Scheda n. 506

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1600-1700

Titolo

Del Sig.r Luigi Rossi

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Rossi, Luigi (1597-1653)
copista: Chiusi, Antonio

Fa parte di

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1600-1700]

Descrizione fisica

C. 15v-26r; antica cart: c. 171-182v

Note

Il ms. in questione è compilato tutto da un medesimo copista identificabile in Antonio Chiusi. cfr. bibliografia

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, fa minore, c)
Hor sì versate o lumi
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2.1: (aria, fa minore, 3/4)
Ch’assai peggio di morte è il viver mio

Trascrizione del testo poetico

Hor sì versate o lumi
D’aspre lagrime i fiumi
E la dolente cetra
Nel mio grave tormento
Oggi maggior risuoni il mio lamento
Pietà più non si impetra
In vano io mi querelo
A’ miei preghi a’ miei pianti è sordo il cielo
Amor Guerriero invitto
In tua faretra sempre omnipotente
Come come consenti
Che ne tormenti miei
Erga di te fortuna hoggi i trofei
Eppur mentre dolente
Veggomi già trafitto
Mentre che perdo la beltà ch’adoro
Mentre misero moro
Nel mio grave dolor nella mia morte
Cruda di te trionfa hoggi la sorte
Ma che stolto vaneggio?
Di che lasso mi dolgo?
Di fortuna e d’amor pari è l’impero
Se fortuna è crudele Amor è fiero
Dunque a te mi rivolgo
Core di questo cor Filli gradita
Alma dell’alma mia dolce mia vita
Così così crudele
Parti dal tuo fedele?
Così così te n’ vai
Né vedranti quest’occhi ohimé già mai?
Ahi che il fato ti spinge
Dura necessità Filli ti strugge
E la stella che te chiama al partire
Già prepara la tomba al mio morire
Moro Filli mia cara
E s’io per te mi moro altro non chieggio
Che se per amor tuo mi vengo meno
Moro beato a pieno
Et hor volesse il fato
Che nelle braccia tue stretto et accolto
Filli mertassi almen l’ultimo fiato
O’ morir fortunato
Nell’amato tuo volto
Di morte non saria fero lo strale
E godrei nel morir vita mortale
Ma qual lusinga vana
Pasce la mente insana
Troppo è la sorte avara
Troppo pur troppo il Ciel superbo et empio
Gode fiero al mio scempio
Filli Filli ten’ vai ne giova il pianto
Di queste luci amanti
Né vedranti quest’occhi ohimé già mai?
Et io mentre di te rimango privo
No no no ch’io non vivo.

Corra invece di pianto hoggi il mio sangue
Cada trafitto il core
Ogni stratio ogni pena
Restar morto et esangue
Fia poco al mio dolore
Di questo Filli mia vivi sicura
Che morte non sciorrà quella catena
Con cui legomm’il cor tua gran bellezza
E doppo morte ancora
Per teco ritrovar riposo e pace
Verrò spirito amante ombra seguace
Ma già spunta quell’hora
Che da me ti divide
Ch’ogni speranza mia misero ancide
Sol di morte ho vaghezza
Io solo di morir bramo e desio
Ch’assai peggio di morte è il viver mio.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rc - Roma - Biblioteca Casanatense
fondo Baini
collocazione Ms. 2480.2

Scheda a cura di Giacomo Sances
Ultima modifica: