Scheda n. 5185

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1690-1710

Titolo

Venga chi veder vuol stupor immensi

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Mancini, Francesco (1672–1737)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 119r-122v

Note

Per l’attribuzione a Mancini cfr. bibliografia. Probabilmente copia da un copista spagnolo: a fol. 121r: "Sigue Aria" scritto con grafia molto simile ad altri ms spagnoli della raccolta reale nella stessa Biblioteca.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Wright 1975: p. 412, nº 197
Anglés - Subirá 1949: vol. I, p. 414

Bibliografia

Wright 1975: p. 412

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, si♭ maggiore, c)
S, Venga chi veder vuol stupori immensi
2.1: (aria, si♭ maggiore, c)
S, O vaga ò bella bocca
3.1: (recitativo, c)
S, Che beltà che vaghezza
4.1: (aria, si♭ maggiore, 3/4)
S, Per non farmi più penar

Trascrizione del testo poetico

Venga chi veder vuol stupori immensi
Raccolti in breve giro
D’una bocca vezzosa
Ove la dea di Amor sen giace e posa.
Qui di perle ridenti
Vedrai vezzi leggiadri
Con labra di rubino
Che servon dardi al feritor bambino.

O vaga o bella bocca
Fonti d’ogni piacer:
Coperto in quelle rose
Per saetar s’ascose
Il pargoletto arcier.

Che beltà, che vaghezza
Chi non dirà che quell’amata bocca
Il compedio sia della bellezza,
A quel si vago innesto
Di porpore e coralli
Anche cede l’aurora
E il bel vermiglio suo perde e scolora.
Labra belle e vivaci
S’io languisco in mirarvi
E che fariano, oh dio, i vostri baci.

Per non farmi più penar
Bella bocca dimmi un sì
Perche sempre questo core
Agitato dal tuo amore
Non ha pace notte e dì.

Paese

Spagna

Lingua

Italiano

Segnatura

E-Mn - Madrid - Biblioteca Nacional
collocazione M/2246.53

Scheda a cura di José María Domínguez
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