Scheda n. 2358

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1700-1750

Titolo

Cantata à Voce Sola / Del / Sig.r Alessandro Scarlatti

Presentazione

Non applicabile

Legami a persone

compositore: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1700-1750]

Descrizione fisica

16 c. ; 205x270 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Tit. dall’intitolazione a c. 95r; num. delle carte moderna (95-109); c. 110 vuota

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bini 1995: p. 346
Hanley 1963: n. 51, pp. 110-111

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
S, Amor tu che sì bella
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2.1: (aria, sol maggiore, c)
S, Se vuoi o Dio d’amor
3.1: (recitativo, c)
S, Ma che giova la speme
4.1: (aria, sol minore, c)
S, Vuò spezzar le mie catene
5.1: (recitativo, c)
S, Ma come mai farò
5.2: (aria cavata, re minore, 3/4)
S, Se al solo pensare
5.3: (recitativo, c)
S, Ah no non sarà mai
6.1: Andante(aria, la minore, 3/8)
S, Di lasciar l’amato bene
7.1: (recitativo, c)
S, Ama dunque chi t'ama idolo mio
8.1: Allegrissimo(aria, mi minore, 3/8)
S, Amami o cara

Trascrizione del testo poetico

Amor tu che sì bella,
Fiamma accendesti all’innocente core,
A te chiedo pietà
Del mio penoso ardore,
Or che dentro del petto io do ricetto
All’amoroso foco
Non ho che la speranza
Per conforto maggior di mia costanza.

Se vuoi, o Dio d’amor
Che viva nel mio cor
De l’adorato ben serbi l’imago.
Io son contento, sì
Se mi prometti un dì
Doppo lungo penar rendermi pago.

Ma che giova la speme
A tanto mio martoro,
Se la beltà che adoro
Nega al mio mal penoso
D’un sol sguardo pietoso?
La povera mercede
Dunque fuggasi amor
Quella bella e cruda
Cagion de le mie pene,
E sciolto da catene
Con cui legommi il core
Per mai più sospirar, fuggasi amore!

Vuo’ spezzar le mie catene
E por l’alma in libertà.
Abbastanza errò il pensiero
Per un volto lusinghiero
Che in amor fede non ha.

Ma come mai farò
Perché da me Amor rivolga il piè?

Se al solo pensare
Di chi mi ferì
E l’alma penare
Fa sempre così,
Sì fa molle l’asprezza
E l’amaro del cor
Divien dolcezza.

Ah, no non sarà mai
Ch’io ti lasci mio bene
Vuo’ più tosto soffrire
Strazio, tormenti e pene,
Pria che manchi la fé ch’io ti giurai:
E pur ch’io t’ami o bella
In duolo sempiterno
Mi sarà dolce il più penoso inferno.

Di lasciar l’amato bene
Sol pensarci è vanità,
S’un cor ch’in amor giurata ha la fé,
Se folle non è tradire non sa.

Ama dunque chi t’ama, idolo mio
Ed al cor che ti chiede
Pietade al suo dolore
Deh, non esser crudele,
Cieca al suo pianto e sorda alle querele!

Amami, o cara
Amami, o bella
Se vuoi ch’io viva
Senza penar.
Non più guerra
Pace, pace
E tutta amore
Fa ch’il core
Cessi al fin
Di sospirar.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rama - Roma - Bibliomediateca Accademia Nazionale Santa Cecilia
fondo Mario
collocazione A.Ms.3711.12

Scheda a cura di Giacomo Sciommeri
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