Scheda n. 5154

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1700

Titolo

Dialogo a 2 voci con violini / Venere e Marte / Antonio Farina

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Farina, Antonio (sec. 17.)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 134-144

Filigrana

Non rilevata

Note

5.2 presenta qualche variante rispetto a 5.1.

Titolo uniforme

Gran Dio delle battaglie. Cantata, Venere e Marte

Organico

Soprano, basso, 2 violini e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, sol maggiore, c)
Gran Dio delle battaglie
2.1: (aria, la minore, 3)
Bellezza tua vaga
2.2: (aria, 3)
Suo sguardo lucente
3.1: (recitativo, c)
Ferisci pur che sì piagata io godo
4.1: (recitativo-arioso, c)
Dal folgorar del tuo sembiante vago
5.1: (aria, mi minore, c)
Son Salmoneo fulminato
5.2: (aria, c)
Saettato in mezzo al seno
6.1: (recitativo, c)
Trafitta Citarea
7.1: (aria, la minore, c)
Fra quell'armi che spargono sangue
7.2: (aria, c)
Più ferisce un bel crine ch'è biondo
8.1: B,bc(recitativo, c)
Sì bella sì più delle fiamme e spade
9.1: (aria, si minore, c6/4)
Da tuoi begl'occhi
9.2: (aria, c)
Quest'alma adora
10.1: (arioso, c)
Se adorata son io
11.1: (duetto, sol maggiore, c3/2)
Amato mio core/Gradito mio ben

Trascrizione del testo poetico

Gran Dio delle battaglie
Il cieco nume il faretrato arciero
L’arco focoso ha nel tuo ciglio nero
E sì nell’alma mia scocca il suo dardo
Che saettata al core
La piaga adoro e m’è nemico Amore.

Bellezza tua vaga
Il seno m’impiaga
E al core è gradita
Sì dolce ferita

Suo sguardo lucente
E’ dardo lucente
E’ stral sì sereno
E’ caro al mio seno.

Ferisci pur che sì piagata io godo
Prigioniera d’un crine in sì bel nodo.

Dal folgorar del tuo sembiante vago
Incenerito è Marte e più ch’in campo
Non fan gl’archi guerrieri
Vibran saette i tuoi bei lumi arcieri
Delle vittorie il Dio ben si dà vinto
Da un pargoletto nume
Hor che da’ tuoi bei raggi ha il core estinto.

Son Salmoneo fulminato
E’l tuo sguardo il Giove fu
Prigionier d’un crine aurato
Dolce al cor la servitù.

Saettato in mezzo al seno
fu da tua vaga beltà
e quel volto tuo sereno
M’involò la libertà.

Trafitta Citarea
Dal Dio più vittorioso
Adora il colpo e porta il dardo ascoso
E sì dolce e sì cara è sua ferita
Che nel mirarti solo
Ama ne gl’occhi tuoi gl’astri del Polo.
Del saettar nell’arte vede sì ben ah
Benché è cieco Amore.
Che nel ferire ha suo bersaglio un core.

Fra quell’armi che spargono sangue
E’ lo strale d’amor più pungente
Amator porta l’anima esangue
A un colpo d’un volto lucente

Più ferisce un bel crine ch’è biondo
Che non fa crud’arcier fulminante
e trafigge un sembiante più il mondo
Che di Marte il ferir saettante.

Sì bella sì più delle fiamme e spade
Dei fulmini guerrieri
Con sì fulgide nevi
Incenerisce il seno to adorato
E se taci se parli o pur se guardi
Nel labro hai l’arco e ne bei lumi i dardi.

Aria
Da tuoi begl’occhi
Saette scocchi
Con crudeltà
Né mi vuo sciolto
Il tuo bel volto
In libertà

Quest’alma adora
E m’innamora
Quel tuo bel crin
Mi dono reso
All’arco teso
Del dio bambin.

Se adorata son io
Mio ben solo tu sei l’idolo mio
e mentre adoratrice
Ho gl’occhi miei nel tuo sembiante immoti
D’un’alma ch’idolatra ascolta i voti.

Amato mio core/Gradito mio ben
Contento maggiore
Piacer più seren
Goder non si può
Che stringersi al sen
Quel sol che s’adora
Quel ben ch’innamora
Lo stral ch’impiagò

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.5.28.28

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
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