Scheda n. 4975

Tipo record

Scheda singola

Tipo documento

Testo per musica manoscritto

Data

Data certa, 1716

Titolo

Cantata a tre Voci da recitarsi alla presenza / dell’Altezza Serenissima / di / Carlo Alberto

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Ottoboni, Antonio (1646-1720)

Pubblicazione

Copia

Filigrana

Non rilevata

Note

Segue il titolo:  [...] P[ri]n[ci]pe Elettorale di Baviera / nato / Li 6. Agosto 1697. / Primavera, Roma, Gloria / Coro di Ninfe, con la Primavera / Coro di Galdiatori, con Roma / Coro d’Eroi con Bandiere infedeli con la Gloria / In Roma L’anno 1716

Titolo uniforme

Chiuso è già Borea nevoso. Forma non specificata, Primavera, Gloria, Roma

Trascrizione del testo poetico

Coro di Ninfe:
Chiuso è già borea nevoso
Nel suo carcere gelato,
E già Zeffiro amoroso
Dolce spira, e infiora il prato.

Primavera:
Ecco cinta di rose, e di viole
La gioventù dell’anno
Belle piagge latine a voi ritorna,
Più da nembo tiranno
Non vedrete oltraggiarsi i rai del sole,
E di bel verde adorna
Già per me vi prepara ogni pendice
Fortunati pastor messe felice.

Dell’april la gioventù
A vicenda or viene, or và;
E per l’Uom non torna più
Il bel verde dell’età!

Ma se più del mio solito costume
Lieta, e vaga son io
Regio Garzon del guardo suo col lume
Mi sveglia, e accresce, e la vaghezza, e il brio,
Ed esce dal mio lembo il fior contento,
Come a lui spunta il primo fior dal mento.

S’ei risplende così
Nell’alba de suoi dì,
Che fia nel giorno?
*Ben confessar si de
*Ch’un sol crescente egl’è
Di raggi adorno.

[*Alternativa indicata:
Anche degl’astri il re
All’or, che nasce egl’è]

Coro di Ninfe:
L’età giovinetta
Col ballo, col canto
Col riso s’alletta;
Un germe d’eroi
Gradisca tra noi
La gioia perfetta.

Roma:
Primavera gentile
Con lodi troppo molli un prence ornori,
Che dal paterno marte
D’amar apprese i trionfali allori;
Su quel bel crine è vile
Serto di mirti, e quando
Tu gl’offri i fiori egli riflette al brando.

Era giovine anche Alcide
Quando gl’angui lacerò.
Era giovine Pellide
Quando in gonna di donzella
Una spada fu sol quella
Che qual era il dichiarò.

Roma avvezza a gl’eroi, Roma già vede
Su la fronte reale
Genio che corrisponde al gran natale,
E qui dove risiede
La fede in trono ei si portò devoto
Ad offerir de suoi prim’anni il voto.

Già sfavilla il primo lampo,
Che del trace abbaglia il guardo,
Già codardo
Sel figura armato in campo
*Già del norico valore
*Si rammenta, e sente al core
Pria che scocchi affisso il dardo.

[*Alternativa indicata:
Vede in lui senno, e valore,
Già ne teme, e sente al core]

Il real pellegrino osservi intanto
Qual sia su’l trono il vicedio Clemente,
E come ei trattar sappia, e forte, e santo
In terra, e in ciel l’autorità possente
Poscia gl’avanzi insigni, e memorandi,
Non sdegni contemplar di Roma antica,
Ne di cui fasti preziosi, e grandi
Spesso l’aratro, e il vomere s’implica.
Veda quel Colle, ove il romano orgoglio
Cinti d’aspre catene il re trahea
E s’invogli mirando il Campidoglio
Del trionfal onor la regia idea.

Minor fasto e vera fede
Nel mio seno ei troverà
E dovunque ei posi il piede
Sangue fido calcherà.

Voi miei seguaci intanto
Di finto Marte in bellicose agone
Snudate i brandi, e riportate il vanto
Nel dar diletto al giovine campione.

Coro di Gladiatori:
Tra false ferite
Di pugna vivace
Si vedano unite
La Guerra, e la pace
Un genio guerriero
Gradir si compiace,
E gode qual vero
Quel finto, che piace.

Gloria:
Di fiorita stagion riso fugace,
E di questa ch’or miri
Regia del mondo il giubilo festivo,
Non appagano il vivo
D’alma nata al comando alto desio;
Sola, sola son’io
L’idolo degl’eroi, per cui si sprezza
Il grado, e la richezza
Si lascia il letto maritale e il trono
Io che il balsamo sono
De nomi, e nelle lingue, e nell’Istoria
Posso renderti lieto. Io son la Gloria.

Tu ben sai ch’or parte, or riede
De giardini la beltà
Sai ch’a fioro il giel succede,
Ch’ogni lode è vanità!

Ma ancor tu sai, che de sublimi eroi
L’opre insigni, e sudate
Duran per ogni etate;
Nel tuo gran genitor l’ammiri, e il vedi.
Ei dagl’infidi eoi
Vienna difese, e d’empii Traci e Sciti
Stese si vide ampie cataste a i piedi,
Ei giovanetto ancora
Fè impallidir la contumace Aurora,
Ed a miei primi inviti
Preservò non curando agi, et amori
Dalla Sciable di Tracia i sacri allori.

Dei grand’avi e gli elmi e i scudi
Tempo ed uso non logrò,
E le noriche fucine
Non si scordan del tuo crine
Mà per me fia che tu sudi
Come il padre anche sudò!

Ed ecco in bronzi, in marmi,
E ne fasti, e ne carmi,
E nell’applauso universal risuona
La bavara Bellona,
Che col proprio sudor segnati ha i passi,
Onde alla Gloria vassi
Tu pur v’aspiri ò glorioso erede,
E già la fè suo difensor ti crede.

Spiega i vanni aquila ardita
Vola e t’alza all’alta sfera,
Che t’addita
Lo splendor
Del sublime genitor
Col suo esempio egli t’invita
A cercar la Gloria vera
Con la scorta del valor.

Voi miei prodi seguacci
Al guerriero crescente omai mostrate
Le bandiere spiegate,
Che già tolse il gran padre à Sciti, e Traci
Ed or che l’astro infesto
Alla Fede è molesto
Arda di santo, e glorioso zelo
Per serbar nella croce i dritti al cielo.

Coro di Eroi con Bandiere spiegate:
Vessilli son questi
Ch’a scorno del Trace
Pugnando togliesti
O bavaro aiace.
Gli spiega la Gloria
In faccia al gran figlio,
Che spira Vittoria
Dall’arco del ciglio.

Primavera:
Attonita ascoltai
Di Roma i vanti, e della Gloria i fasti.

Roma/Gloria:
Dal germe eccelso havrai
Gradimento ai tuoi fior; tanto ti basti.

Primavera:
Ah che sono oltre i fiori
Figli di Primavera anche gl’allori;

Gloria:
Ma non curan gl’eroi
I Giardini, gl’odori , e gl’ozij tuoi
Primavera:
Goda intanto i miei fior

Roma:
Goda i miei vanti,
E degl’Illustri, e santi
Fatti, e pensier del gran pastor romano
Riporti il vero al genitor sovrano.

Primavera:
Ah, ch’al partir di lui partirò anch’io?

Di seguirlo havrò sol’io
Il gran preggio in ogni età,
Passerà la primavera
De suoi dì; verrà la sera
Ma la morte, e il cieco oblio
Sol la Gloria vincerà.

Cedo alla Gloria

Roma:
Io non m’oppongo al vero;
Anzi ogni ben dalla sua Gloria io spero.

Tutti li cori:
Già matura in primavera
Nell’età che spira amore
Carlo Alberto hà la virtù!
Già la fè, già Roma spera,
Che il desio di gloria vera
Cresca in lui sempre maggiore
Se però può crescer più.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Vmc - Venezia - Biblioteca d'Arte del Civico Museo Correr
collocazione 467

Scheda a cura di Andrea Zedler
Ultima modifica: