Scheda n. 4258

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1685-1710

Titolo

Dove l’Eneta Dori

Presentazione

Partitura

Legami a persone

autore incerto: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 199-202v

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Hanley 1963: n. 213 pp. 200-201

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Dove l'eneta Dori alla reggia del mar
2.1: (aria, la minore, c3/4)
Baciami bella bocca
2.2: (aria, la minore, c3/4)
Stringimi vago seno
3.1: (recitativo, c)
Così Tirsi dicea ma Clori intanto
4.1: (aria, mi minore, c)
Dolce ardor dell'alma mia
4.2: (aria, mi minore, c)
Quel bel sen che m'innamora
5.1: (recitativo, c)
Ciò detto in cari amplessi strinse
6.1: (aria, la minore, c)
Se un dì goder si può

Trascrizione del testo poetico

Dove l’eneta Dori
Alla reggia de mar fida s’inchina
Tirsi con la sua Clori
Mentre in picciolo abete
Con soave quiete
Iva solcando i liquefatti argenti
Così la stimolava a’ suoi contenti

Aria
Baciami baciami
Bella bocca
Ch’io pur ti bacerò
Unito labro a labro
de miei contenti fabro
Cupido io proverò.
2a
Stringimi stringimi
Vago seno
Ch’io pur ti stringerò
Col nodo stretto
Col brando del diletto
Quest’alma io mirerò.

Così Tirsi dicea ma Clori intanto
Cui pari ardorl’anima accesa havea
Al bell’idolo suo così dicea:

Dolce ardor dell’alma mia
Mille baci io ti vò dar
Che sol puoi coi labri tuoi
Refrigerio a me recar.
2a
Quel bel sen che m’innamora
Al mio seno io vò legar
Altri mai che i tuoi bei rai
Io non posso idolatrar.

Ciò detto in cari amplessi
Strinse il suo vago e i concepiti ardori
Giva temprando infra i notturni orrori.

Se un dì goder si può
Non farlo è vanità
Instabil deità
Sua rota mai fermò
e il tempo che volò
Più ritornar non sa.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 34.5.7.121

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
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