Scheda n. 4531

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica manoscritto

Data

Data incerta, 1726-1750

Titolo

Il PORTO D’ANZIO / Cantata per Musica fatta nell’occasione della / Villeggiatura di Nettunno [i.e.] lì 20 Maggio 1714 / in lode anche del Sig.r Cardinale Panfili

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Cybo, Camillo (1681-1743; cardinale)
altra relazione: Pamphilj, Benedetto (1653-1730; cardinale)
altra relazione: Pignatelli, Antonio (1615-1700; Papa Innocenzo XII)

Pubblicazione

[Roma : copia, 1726-1750]

Descrizione fisica

2 c. (137r-138r) ; 275x200 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Titolo dall’intitolazione a c. 137r; cartulazione coeva: 121-122; c. 138v vuota; il nome dell’A. si ricava dal front. dell’intero ms. - Segue il titolo: [...] che è stato / il direttore di detto porto, avutane l’incombenza / dal Sommo Pontefice Innocenzo XII

Titolo uniforme

Io ch’ebbi d’Anzio il nome. Cantata, Il Porto d'Anzio

Trascrizione del testo poetico

Io ch’ebbi d’Anzio il nome,
Del Mar portento, e glorioso Porto,
E che fui del Romano alto valore
Figlio, e custode insieme;
A cui le antenne del glorioso Impero
Portarono in tributo
Di lor vittorie eccelse il primo onore;
Allora che severo
Dava con varia sorte
Ireno il Mar, Pace a Roma, e legge al Mondo,
Caddi fra le ruine,
E caddi entro me stesso
Più che dal tempo, e che dall’armi oppresso.

Vinsi il tempo, e vinsi il Mare,
Né il mio piede invitto, e forte
Mai provò lacci, e catene;
Ma con più barbara sorte
Ebbi tomba, ed ebbi morte
Dalle amiche, e molli arene.
                                   Vinsi &c.

Il Nocchiero, che vide
Nell’onde immerso l’infelice avanzo
Dell’orgoglioso mio fasto sublime,
Pianse con mesto ciglio
Tanto la sorte mia, che il suo periglio.
Ma poiché l’Innocenza
Di Piero al Trono ascese,
Se già mi fu di scudo
Dell’Aquile Latine il forte artiglio,
Con provvido consiglio
Scelse per mio conforto
Fida Colomba, che posando il volo
Nelle ruine dell’antico Porto
Rese a me gli altri pregi,
Pace al Mar, merci a Roma, essempio [i.e.] a i Regi.

Se l’alloro ebbi sul crine,
Or d’ulivo ho la corona,
E se già portò il mio seno
Con superbi, e folti legni
Di più Regni le ruine
Or di Pace il bel sereno
Al Nocchiero, e al mondo dona.
                       Se l’alloro &c.

Se già superba l’Onda
Battea con spume ardite
L’alta è gloriosa sponda,
Or cangiato costume,
A chi del primo onor gli rese il vanto,
Già già lieta si vede
Pronta, e umile baciar l’orma del Piede.

Fama eterna nobil serto
Formerà per la sua chioma;
E farà glorioso il merto
Di chi dié con ricca mano
Porto ai legni, e merci a Roma.
                       Fama &c.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rn - Roma - Biblioteca Nazionale Centrale
collocazione Ms. Gesuitico 88.20

Scheda a cura di Giacomo Sciommeri
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