Scheda n. 5152

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1700

Titolo

Cantata a voce sola / Farina / O ministre del pianto

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Farina, Antonio (sec. 17.)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 123-133

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
O ministre del pianto
2.1: (aria, sol minore, c)
Deh chiudetevi almeno
3.1: (aria cavata, c-3/2)
Ferreo sonno v'ingombre
4.1: (aria, c-3/8)
Ombre amate entro l'inferno
5.1: (arioso, c)
Con la mia doglia fiera
6.1: (recitativo, c)
Megera oh Dio Megera
7.1: (aria cavata, 3/2)
Un ciel m'uccide e in un inferno io moro.
8.1: (aria, la minore, c)
Son morto e che vuoi più
9.1: (arioso, 3/2)
Morto son al contento al duol son vivo
10.1: (recitativo-arioso, c)
Dunque per me l'eternitade è pena
11.1: Presto(aria, c)
Numi offesi vilipesi
12.1: (recitativo, c)
Ma su la terza sfera
13.1: (aria, c)
Folle è chi crede

Trascrizione del testo poetico

O ministre del pianto
Voi che tra nembi eterni
Horrida luce a questo cor mostrate
Pupille innamorate
Dite, ditemi quanto
Penar dovrò nell’amorosi affanni?
Occhi fieri tiranni
Voi che forte le porte
Serrate alla mia vita
Aperte alla mia morte.

Aria
Deh chiudetevi almeno
Né vi destate più
Parta da questo seno
E vita e servitù.

Ferreo sonno v’ingombre
Non han pene d’Averno altro che l’ombre.

Aria
Ombre amate entro l’inferno
Porterò la fiamma al foco
E vagar per l’ampio loco
Vedrà la quarta furia il Dio d’Averno
Spettro terribile
Fantasma horribile.

Con la mia doglia fiera
Agiterò Tesifone e Megera.

Rec.
Megera oh Dio Megera
Tu sei di questo sen barbarqa Clori
La tua sembianza altera
I tuoi crudi rigori
Mi trafiggono il seno
Mi tormentano l’alma
E per maggior martoro.
Un ciel m’uccide e in un inferno io moro.

Son morto e che vuoi più
Parla il dolor che vive sempre in me
Immortale è la fé
Crudeltà contro lei non ha virtù
Son morto e che vuoi più
Perché in altri la morte
E’ il fin delle sventure
Ed io nel mio morir di morte privo
Morto son al contento al duol son vivo.

Dunque per me l’eternitade è pena
E con strano portento
Ciò ch’è proprio de’ numi è mio tormento.

Numi offesi vilipesi
Vendicate fulminate
L’empietà d’un core infido
Mora mora Cupido.

Ma su la terza sfera
Venere lusinghiera
Placa gl’irati Dei
E dice a’ sospir miei

Aria
Folle è chi crede
In un cieco bambin lume di fede.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.5.28.26

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
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