Scheda n. 4442

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1717

Titolo

Cantata 49.a / Cantata a due voci Tirsi e Fileno del Ecc.mo Sig. Benedetto Marcelli

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Marcello, Benedetto Giacomo (1686-1739)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 1r-19v (olim c. 233-251v)

Note

Personaggi: Tirsi S; Fileno A Alla fine della composizione dopo il "fine" appare una data:1717. A c. 13, in corrispondenza dell’inizio del recitativo "Tirsi, compagno amico", indicata "Cantata 50.a". Chi ha apposto questa intitolazione ha erroneamente considerato questo l’incipit di una nuova cantata.

Titolo uniforme

Veggio Fille e parlarle non poss'io. Duetto, Tirsi e Fileno

Organico

Soprano, contralto e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Bizzarini 2003: pp. 457-459, A476

Descrizione analitica

1.1: Largo(duetto, sol maggiore, 3/4)
Tirsi, S, Veggio Fille veggio Fille
%C-1$xF@3/4 4-''4.D8E/&C'B?''2C/4-'4.B''8C&'8AG?2A/
2.1: (recitativo, c)
Tirsi, S, Ma chi per questa ombrosa solitaria foresta
3.1: (aria, re maggiore, c)
Fileno, A, Vuole amor ch'ignobil fior
4.1: (recitativo, c)
Tirsi, S, Filen tempra il tuo duolo
5.1: Larghetto(aria, fa maggiore, c)
Tirsi, S, L'augellin che l'alba vede
6.1: (recitativo, c)
Fileno, A, Tirsi compagno amico
7.1: (duetto, sol maggiore, c)
Tirsi, S, O quanto è felice quanto è felice

Trascrizione del testo poetico

Veggio Fille (/Parlo a Clori)
E parlarle (/e mirarla) non poss’io
Dillo tu nume de cori
Se v’è duolo eguale al mio.
Tirsi
Ma chi per questa ombrosa
Solitaria foresta
Forma a sospiri miei eco dogliosa?
Fileno
E un misero pastor egli è Fileno.
E qual pena funesta
Turba della tua fronte il bel sereno?
Pena sì cruda è questa
Che a dirt’io son costretto
Che non ha la maggiore
Per tormentare i rei Megera o Aletto
Sappi che il dio d’amore
Di Clori un dì mi rese amante e servo
Parlo alla bella mia destin protervo
Mi toglie, oh dio, mi toglie
Il poterla mirare ed ecco espressa
In pochi e brevi accenti
L’aspra istoria fatal de’ miei tormenti.

Vuole amor ch’ignobil fior
Di ragion di senso privo
Si raggiri d’ogni intorno
A mirar del sole il lume.
Ed a me che amante vivo
E che son di senno adorno
Niega ogn’or il dio d’amore
Vagheggiar il mio bel nume.

Tirsi
Filen tempra il tuo duolo
Che se piangi in amor tu non sei solo
Sappi di te non meno
Amor mi rese amante
Amo Fille e le tante
Vaghezze sue contemplo e adoro
Ma sorte avversa e fella
Non vuol ch’alla mia bella
Io parli e a lei palesi
Quei che sento nel core
Interni affanni accesi
Onde se Tirsi pena il dica amore
E dica se fra quanti
Pastori ha il monte il piano il bosco il prato
Vi sia pastore amante
Più infelice di me più sventurato.

L’augellin che l’alba vede
E idolatra il suo bel raggio
La saluta in cima al faggio
E a lei scioglie il dolce canto
Veggio anch’io di Fille il volto
Ma ridirle ancor m’è tolto
Fille oh quanto t’amo oh quanto.

Fileno
Tirsi compagno amico
Che tale a me ti scopre
Il pastoral uffizio ed il nemico
D’amor tiranno a noi comun destino
Altro fra noi non resta
Che a te invidiar la sorte
Di chi dolce favella
Con l’amato suo nume ed a me quella
di chi vagheggia un volto
In cui tutto del ciel sta il bello accolto.

a due
Oh quanto è felice (/è beato)
Chi parla all’amato (/chi mira l’amato)
Suo caro tesoro
E pur che piacere (/e pur che conforto)
Mirar in un volto (/Il dire alla bella)
Due lucide stelle (/in dolce favella)
Due stelle più belle (/Tu sei la mia stella)
Per cui vivo e moro (/Per te vivo e moro).

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione Cantate 23.1

Scheda a cura di Maria Concetta Picciotto
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