(Ch’è per voi tutto amore)
Mandò l’eterno Verbo
D’uomo a vestir tra voi la spoglia frale
E sia dunque in eterno
Gloria a Dio, pace all’uomo, guerra all’Inferno.

Dal suo celeste trono
Il Divin figlio scese
Uman per noi si rese
Del tutto il grande autor.
D’un sì pietoso dono
Gioite sì gioite,
Ad adorar venite
Un Dio ch’è tutto amor.

[Fileno]
Melibeo! [Tirsi] Filen! [Melibeo] Tirsi!
[Tirsi]
Qual gioia [Fileno] E qual contento
E’ questo? [Melibeo] Ah per tanto
Piacer stupido io resto.
[Tirsi]
Per tenerezza io piango. [Fileno] Io sudo e fremo
[Melibeo]
Udiste alfin perché sì lieto il Cielo
A noi si dimostrò? Perché di tanti
Così chiari portenti
Non diè segni la terra?
Perché gli antri e le sfere
Con insolita luce
Le fenebre fregaro?
Come in un punto solo
Cangiò la terra e il mondo
E natura e sembianza?
Ah che maggior contento
Più mirabil trionfo,
Più lieta e fausta sorte
Giammai sperar poteva il nostro core
Or che d’umana spoglia
Si veste chi dal nulla il tutto trasse,
Chi dà legge al destin, chi regge il fato,
Il mondo al par del Ciel sarà beato.

[Melibeo]
Per noi d’amore acceso
Discese il verbo eterno
A renderci felici,
A debellar l’inferno,
Le rie catene a frangere
Di nostra servitù.
Ei rende ognun difeso
Dalle mondane voglie
Le fiamme allettatrici
Del nostro sen ritoglie
Già sento il cor che s’anima
D’insolita virtù.

[Fileno]
Si tronchi ogni dimora, uniti andiamo
A vagheggiare il nuovo sol già nato.
Ei che l’amato stato
Dell’uom cangiò col divenir mortale.
[Melibeo]
Ah che non posso invero
Altro induggio soffrire,
Andiam che intento ogni picciol momento
E’ gran pena al mio core e gran tormento.
[Tirsi]
Ma che mai recheremo
A quel divino amoroso bambino?
[Melibeo]
Una candida agnella
Del gregge la più bella
In dono offrirle io vò. [Fileno] Di quanti fiori
Potrò raccorre a questi colli intorno,
Un serto formerò leggiadro e adorno,
E se a lui d’appressarmi avrò fortuna
N’ornerò le sue chiome, e la sua cuna.
[Tirsi]
Del più pregiato latte
Che a premer corro dal lanuto armento
Un dono io li farò nel nostro stato
In povertade abietta
Più darli non potrem, vili per lui
Son questi doni è vero,
Pur di nostre ricchezze è solo il frutto
Ed è dovuto al grande autor del tutto.

[Melibeo]
Lascia sugli astri il tuono
Il gran motor del Cielo
Cinto d’umano velo
Langue per nostro amor.
[Fileno]
Or che dall’alte sfere
Fra noi già venne un Dio
Voglio divoto anch’io
Tutto offerirgli il cor.
[Tirsi]
Già dal celeste Regno
Venne l’Adam secondo
A cancellar dal mondo
Del primo il grave error.
[Melibeo/Fileno/Tirsi]
Chi mai più bel contento
A scorno della morte
Potea da Dio sperar.
Ah che per gioia io sento
In sì felice sorte
Il core giubilar.

[Parte seconda]

[Tirsi]
Già l’astro luminoso
Ferma l’usato corso e in terra scende.
[Melibeo]
Mirate come splende e su quel monte
Sen corre a riposar.
[Fileno]
Dunque fia questo il sospirato speco
Meta al nostro cammin? [Tirsi] Dubbio non resta.
[Melibeo]
Siam giunti alfine. [Fileno] La spelonca è questa.
[Tirsi]
Par che di foco ardente
Tutto scintilli il luogo fortunato.
[Melibeo]
Qual armonico e grato
Angelico concerto odesi intorno
[Fileno]
Ecco il divin soggiorno
Che altero di quel bel che in sé racchiude
Cangia in giorno la notte e l’ombra esclude.
[Tirsi]
Qual pomposo corteggio
D’alati spirti io veggio.
[Melibeo]
Ah d’appressarmi temo.
[Fileno]
Io non oso parlare. [Tirsi] Il cor nel petto
Con palpito improvviso
Tra piacere e stupor giace diviso.
[Melibeo]
Ecco il nato Messia, oh quanto è vago
[Fileno]
Oh come vince assai
Ogni umana beltà la sua bellezza.
[Tirsi]
Oh quanta tenerezza
Spirano i sguardi suoi, nel suo bel volto
Io già rimiro il Paradiso accolto.

[Coro di Angeli]
Gloria a Dio, Gioia alla terra,
Pace all’uom che retto sia
E’ già nato il gran Messia
Che l’Inferno fa tremar.
Oh felici voi Pastori
Più gli affanni i vostri cuori
Non potranno tormentar.
[Angelo]
Giù dal Ciel quaggiù discese
Chi diè lume agli astri, al sole
Chi creò quest’ampia mole,
Chi dà leggi ai venti, al mar.
[Coro di Angeli]
Gloria a Dio, Gioia alla terra,
Pace all’uom che retto sia
E’ già nato il gran Messia
Che l’Inferno fa tremar.
Oh felici voi Pastori
Più gli affanni i vostri cuori
Non potranno tormentar.
[Angelo]
Questo Dio che in umil antro
Or vagisce pargoletto
Venne in terra, oh grande affetto,
L’uman germe per salvar.
[Coro di Angeli]
Gloria a Dio, Gioia alla terra,
Pace all’uom che retto sia
E’ già nato il gran Messia
Che l’Inferno fa tremar.
Oh felici voi Pastori
Più gli affanni i vostri cuori
Non potranno tormentar.

[Angelo]
Appressatevi pure, o voi che foste
Pastori eletti ad adorare un Dio,
Che per eccesso d’infinito amore
Nelle più gelid’ore
D’orrido verno le divine faci
Apre al mondo per voi. Per voi pietoso
Di frale spoglia cinto
Entro povere fasce eccolo avvinto.
In questo antro remoto
Prive d’ogni soccorso, in mezzo a due
Che riscaldan sue membra, asino e bue.
Offrite i vostri doni a lui che in terra
Tra disaggi e perigli
Per desio di salvar l’uman lignaggio
Di vostra libertà si rende ostaggio.

A lui dovuti sono
Più di qualunque dono
D’un puro sen gli affetti
L’opre, i pensieri, i detti,
I moti d’ogni cor.
Nulla s’asconde a lui
Che le vostr’... vede
Che al giusto dà mercede
Punisce il peccator.

[Tirsi]
Aspettato Messia, ecco al tuo piede
Chi fassi degno di adorarti in terra.
Chiara luce che splendi
Del mondo nell’orror, perdon concedi
Perch?é tempo di grazie
A un cor macchiato e infetto
Di tante colpe e tante. I pertinaci
Sdegni detesti, i lubrici desiri.
Deh tu accogli i miei voti, i miei sospiri.
Al par di questo latte,
Ch’umile in dono io t’offro,
Rendi l’anima mia candida e monda.
Tuo grande amor diffonda
La sua grazia, il perdon su tutti noi
Or che il vindice nostro esser tu vuoi.

Tra gli error di questa vita
Così labile e fugace
Or tu rendi a noi la pace
Umanato Salvator.
A calcar la via smarrita
Tu ne impara o nostro Duce
Splenda a noi tua vera luce
Tra le tenebre e l’orror.

[Fileno]
Ecco dinanzi a te, Verbo incarnato,
Quel Pastor fortunato
Che ti adora qual sei, Qual si compiaci
Esser non sol per lui
Ma per l’intera prola
Del Padre damo, e in atto umile t’offro
Un dono per te povero e vile. Errpu
Questo mio dono è tuo dono o Signor.
Nascer facesti ove il gelo regnava
Erbe odorose,
Soavi frutti e peregrine rose
Esultando la terra al nascer tuo
Già le stagioni unite
Mostran del tuo poter l’opre infinite.
Io di quanti potei fiori raccor
Là nella valle e’l monte
Ghirlanda ne formai per adornarne
Questa negletta cuna
Troppo indegna di te mio caro Dio.
So che ardito son io ma in questo pianto
Che d’amor, di speme è giusto effetto
Un cor pentito vedi
Che a te mio Dio consacro, Ah tu lo rendi
Sempre amante di te. Fa che per sempre
Al par di questi fiori
Di fede e carità spargo gli odori.

Vero Nume che l’anime erranti
Riconduci nel retto sentiero
Da te spero perdono e pietà.
Ah se accogli pietoso i miei pianti
Che son figli di speme ed amore
Il mio core bramar più non sa.

[Melibeo]
Oh nostro Redentor, Divino infante,
Prosteso alle tue piante
Ti adoro, e in questo punto
Spirar vorrei dall’amor tuo consunto.
Unico bene tra i mondani affanni,
Nostra speme e sostegno,
Che ne inviti a goder l’eterno Regno.
Questo che a te presento
Primizia dell’armento
Candido agnello in umile tributo
Non sdegnare o Signor. A te vorrei
Altro dono offrir, ma pur tu sai
Che in sì povera sorte
Altro non ho che un core,
E l’offro a te mio pargoletto amore.
Dell’error suo della primiera colpa
Tu lo spoglia oh mia vita
Di speme e di bontà fonte infinita.
Tutto cangiar mi voglio un nuovo core
Donami per pietà nuovo costume
Infonda in me della tua grazia il lume.

Adorato pargoletto
Che dal Ciel tra noi scendesti
Tu la pace alfin rendesti
All’afflitta umanità.
Se più cori avessi in petto
Tutti offrirli a te vorrei,
Compensar così potrei
L’ineffabil tua bontà.
Dalla gioia e dal diletto
Inondarmi io sento il seno
E non so spiegare appieno
Quell’amor che ugual non ha.

[Angelo]
Fidi pastori i vostri offerti doni
Accetta il sommo Dio, ma il don migliore
Che gradisce assai più è un umil core.
Or dolce sonno ingombra
I sacri lumi suoi,
Ma il suo spirto divin veglia per noi
E mentre par che dorma
Al Padre Onnipotente
Offre per voi se stesso. Al duro giogo
Sottrarvi ei vuol dell’angue iniquo e rio,
Che sol d’un uomo Dio
Può l’infinito amore
Degno olocausto offrirti nel Creatore.
Ite felici intanto
Alle vostre capanne,
E promulgate non sol di Giudea
Agli ultimi confini
I decreti divini; ma scorrendo
Altre Provincie ancor. Ciò che apprendeste
Altrui ridite e del supremo Amore
Le prime siate voi trombe sonore.
[Melibeo]
Mentre il Bambin celeste
Dolcemente riposa, uopo saria
Pria di partir di lusingar intanto
Il sonno a lui con la sampogna el canto.
[Fileno]
Applaude ognun di noi
Al sublime pensier. [Tirsi] Risuoni omai
La pastoral sampogna. [Melibeo] A te rendiamo
Nuove grazie o Signor se a nuova vita
Siamo per te rinati
Questi spiranti canori fiati.

[Fileno, Tirsi, Melibeo]
Dormi di nostra vita
Caro pietoso autor,
Dormi del nostro cor
Delizia e pace.
Dormi bontà infinita
Amato Redentor,
Dormi dispensator del ben verace.
Dormi fedele aita
Dell’uomo peccator,
Dormi trionfator del tempo edace.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione Cantate 289 (olim 20.5.24).2

Scheda a cura di Giulia Giovani
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