Scheda n. 4494

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1690-1700

Titolo

Pasquini

Presentazione

Partitura

Legami a persone

autore incerto: Pasquini, Bernardo (1637-1710)
possessore: Pamphilj, Benedetto (1653-1730; cardinale)
copista: Pertica, Giovanni (fine XVII-inizio XVIII sec.)

Fa parte di

Pubblicazione

Roma : copia di Giovanni Pertica, (1690-1700)

Descrizione fisica

C. 56-63 (olim c. 55-62)

Filigrana

Non rilevata

Note

Il nome "Pasquini" è stato aggiunto posteriormente. In altre fonti la cantata è attribuita a Carlo Ambrogio Lonati, cfr. Repertori bibliografici.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, mi minore, c)
Della notte cadente
2.1: (aria, la minore, c)
Del vento fra l’ali
2.2: (aria, la minore, c)
La stella d'amore
3.1: (recitativo, c)
Forse fortuna e amor
4.1: (aria, mi minore, c)
Flutti voi, flutti sonanti
5.1: (recitativo, c)
Ah, del suo fiero orgoglio
5.2: (arioso, mi minore, 3/2)
È men crudele il mar, men duro un scoglio

Trascrizione del testo poetico

Della notte cadente
Minacciata del dì l’ombra cedea
E già satio d’ambrosia Eto impatiente
Calpestando le nubi il fren mordea,
Quando al grato concento
De le canori [?] volanti
Aperse Olimpia il sonnacchioso lume
E tra l’amate piume
Stringer credea Bireno e strinse il vento.
Con le braccia tremanti
Scorre il vedovo letto,
Di quel nome adorato
Fa rimbombar quel solitario tetto.
Al fin presaga del suo crudo fato
Volge al lido vicin il passo errante,
Che ingannar non si puote un cor amante
Vidde, ahi vista crudele!
Sovra un abete alato
Gonfie d’aura le vele
Solcar l’umide vie Bireno ingrato.
Con la destra innocente
Della chioma oltraggio l’aureo tesoro
Dell’ampio mar su i fluttuanti argenti
Cadde quel biondo crine in pioggia d’oro
E con lacrime amare
Poscia arricchì di nuove perle il mare.
Al fin con questi dolorosi accenti
Empì l’aria di strida e di lamenti:
Bireno, ove ne vai?
Al fallace sereno
Sorgono orrendi ogn’or nembi e procelle,
Della calma d’un seno
Sembrano le tempeste a te più belle.
Torna all’amate mura,
Che navigar quell’onde
Il sepolcro a te stesso aprendo stai.
Bireno, ove ne vai?
Tu segui le procelle. Ah, ben dimostri
Essere il mar fido ricetto ai mostri.

Del vento fra l’ali,
La morte s’asconde,
Son trombe ai mortali
Del Pelago l’onde.

La stella d’amore,
Che tremula, splende,
Se naufraga un core,
Quel face s’accende.

Forse Fortuna e Amor guidan le prore;
È cieca la Fortuna e cieco Amore.

Flutti voi, flutti sonanti,
Che ne scogli vi frangete,
Se v’accrescono i miei pianti,
Deh, quell’empio lacerate.

Ah, del suo fiero orgoglio

È men crudele il mar, men duro un scoglio.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
collocazione Sant.Hs.863.7

Scheda a cura di Berthold Over
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