Scheda n. 2661

Tipo record

Scheda singola

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1710

Titolo

Cantata à 2 / Soprano, e Contralto con V.V. / Clori e Daliso / Del Sig.re Antonio Caldara / 1710

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Caldara, Antonio (1671c-1736)
possessore: Ruspoli, Francesco Maria (1672-1731)

Pubblicazione

[Roma : copia, 1710]

Descrizione fisica

1 partitura (44 f.) ; 275 x 205 mm

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Daliso anima mia. Cantata

Organico

Soprano, contralto, 2 violini e continuo

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (sinfonia, la maggiore, c)
2.1: (recitativo, c)
Clori, Daliso anima mia
3.1: (aria, re maggiore, 2/4)
Clori, Un aura sola che passaggiera
4.1: (recitativo, c)
Daliso, Clori, e qual rio pensiero
5.1: (aria, do maggiore, c)
Daliso, Consolati mia bella
6.1: (recitativo, c)
Clori, Ah che pur troppo o caro
7.1: (aria, sol minore, 3/8)
Clori, Perche troppo t'adoro
8.1: (recitativo, c)
Daliso, Col tuo timore offendi
9.1: (aria, la minore, 12/8)
Daliso, L'amore che m'accende
10.1: (recitativo, c)
Clori, Quanto mai più felice
11.1: (aria, la maggiore, c)
Clori, Chi di voi cari augeletti
12.1: (recitativo, c)
Daliso, Clori tu cerchi invano
13.1: (aria, fa maggiore, 3/8)
Daliso, Come allor che Febo ardorno
14.1: (recitativo, c)
Clori, Ah Daliso ben m'avveggio
15.1: (aria, si♭ maggiore, c)
Clori, Amar e non penar
16.1: (aria, c)
Daliso, Se dunque ogni rimedio
17.1: (duetto, la maggiore, 2/4)
Clori, Daliso, Segui ad amarmi

Trascrizione del testo poetico

Clori
Daliso anima mia
Dolce pena del cor dolce tormento,
Ah come il bel contento
Del tuo gradito amore
Cerca turbarmi iniqua sorte, e ria
Empiendo di sospetti il fido core.

Un aura sola
Che passaggiera
Mi dice spera
Dolce conforto
Nel sen mi da.
Ma poi leggiera
Tosto sen vola
Ne mi consola
Con la speranza
Che tornerà.

Daliso
Clori, e qual rio pensiero
Va turbando il seren degl’occhi tuoi?
Sgombra d’ogni sospetto
L’agitato tuo seno
Credi a questi sospiri
A queste che dal cor più che dai lumi
Sgorgano in larghi fiumi amare stille
Ch’altro core nel petto
Non ho che il tuo poi che ti chiuse amore
Nel caro seno il mio
Onde qual’or ti duole
Qual’or piangi e sospiri
Fan eco alle tue pene i miei martiri.

Consolati mia bella
Non ti lagnar no, no
Che fido io sono.
E se nol credi à me
Con muto la favella
Te lo dirà quel cor
Che già per man d’amor
Ti diedi in dono.

Clori
Ah che pur troppo o caro
Fido al mio amor ti credo.
Conosco che tu m’ami
E che sincero è il tuo affetto il tuo core
Ma qualor non ti vedo
Duro contrasto e fiero
Move nel alma mia
Inimica d’amor la gelosia.

Perche troppo t’adoro
Amato mio tesoro
Gelosa io son di te.
Se fossi meno amante
Del tuo gentil sembiante
Gelosa non sarei
E non ti crederei
Tanto infedel con me.

Daliso
Col tuo timore offendi
La mia bella costanza
Che per voler di sorte ingrata e ria
Non saprà mai cangiar la sua sembianza.

L’amore che m’accende
Per te mia cara il sen
E tanto dolce al cor
Ch’ogn’or gioir mi fà.
Tu sola sei il mio ben
Tu sola il mio tesor
Ne sà cangiar vicende
Mia bella fedeltà.

Clori
Quanto mai più felici
Son di quelli di Clori
Dei vaghi Augelli i semplicetti amori.
Pena a loro non dà come al mio seno
Di gelosia il veleno
Ma sono amanti riamati e il core
Lieto gli rende un corrisposto ardore.

Chi di voi cari augeletti
Vezzosetti
Cangia meco il vostro amor.
Quell’ardor che il cor v’accende
Sò che lieti ogn’or vi rende
Mà l’ardor dell’alma mia
Gelosia m’apporta al cor.

Daliso
Clori tu cerchi invano
Con l’aure de sospiri
Dileguar quelle nubi
Ch’ offuscano la mente
Sappi che gelosia
Di lacrime si nutre
E quanto teme più tanto è più forte
Se brami haver la sorte
Che tanto invidij agl’augeletti amanti
Fa che dal cor s’involi ogni sospetto
E credimi costante.

Come all’or che Febo adorno
Porta il giorno
Cedon l’ombre de Campo l’onor.
Cosi ancor tua gelosia
Al bel sol di fede mia
Vinta ceder dell’amor.

Clori
Ah Daliso, ben m’avveggio che mai
Fosti geloso amante
Se potesse il cor mio
amar senza cordoglio
Credi che nol farebbe?
Ma lassa oimè quanto più cerco in vano
Tenerlo à me lontano
Tanto maggior ci riede
E tosto à me sen vola
Con nuove larve onde ogni quiete invola.

Amar, e non penar
Mio cor vorresti, ma no!
Non lo puoi fare.
Allettano dilettano
D’amor d’amor la gioie
Ma perfida gelosia
Le rende amare.

Daliso
Se dunque ogni rimedio
Inutile ti fia,
che far degg’io? C:costante
Serbami quella fé che mi giurasti
E poi mi strazij il seno
A suo bell’ agio duolo
Che gradito ne scende
Dalle tue luci anima mia lo strale
Che la mia vita assale.

A 2
Segui ad amarmi o caro
Che la tua fede
Sarà mercede
Al mio dolor.
Che se poi grato
Mi volge il fato
L’aspre ritorte
Più lieta sorte
Havranne il cor.

Non dubitar, no,
che la mia fede
Sarà mercede
Al tuo dolor.
Che se poi grato
Mi volge il fato
L’aspre ritorte
Più lieta sorte.
Havranne il cor.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
collocazione Sant.Hs.746

Scheda a cura di Magdalena Boschung
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