Scheda n. 5392

Tipo record

Scheda singola

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1749

Titolo

Cantata per la Nascita del Santo Bambino à 3 voci co V.V. / di Nicola Sabatino

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Sabatino [Sabbatini, Sabatini], Nicola (c1705-1796)
possessore: Sigismondo, Giuseppe (1739-1826)

Pubblicazione

[Napoli : autografo incerto, 1741-1760]

Descrizione fisica

1 partitura (32 c.) ; 220x280 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

A c. 31v: "Finis Laus Deo, ac Dei p[...] | nell’anno 1749"; il manoscritto apparteneva alla collezione di Giuseppe Sigismondo, giunta in biblioteca alla sua morte.

Titolo uniforme

Ove drizzate il piè fuor di voi stessi. Cantata, Cantata per la nascita del Santo Bambino

Organico

2 soprani, tenore, 2 violini e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Ove drizzate il piè fuor di voi stessi
2.1: Spiritoso(aria, la maggiore, 2/4)
Cadde alfin di Giuda il Regno,
3.1: (recitativo, c)
Oh nostra cieca mente
3.2: Largo(cavatina, sol maggiore, 12/8)
Vid'io perciò gli attoniti pastori
3.3: (recitativo, c)
Ed ecco che vedrem dai lidi eoi
4.1: Allegro assai(aria, mi♭ maggiore, c)
L'uomo servo tra ceppi e catene
5.1: Largo(recitativo, c)
è questo il sol che ogn'altra luce oscura
6.1: Largo assai(aria, sol maggiore, 4/2)
Padre che al caro figlio
7.1: (recitativo, c)
Gl'angeli su nel cielo parmi di udire
8.1: Largo moderato(aria, fa maggiore, 6/8)
Alla mia stanca vita

Trascrizione del testo poetico

[Simeone]
Ove drizzate il piè fuor di voi stessi
Sacri fidi compagni,
Letitia e stupor, dubbi e confusi?
[Osia]
Gl’alti prodigi che miriam d’intorno
I nostri passi a te spingono, oh Padre,
Che delle umane e le divine cose
Interprete fedele Iddio ne diede
[Michea]
Non vedesti dal Cielo
Insolito splendor in notte oscura
Discendere tra noi
E dileguar gli usati foschi orrori?
Deh mira come il sole
Fuor del usato, luminoso e chiaro
In tre distinti giri
Và de’ suoi raggi adorno
[Osia]
E par che il ciel festeggi,
Placido goda il mare,
E la gelata ed orrida stagione
Cangiata in primavera
Fà che di frutta e fior ricco e pomposo
Rida il campo fecondo, il prato erboso.
Veggiam tanti prodigi
Son le cagioni ignote
E come l’alma poi stupir non punte?
[Simeone]
Deh sgombrate del cuore,
Meraviglia e timor e nasca in lui
Una Santa letizia. Ah questi sono
I presagiti segni e questo è ormai
Il sospirato dì lieto e giocondo
In cui nato è il Messia, è nato alfine
Il Salvator del Mondo.
De’ Padri nostri i Sacri vaticinii
Ecco adempiti onde col cuor sincero
Del gran Dio d’Isrraello
Nel Bambino adoriam l’alto Mistero.

[Simeone]
Cadde alfin di Giuda il Regno,
Già spuntò di Gesse il fiore,
Di Davidde il Sacro pegno,
Di giustizia lo splendore
Della pace venne il Re.
Al suo nome eccelso e forte
Già la colpa è presso a morte
Al suo chiaro e dolce lume
Ogni reo buggiardo nume
Cade vittima al suo piè.

[Osia]
Oh nostra cieca mente
Che ravvisar non puote a tanti segni
L’esser venuto al mondo
L’aspettato Messia.
[Michea]
Ma pure Iddio promise
Di rivelarne il dì felice [Simeone] E forse
Fallì l’alta promessa? Egli a pastori
Di cui parlò lo spirito del Profeta
Già per Angelo suo l’ha rivelato
[Osia]
Ah che purtroppo veri
Sebben rassembri a noi lor senso oscuro
I vaticinii furo.
Vid’io perciò gli attoniti pastori
Abbandonar capanne e campi e armenti
E al nato Redentor lieti e contenti
Seco portar agnelli e frutta e fiori.
[Michea]
Ed ecco che vedrem dai lidi eoi
Venir vedrem dall’indiche maremme
I Regi adoratori e offrir divoti
Sabea messe odorosa, arabe gemme
E prostrati curvare al piè celeste
Le coronate teste.
Rider vedremo in ogni parte ancora
Se bene alpestra e dura
L’amica pace e già ne’ tetri abissi
La discordia fugata, nel suo trono
La giustizia regnar sicura e fida
Di più spessi prodigi
Vedrem l’operatore
Dalla sua destra amica
Debellata vedrem l’oste nemica.

[Michea]
L’uomo servo tra ceppi e catene
Legno scosso ed infranto dall’onde
Or già libero e sciolto diviene
E ritorna all’amiche sue sponde
E di giogo più tema non ha.
Chi quei lacci e quel giogo discioglie
Quel nocchier che lo guida e lo regge
Ha già preso fera di sue spoglie
E con nuova sua placida legge
Ei nel porto sicuro ne andrà.

[Osia]
È questo il sol che ogn’altra luce oscura
Il fronte de piaceri
Al nascer suo sgombrata ogni mestizia
Ricingi il cuor con ardente letizia.
All’apparir del suo divin sembiante
L’annose querce e fin gli aridi legni
Rinverdir noi vedremo
E rendere al cultor messe ubertosa
La ricca terra opima,
E biondeggiar le spighe, infide monti
In su la steril cima.
Né più co’ velo o tra le nubia scodo,
Tra tuoni e tra fulgori
Gli oracoli udirà la gente eletta
Ma con placido volto e luminoso
Ei di virtù darà le sacre norme
Ed i più degni esempi
Né più il Signore delle armate squadre
In lui vedrà, ma il suo Maestro e Padre.

[Osia]
Padre che al caro figlio
Mostra pietoso il ciglio,
Pastor che il gregge amato
Al fonte guida e al prato,
In esso il Mondo avrà.
Le miserie infelici,
L’imbelle stuolo oppresso,
Il difensore in esso
Il suo conforto avrà.

[Simeone]
Gl’angeli su nel cielo parmi di udire,
I cherubini e i serafini ardenti
Lodare il sommo Dio
Con incessanti armonici concenti.
[Osia]
Deh porgiamo ancor noi
Nuovi plausi di gloria
All’immensa pietà del facitore
[Michea]
E tributi d’onor offriamo umili
Al suo divino amore.
[Simeone]
Santo giubilo, oh Dio, l’alma si strugge
M’occupa i sensi e la mia lingua annoda
[a 2: Michea, Osia]
E chi a piacer cotanto Regge
Ne il cor si scioglie in pianto.

[Simeone]
Alla mia stanca vita
Signore il corso arresta
Qual altro mai mi resta
Più grato e bel piacer.
[Osia]
E qual più degno oggetto
Veder può cor fedele
[Michea]
Se dalle genti il lume
La gloria d’Istraele
Ei vide con piacer.
[a 3]
Sia lode al sonno nume
Che il popol suo diletto
Di grazie ricolmò.
[Osia]
Alla mia stanca vita
Signore il rogo arresta
[Simeone]
E qual più degno oggetto
[Michea]
Se delle gentil il lume
[Simeone]
Veder può cor fedele
[Michea]
La gloria d’Istraele.
[Osia]
Qual altro mai mi resta
[a 3]
Ei vide con piacer / Più grato e bel piacer
Sia lode al sonno lume
Che il popol suo diletto
Di grazie ricolmò.
Andiam spirti divoti
A porger laudi e voti
Al nato Redentore,
Lodiamo il Santo amore
Ch’egli per noi serbò.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione Cantate 247 (olim 32.1.1)

Scheda a cura di Giulia Giovani
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