Scheda n. 2475

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1682

Titolo

Già sul meriggio ardente il Dio di Delo

Presentazione

Non applicabile

Legami a persone

Fa parte di

Pubblicazione

[S.l. : copia di Angelo Durante, 1682]

Descrizione fisica

8 c. ; 205x275 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Tit. dall’incipit testuale (c. 183r); num. delle carte coeva (183r-190r); sopra l’incipit è scritto da mano moderna a matita: "1-D-5m"; a c. 190v incipit di Armati di coraggio (v. scheda 2476); attribuita a Carapella nel RISM (v. Rep. bibliografici) e su Internet Culturale; per la data v. scheda 2463; per l’identificazione del copista v. scheda 2469.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, c)
S, Già sul meriggio ardente
%C-1@c 4-''2E8EE/4E8EE'AA4-/8-A.A6B8BB-B/
2.1: (aria, la minore, c)
S, Dori mia tu sai ch’io moro
%C-1@c 1-/4''EF8E'A4-/4''EF8E'A8-''E/
3.1: (recitativo, c)
S, Ma che dico infelice
%C-1@c '4B8-B''4EE/4-x'A8BBB-/
4.1: (aria, do maggiore, c)
S, Vieni o bella vieni a me
%C-1@c ''4EDC'B/''EDC'B/
5.1: (recitativo-arioso, c)
S, Crudel fatti pietosa
%C-1@c 8-''E4C4-8'xG6GA/8AA-AAB''C'A/
6.1: (aria, la minore, 3/4)
S, Se Dori crudele
%C-1@3/4 4--'A/''E{8ED}{C'B}/
7.1: (recitativo-arioso, c)
S, Così disse e poi tacque
%C-1@c 4-8'BB''4EE/4-8'BBEE-B/

Trascrizione del testo poetico

Già sul meriggio ardente il Dio di Delo
Sterzava a tutta corsa Eto e Piroo,
Quando Aminta dolente
Sotto il vezzo d’un pino,
Che con rampolli e fondi
Rintrecciando la cima
D’un ellera frondosa
Un padiglion formava,
Con dolorosi accenti
Sfogava in questa guisa i suoi lamenti:

Dori mia tu sai ch’io moro
Fra catene in servitù.
Porgi aita al mio martoro,
Che soffrir non posso più.

Ma che dico infelice
Misero me che penso
La ma bella nemica
Altrove drizza il passo,
E sorda non risponde e ha cor di sasso.

Vieni, o bella, vieni a me
Che m’è caro ogni martire
Pur mi è dolce ogni languire
Se ver me tu volgi il piè.

Crudel fatti pietosa
E se del mio penar poro ti cale,
Almeno con un sospiro
Accompagnar ti piaccia il mio morire.
Spietata e se non vuoi
Sospirar per amore,
Deh, sospira crudel per un che more!

Se Dori crudele
Tiranna infedele
Morire mi fa,
Quel crudo d’amore
Nell’arso mio core
Più guerra non fa.
S’un’alma di scoglio
Non sente pietà,
Penar più non voglio
Per cruda beltà.

Così disse e poi tacque
L’addolorato Aminta;
Dal mio languir apprend’ogn’ogn’amante [i.e.],
Dal mio crudo penar s’impari intanto,
Ch’alle fiamme d’amar non giova il pianto.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-MC - Montecassino - Biblioteca dell'Abbazia
collocazione 1-D-5a-o.13

Scheda a cura di Giacomo Sciommeri
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