Scheda n. 2146

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1690-1710

Titolo

Cantata del Sig.r Carlo Cesarini

Presentazione

Non applicabile

Legami a persone

compositore: Cesarini, Carlo Francesco (c1665- dopo il 2.9.1741)

Pubblicazione

[Roma : copia, 1690-1710]

Descrizione fisica

12 c. ; 210x275 mm

Note

Tit. dall’intitolazione a c. 7r; num. delle pagine probabilmente coeva (13-35) e delle carte moderna a matita (7-18); c. 18v vuota

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
S, Tiranna lontananza
%C-1$xFC@c 4-''E8E'xGGE/4''DD8-6DD8D6EF
2.1: Tempo giusto(aria, la maggiore, c)
S, Torna Clori mio bene
%C-1$xFC@c 4''E8'A''E.C6D8.E6F/4''E8'AB''C{6DC}{8'B6''C'A}
3.1: (recitativo, c)
S, Non so se questo cor chieda la pace
%C-1@c 8-''D4'A8-A8AB/4''C8C6C'B4BB
4.1: Adagio(aria, re minore, c)
S, E' grand'il tormento
%C-1$bB@c =4/2-4-'A/{8AB}BA{A''D}D
5.1: (recitativo, c)
S, Mi presagisce il core
%C-1@c ''8C6CC8DE4CC/8-6CC8C6'GF8AAB''C/
6.1: (aria, la maggiore, 3/4)
S, Se goder non posso Clori
%C-1$xFC@3/4 ''4E2F/4E2'A/''4D{8ED}{CD}
7.1: (arioso, la maggiore, c)
S, Altro che di vederti il cor non brama
%C-1$xFC@c ''4.C'8A-AB''C/'4GxG8-GBA

Trascrizione del testo poetico

Tiranna lontananza
Sei tormento dei core,
Sei flagello d’amore,
E la tua tirannia
A bastanza cruciò l’anima mia;
O voi ruotanti sfere,
Che con eterno giro
Il giorno regolate,
Eto e Piroo sferzate
Acciò in brevi momenti
Scorrin delighi il giro,
Se fa l’ore più corte il biondo Dio,
Più presto tornerà la bella Clio.

Torna, Clori mio bene
A consolarmi il sen.
Mi dilegua le pene
Il volto tuo seren.
Il sol quand’è in distanza
All’or langue ogni fior
O, dura lontananza
Da’ pace a questo cor!

Non so se questo cor chieda la pace
Nel bramar che ritorni il suo bel sole,
Che di Delo la face
Quando a noi s’avvicina
Arde, e abbruggia il mondo,
Le piante inaridisce e secca il rio.
Ma che bramar degg’io?
Che mi consigli amore?
Torni pur il mio sole et arda il core!

È grand’il tormento
Portar sempre al core
Un dardo che punge,
Un nodo che stringe.
Ma il duolo che sento
Lontan dal mio amore,
Ch’all’alma mi giunge
A morire m’astringe.

Mi presagisce il core
Che la bella ver me rivolga il piede,
Or l’insolito ardore
Che prova il seno mio
È d’amor un desio
Che Clori a me ritorni.
Non siate nel venir giorni sì lenti,
Né voi per me sì pigre, ore e momenti!
Nel registro di tante e tante pene,
Quest’è quella ch’il cor più fere punge
D’aspettar chi si brama e mai non giunge.

Se goder non posso, Clori
Di vederla io bramo almen.
Pur ch’io miri il volto amato,
Resti pure il cor piagato,
Goda il ciglio e peni il sen.

Altro che di vederti il cor non brama
Deh, torna o cara a consolar chi t’ama!

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-CBp - Campobasso - Biblioteca Provinciale "Pasquale Albino"
collocazione Manoscritti Musicali 2.2

Scheda a cura di Giacomo Sciommeri
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