Scheda n. 5110

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1700

Titolo

Nella staggione appunto / Sig. Giovanni Cesare Netti / Parole del Sig. Conte Valle

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Netti, Giovanni Cesare (1649-1686)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 20-26v

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, do maggiore, c)
Nella stagion appunto
2.1: (recitativo-arioso, sol maggiore, c)
D'armoniosa cetra
3.1: (aria, c)
Infelice che farò
4.1: (aria, mi minore, 3)
Pigro nume ti chiedo pietade
5.1: (recitativo, c)
Qui tacqui et esaudito esser m'accorgo
6.1: (aria, do maggiore, 3)
S'i miei sguardi fur saette
6.2: (aria, 3)
Godi pur su questo petto
7.1: (recitativo, c)
Qui con bacio mordace
8.1: (aria, c)
Pazzo che fui che prestai fede

Trascrizione del testo poetico

Nella stagion appunto
Ch’al feroce leon congiunge il sole
Un zefiro soave
Che tremolar le foglie
Facea l’antico platano frondoso
M’offeria cortese ombra e riposo.

D’armoniosa cetra
Toccò con pronta man le fila aurate
E del Cimerio nume
Tentò ammonir così l’orecchio ingrato:

Infelice che farò
Più non posso farmi no
Di fortuna sì rea scudo all’orgoglio
Sonno pietoso Dio da te imploro
Pietade al dolor mio.

Pigro nume ti chiedo pietade
Tregua almen se non pace al dolore
Furon sorde l’orecchie d’Amore
Ma le tue mi saranno più grate.

Qui tacqui et esaudito esser m’accorgo
Quando assopiti in dolce sonno i sensi
Par che a me le sue gioie amor dispensi
In grembo a molli piume
Giaceva Eurilla e m’accoglieva in seno
Trombe furono i baci
E m’incitaro all’amorosa guerra
In cui ciascun pugnando hebbe la palma
Per crescermi i contenti
Sciolse poscia la voce in questi accenti:
Hor che nel sen t’accoglie
Chi il cor t’impiaga e t’incatena il piede
Godi pur godi il frutto
Ch’al tuo lungo servire amor concede.

S’i miei sguardi fur saette
S’i miei crini empie ritorte
Se mia voce ti diè morte
Hor vuò far le tue vendette.
2a
Godi pur su questo petto
Dolce porto a’ tuoi naufragi
Che felici fur gl’oltraggi
Se non scorta a un tal diletto.

Qui con bacio mordace
Sigillommi il discorso
e mentre io rispondo
Non raffiguro ben s’un bacio o un morso
Nelle cimmerie grotte
Stanco il sonno sen fugge
E m’accorgo svegliato
Ch’al platano mi stringo
E che le piume son l’herbe del prato.

Aria
Pazzo che fui che prestai fede
Ad immagine fallace
Che fugace
Sol fantasme e larve adombra
Furono i miei piaceri un sogno un’ombra.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.5.28.5

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
Ultima modifica: